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Nato il 30 ottobre 1920, festeggerà un secolo di vita. Il sindaco: “La sua storia è un esempio”

ORSARA DI PUGLIA Ferdinando Malfesi li festeggerà a casa i suoi 100 anni. Con lui, nel rispetto di questi tempi difficili dominati dalle regole di un acronimo che tutti abbiamo imparato a conoscere, DPCM, ci saranno soltanto pochi congiunti. Tra mascherine e distanziamento, il sindaco di Orsara di Puglia, Tommaso Lecce, gli porterà gli auguri della Comunità Orsarese e lo omaggerà con una targa ricordo sulla quale a Ferdinando è riconosciuto il titolo di “cittadino e lavoratore esemplare”. Ferdinando Malfesi, il 30 ottobre 2020, compirà 100 anni. E’ nato esattamente un secolo fa dall’unione di suo padre, Matteo, e sua madre Rocchina Cipriano. Una famiglia contadina, i primi passi a scuola, poi con la prima giovinezza i ritmi e i sacrifici cadenzati dalle stagioni in campagna, a lavorare per guadagnarsi il pane onestamente e aiutare i genitori con la responsabilità di essere figlio unico. La svolta arriva nel maggio del 1940. Sono anni tremendi, anni che saranno dominati dalla tragedia epocale della seconda guerra mondiale. Ferdinando viene chiamato “alle armi” ed entra nel 131esimo Fanteria di Bari. Poco dopo, da militare, va a Roma, dove viene aggregato alla caserma dei Bersaglieri. Dalla capitale, parte per la “campagna di Russia” dove combatte sul fronte più duro della guerra. I russi lo fanno prigioniero. In Russia ci resterà complessivamente per tre anni. Impossibile dare notizie alla sua famiglia che, a un certo punto, lo crederà disperso, un’altra vittima sacrificale della follia nazifascista che mandò a morire milioni di giovani soldati allo sbaraglio. Ferdinando, invece, ce la fa. Resiste. Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, finalmente può far ritorno a Orsara di Puglia. Tornato al paese, lentamente può ricominciare a costruirsi un futuro. Nel 1954 arriva il matrimonio con Maria Cacioli e, qualche tempo dopo, Ferdinando e la signora Maria vedono nascere il loro primo e unico figlio, Matteo. Il 30 ottobre festeggeranno tutti e tre insieme. Fino a un anno fa, Ferdinando ha continuato a lavorare nel suo laboratorio di orologeria. Un mestiere e una passione che lo hanno fatto diventare un esperto, un punto di riferimento per il paese.
“Ferdinando e la sua vita sono la testimonianza di come si possa resistere, rialzarsi e ricominciare anche dopo avere attraversato tragedie immani come fu la seconda guerra mondiale”, ha dichiarato il sindaco Tommaso Lecce. “Ha lavorato fino a poco tempo fa. Non si è mai sottratto ai suoi doveri, neanche quando tutto questo poteva costagli la vita. E’ riuscito a tornare dal fronte, resistendo alla fame e al freddo, percorrendo migliaia di chilometri. E ha avuto la capacità di ricostruirsi un futuro, un mestiere, con una forza di volontà straordinaria. Persone come lui, per noi tutti, sono una speranza, perché la sua vita testimonia concretamente che anche da periodi bui è possibile tornare a vedere la luce e a costruire futuro”.