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vigilifuocoQuesta notte in un incendio verificatosi nell'insediamento adiacente il CARA di Borgo Mezzanone una persona ha perso la vita. Accanto alle dichiarazioni di cordoglio non sono mancate le uscite di chi inneggia agli sgomberi e alle espulsioni.

“Non è la prima volta che una cosa del genere accade in uno dei tanti ghetti di questa provincia. Le condizioni di vita nei ghetti sono da sempre insostenibili: migliaia di uomini e donne, braccianti spesso sfruttati nelle nostre campagne, sono costretti a convivere con il rischio di malattie e di incidenti di ogni tipo, senza menzionare la fortissima presenza mafiosa che non si è certo risparmiata di intimidire e uccidere per mantenere intatto il proprio sistema di potere.” dichiara Michele Cera, coordinatore di link Foggia.

“Troviamo di cattivo gusto e inappropriato che a fronte di una tragedia umana di questo livello, a fronte dell'ennesima morte ingiusta, le dichiarazioni della solita politica si limitino a puntare il dito e a inneggiare agli sgomberi, alle espulsioni e alla “sicurezza”. Occorre, invece, elaborare soluzioni serie per favorire l'inclusione sociale e per strappare gli abitanti dei ghetti dallo sfruttamento e dalla precarietà. Chi sfrutta e chi minaccia, poi, sono persone italianissime e foggianissime.” conclude lo studente.

“Vogliamo decostruire i troppi luoghi comuni che aleggiano nell’aria e che alimentano le idee razziste, partendo da un’analisi dei bisogni delle persone che scappano da situazioni orribili, sperando in una vita migliore.
Vogliamo costruire una società aperta, multiculturale e solidale, ripartendo dai luoghi della formazione e dai liberi saperi” dichiara Roberta Curci,coordinatrice dell’unione degli studenti Foggia.

“I luoghi della formazione sono gli spazi in cui si costruisce cultura, una cultura non chiusa e settoriale ma aperta, in modo tale da combattere la diffidenza nei confronti delle altre culture, come quelle migranti. Come Rete della Conoscenza esprimiamo la nostra solidarietà non solo per questo evento tragico, ma alla condizione di tutta la comunità migrante.” Conclude la coordinatrice.