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letteraUn uomo è stato aggredito da alcuni ragazzini in Largo degli Scopari a Foggia, sabato sera. 
L'uomo, un 50enne, è stato colpito con un pugno nello stomaco da una banda di ragazzini.
Il 50enne, insieme ad amici aveva cenato in un locale nel centro. Durante la serata dei ragazzini, circa una quindicina, avevano continuamente disturbato alcune persone. I giovani tra i 17 e i 20 anni, ubriachi, distruggevano gli arredi urbani, inveivano contro un motociclo parcheggiato nella piazza e rompevano bottiglie sui muri e sull’asfalto, creando tensione e sconcerto tra i presenti.
Dopo i vari tentativi andati in vano, da parte dei gestori del locale nel far cessare i balordi, sono state allertate le forze dell'ordine. 
Nessun intervento. Intorno alle 23:00 la situazione è peggiorata. Uno dei ragazzi, ha rotto l’ennesima bottiglia nelle pressi del locale proprio vicino al tavolo dove, la vittima, stava cenando.
Da qui la reazione. L'uomo ha redarguito il ragazzo. L'uomo è stato immediatamente aggredito da un consistente numero di ragazzi che mi hanno colpito più volte facendomi cadere in terra, continuando a colpirmi con calci e pugni.
L'uomo è stato medicato e trasportato al pronto soccorso.
Non appena fuori, il 50enne ha scrito una lettera
al Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi.

“Eccellenza, le scrivo per raccontarle un sabato sera vissuto a Foggia”. 
“Egregio Prefetto, non si può permettere che questa situazione perduri nella nostra città. Che queste BESTIE che voi STATO conoscete bene, per usare una sua frase “Nomi e Cognomi”, siano lasciate libere di aggredire noi, i nostri figli, distruggere arredi urbani e beni privati davanti ad un locale pubblico ed a centinaia di persone. Se lo Stato non protegge i commercianti e i cittadini da 15 ragazzini delinquenti, come può ottenere che cambi la cultura di questa città malata”.

“Eccellenza, quando sono intervenuto ero consapevole di rischiare l’aggressione, ma la mia coscienza non mi ha consentito di soprassedere e di girare la testa. Questi ragazzi sono gli stessi che tutte le sere girano per le nostre strade senza casco, in controsenso, aggrediscono chiunque si trovi nel posto sbagliato, spadroneggiano per la città impuniti”. “Egregio Dottore, comprendo la complessità del suo ruolo, comprendo le difficoltà delle forze dell’ordine, ma le assicuro che se lo Stato continuerà a non vedere quello che accade tutti i giorni in pieno centro nella nostro città, intorno al suo Ufficio e a Palazzo di città, sarà difficile migliorare il futuro nostro e dei nostri ragazzi”. “Cerco di rifarmi ad alcune espressioni usate da lei nei pochi mesi che ha trascorso a Foggia, lei chiede a noi cittadini di scegliere da che parte stare: bene, io le chiedo di metterci nelle condizioni di poter scegliere”.

“Le assicuro che quello che è accaduto questa sera davanti ai miei occhi accade tutti i giorni, io ho tre figli che mi raccontano che le aggressioni sono all’ordine del giorno. Questa sera mio figlio adolescente mi ha confessato che spesso si preoccupa per la mia incolumità e prega perché io non assista a queste scorribande, consapevole della mia difficoltà a girare la testa dinanzi ad atteggiamenti mafiosi”.

“Sì, atteggiamenti mafiosi: non è ammissibile che in una piazza dove sono presenti centinaia di persone, 15 ragazzi possano spadroneggiare e disturbare per ore senza che nessuno intervenga, e non si possono lasciare i cittadini soli, senza intervenire nonostante i ripetuti solleciti. Non è accettabile che nessuno sia intervenuto per tempo. In questo territorio bisogna cominciare dal basso, dare l’esempio, far comprendere che la normalità è la buona educazione, il senso civico l’amore per il bene comune”.

“La cosa più scioccante si è verificata quando, ad aggressione conclusa, sono arrivate le volanti della Polizia: molti ragazzi presenti hanno fischiato alle Forze dell’Ordine, stiamo crescendo dei tifosi della malavita, ragazzi che per poter vivere la loro adolescenza devono avvicinarsi al delinquente di turno per essere protetti dalla aggressioni”.

“Ringrazio gli uomini delle volanti per l’umanità e la disponibilità dimostrata nei miei confronti-“ conclude. Quindi l’appello accorato al Prefetto: “Vi chiedo però di aiutarli a poter essere più incisivi e più presenti dove cammina la gente, dove accadono questi gravi episodi. Mi permetta: forse il controllo delle auto in piazza Cavour può passare in second’ordine per qualche tempo. Intervenga, faccia in modo che questo scempio finisca, partiamo dalla buona educazione per poter arrivare a sconfiggere la cultura dell’illegalità. Dimostriamo insieme che si può sopravvivere anche senza far finta di non vedere”.