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Dichiarazione di Paolo Campo, presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale

La popolazione ucraina ha il diritto di vivere in pace e di indirizzare il proprio futuro come meglio ritiene senza doverne patire le tragiche conseguenze determinate dalla guerra di aggressione della Russia. Ragione per cui è indispensabile l’immediato ritiro delle truppe russe e l’avvio di una seria negoziazione fondata sull’ascolto reciproco.
Fin tanto che ciò non avvenga anche io, insieme all’intero Consiglio regionale, mi appello al Governo italiano e alle istituzioni dell’Unione Europea affinché mantengano ferma la condanna dell’invasione, applichino rigorosamente le sanzioni economiche decise e quelle da decidere, rafforzino l’apparato di difesa ucraino.
E mentre tutto ciò si compie, Italia e Unione Europea devono affrontare con altrettanta serietà e ancor più empatia l’emergenza umanitaria che deriva dall’esodo di massa della popolazione ucraina. Un dramma che, lo ha detto il nostro presidente del Consiglio dei Ministri, deve indurci a ripensare radicalmente il nostro approccio al tema dell’accoglienza di chi fugge dalla guerra. Che sia in Europa o in Asia o in Africa, aggiungo io.
È nostro dovere offrire ospitalità a chi oggi fugge dall’Ucraina; è nostro dovere aprire le frontiere alle migliaia di siriani, afgani, iracheni che stazionano da anni nei pressi delle frontiere europee e sono respinti con disumanità; è nostro dovere accogliere gli africani che quotidianamente sopravvivono alla traversata del Mediterraneo troppo spesso grazie alla sola opera di solidarietà delle ONG.
Sappiamo che anche noi italiani, noi pugliesi saremo chiamati a pagare il conto della guerra radicata nelle mire egemoniche della Russia ed anche questo ennesimo, drammatico evento nefasto, come già è accaduto con la pandemia, deve spingerci a ripensare le strategie economiche per il futuro e ad adottare misure di contenimento del danno nell’immediato.
Se ce ne fosse ancora bisogno, la guerra scoppiata nuovamente nel cuore dell’Europa ci mostra di quante e quali connessioni – economiche, sociali, culturali – vivono le nostre comunità, viviamo noi stessi. È tempo di prenderne atto davvero e comportarsi di conseguenza, accettando la nuova comunità di destino che ci fa pugliesi, italiani, europei, cittadini del mondo.