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agrinsiemeLe organizzazioni agricole del Coordinamento: “Speculazioni ancora in atto”

FOGGIA “Domani, mercoledì 13 luglio 2016, diserteremo ancora una volta la seduta settimanale della Commissione alla Borsa del Grano della Camera di Commercio di Foggia. Non possiamo e non vogliamo avvalorare, con la nostra presenza, una quotazione puramente speculativa del grano duro. Ai produttori continua a essere riconosciuto un prezzo al ribasso, molto al di sotto non solo del suo valore ma anche rispetto ai costi di produzione”. E’ questa la posizione espressa da Agrinsieme Foggia, il coordinamento che mette insieme CIA-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare e Copagri.
“Le gravi speculazioni in atto, purtroppo, non sono state superate”, hanno aggiunto le organizzazioni agricole del Coordinamento. “Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: per affrontare lo squilibrio che sta sconvolgendo il mercato è necessario e non più derogabile l’approvazione definitiva e l’attuazione del nuovo Piano Cerealicolo nazionale”. A parere delle organizzazioni di Agrinsieme Foggia, non si può procrastinare ulteriormente una diversa e più strutturale pianificazione dei meccanismi regolativi del comparto: da una efficiente organizzazione di filiera, al sostegno da parte del governo di accordi di filiera tra produzione e industria di trasformazione. L’approvazione e l’attuazione del nuovo Piano Cerealicolo nazionale, in tal senso, diventa fondamentale anche per adeguare la ricerca alle rinnovate necessità della produzione. Vanno premiati e sostenuti la qualità e i valori assoluti della produzione cerealicola italiana. Il prossimo 20 luglio, a Roma, ci saranno anche le organizzazioni di Agrinsieme al tavolo nazionale della filiera cerealicola convocato dal ministro Maurizio Martina. Il crollo dei prezzi, determinato da una serie di speculazioni e squilibri del mercato, impone un nuovo quadro di regole certe e valide per tutti. Ai produttori, e più in generale a tutto il comparto, occorrono nuovi strumenti e un quadro normativo più moderno per liberare le enormi potenzialità della cerealicoltura italiana.