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Spettacolo - Cinema - Arte - Cultura

LorenzaIndovina«Vado via da Foggia consapevole che questo Paese è ancora in grado di esprimere grandi idee e ideali».
La moglie dello scrittore Niccolò Ammaniti ha ironizzato a lungo sul contenuto dei libri del marito:
«Molte volte sono strani anche per me, ci ho fatto l'abitudine e credo che sia lo stesso per i suoi lettori abituali».
Con una bellissima motivazione la giuria del Foggia Film Festival 2014, presieduta dall'attore e regista Sergio Rubini, ha assegnato all'attrice Lorenza Indovina l'attestato di Excellence Award come Miglior Opera Prima. Il riferimento è al cortometraggio in concorso dal titolo “Un uccello molto serio”, di cui la Indovina è regista e interprete, tratto da un racconto del marito dell'attrice il popolare scrittore Niccolò Ammaniti. «Per la capacità di raffigurare due mondi paralleli – recita la motivazione del premio – l'universo maschile e femminile, che s'incontrano e si scontrano partendo da un episodio, il tradimento, che diventa paradigma di due comportamenti di genere. La resa dello sforzo dell'uomo di entrare nella mente della donna, anticipando obiezioni e desideri, dubbi e sospetti. Cercando di esaudirli. Senza riuscirvi».
Molto significativa la testimonianza resa dalla stessa Lorenza Indovina durante la serata inaugurale del FFF 2014, sabato scorso all'auditorium di Santa Chiara a Foggia, la quale ha parlato di «città viva (riferendosi a Foggia, NdR) da cui vado via consapevole ancora di più del fatto che questo Paese è ancora in grado di esprimere grandi idee e grandi ideali. Sono grata per questo invito e per questa premiazione inattesa, mi fa molto piacere averla ricevuta così come mi fa molto piacere essere stata ospite di un iniziativa che certamente negli anni crescerà moltissimo».
Ed ancora, conversando sulle manie e sulle abitudini narrative del marito, con Concetta Fioretti (Area Comunicazione dell'Università di Foggia), la Indovina ha anche ironizzato: «Molte volte quello che scrive è strano anche per me, ma posso dire di averci fatto un po' l'abitudine così come credo che l'abbiano fatta anche i suoi lettori. Niccolò (Ammaniti, NdR) è uno scrittore molto fervido, molto prolifico, che poi però taglio moltissimo di quello che scrive. Così è nato anche il racconto alla base del cortometraggio che ho presentato qui al Foggia Film Festival, con questa stessa tecnica e con queste stesse modalità. Ma la fantasia resta la stessa, una visione del presente filtrata da una visione dell'assurdo se vogliamo. Tanto assurdo da essere normale».