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manisufoggiaTroppe tensioni in casa. L'acredine non manca laddove è sparita la poltrona. La città attende un consiglio, una determina, una delibera, che ridiamo fiato a una comunità in ipossia. E mentre si discute se un concorso sia valido, dove del resto c'è già chi occupa il tanto desiderato posto, vi sono solo apparizioni, perlopiù cammini di fede in pompa magna, che alimentano geli, perfino fuori casa.
A quando la prima seduta? I foggiani attendono... e sperano...
Già, è vero, il 30 luglio la prima assise. Quanto tempo… ma sarà quella dovuta, del giuramento e presentazione.
"Ci vogliono 2 mesi per un consiglio comunale" ciò che qualcuno, forse della giunta, disse subito dopo l’elezione. Voci, solo voci udite da qualcuno. Ne abbiamo preso atto e aveva regione. Ma è servito a qualcosa o a qualcuno attendere tutto questo tempo?
“L’estate sta finendo e il tempo se ne va, sto diventando grande lo sai che non mi va” cantava un inciso, il tormentone di 20 e più anni fa. Eppure chi lo cantava non prediceva il futuro, semmai sarà il tempo che si è fermato per chi ha voluto 2 mesi dal primo consiglio comunale. E si, ora è colpa del tempo, non di chi lo ferma. Andiamo avanti…
Sarà che l'esordio è stato impegnativo, vuoi per una città dalle ali spezzate forse prossime a planare cieli senza ricavarne profitti, vuoi per caveau divelti, vuoi per imposizioni che hanno smascherato chi voleva rimettere le mani sulla città, ma il processo politico e democratico di Foggia non può fermarsi al primo politicante che finalmente dopo 10 anni rivorrebbe un assessorato che di pari in passo con i tempi è mutato con le necessità dei cittadini.
Il nuovo Sindaco di Foggia, Franco Landella, sapeva che non avrebbe avuto vita facile dopo la sua affermazione. A rendergliela difficile sono i suoi stessi consociati. Francamente è una scenetta già vista dai cittadini l’indomani dall’elezione di Gianni Mongelli e precedentemente di Orazio Ciliberti. Vignette irrisorie trite e ritrite.
Ci siamo abituati? Non credo!
Direi piuttosto assuefatti. E per dirla tutta narcotizzati da chi con promesse continua a far male a questa città.
Spero che Landella, e lo dico da cittadino che ama Foggia e la vorrebbe rivedere in cima a quelle classifiche che obbligano i nostri figli a migrare, ridia tono e fiducia a chi dovrebbe investire a e su Foggia. Del resto lui è il Sindaco e pur avendo un’appartenenza politica, che è antagonista ad altri –siamo in democrazia e bisogna rispettare le scelte del popolo- ha il dovere di far bene, almeno tentarci.
Tuttavia non posso chiuder gli occhi, turarmi il naso e tapparmi le orecchie quando da anni chiedo il Bene e Pubblico per Foggia: sicurezza e legalità, scuole sicure funzionali aperte e ristrutturate (si veda la De Sanctis chiusa, depredata, incendiata, abbandonata), una città a misura di disabile, più divise funzionali (e non d’abbellimento) sia nelle zone di maggior passeggio sia in quelle nevralgiche, più parchi e meno palazzi, collaborazione attiva con i cittadini, meno accattonaggio, negozi aperti, più lavoro, etc… etc…
Richieste rivolte alla precedente amministrazione che spesso le glissava e che ritorno a chiederle alla nuova.
Nell' attesa... baci e abbracci che spero Franco li metta da parte poiché quella vittoria sul filo di quel rasoio che sembrava nemico, oggi si è scoperto manipolato da amici. Sindaco, nell’interesse di Foggia, vai avanti per la strada che ritieni giusta. Sei il Primo Cittadino e, colori e casacche a parte, è arrivato il tempo di cambiar volto alla nostra cara amata città di Foggia. Lo avrei detto anche se al tuo posto vi fosse stato Augusto Marasco perché è la città che conta. La politica la fanno gli uomini, non i partiti anche che purtroppo hanno un peso.
Lo comprendano chi voleva rimetter le mani su Foggia, chi le ha messe e ora sta a casa, chi le vorrebbe mettere con la scusante di esser nuovo e giovane ma che in realtà è più vecchio mentalmente delle attempate volpone e scaltre amministrazioni che hanno affossato una ridente città dell’ormai perduta “California d’Italia”.

NICO BARATTA