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Progettato il primo supporto informatico per segnalare episodi di bullismo commessi per strada, a scuola o nei luoghi chiusi. Si chiama BullyBuster (AcchiappaBulli), una mappa su cui annotare in tempo reale segnalazioni e interventi. La Polizia Postale collaborerà ai casi di cyberbullismo, mettendo mezzi ed esperienza a disposizione degli sviluppatori dell’applicazione.
Si chiama BullyBuster – letteralmente AcchiappaBulli – ed è il nome, molto cinematografico, attribuito a un complesso progetto con cui quattro università italiane intendono approcciare al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, attraverso metodi giuridici, investigativi, informatici e scientifici, osservandone i protagonisti ma soprattutto isolandone le fonti di propagazione. Un progetto composto principalmente da una App, una mappa virtuale e interattiva su cui annotare in tempo reale segnalazioni e interventi, una specie di “registro di classe” che metterà in rete dati, profili, azioni sospette e relativo grado di pericolosità, incrociando informazioni che saranno analizzate da giuristi penalisti (segnatamente questo il ruolo affidato all’Università di Foggia), sociologi e psicologi, con l’obiettivo di arrivare il più in fretta possibile all’interpretazione di questi comportamenti.
Protagonisti di questa ambiziosa sfida, per ora unica in Italia, sono l’Università Federico II di Napoli (ateneo capofila) insieme a quelle di Foggia, Aldo Moro Bari e Cagliari, che nei prossimi mesi lavoreranno insieme alla messa a punto BullyBuster - A framework for bullying and cyberbullying action detection by computer vision and artificial intelligence methods and algorithms (“AcchiappaBulli – Piattaforma per il rilevamento di azioni di bullismo e cyberbullismo mediante metodi e algoritmi di visione artificiale e intelligenza artificiale”), grazie a un finanziamento del MIUR di oltre 620.000 euro, concesso nell’ambito dei cosiddetti PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale) ammessi a liquidazione dopo analisi scientifica e verifica dell’utilità sociale dei contenuti. BullyBuster si propone di diventare un avanzato strumento per la lotta a bullismo e cyberbullismo, basato sull’intelligenza artificiale e in grado di rilevare se in una piazza, una strada, a scuola, in luoghi chiusi o durante una conversazione social si stiano consumando azioni prepotenti e violente, minacce o ingiurie atte a vessare il proprio interlocutore. «L’AcchiappaBulli sarà in grado di segnalare se è in corso un atto di bullismo, ovunque esso sia compiuto, nella vita reale o nella realtà virtuale – dichiara Carlo Sansone, docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni all’Università Federico II di Napoli e coordinatore nazionale del progetto – permettendo di invitare, chi si rende protagonista dell’episodio, a controllare toni e azioni, proteggendo le vittime e allertando famiglie, forze dell’ordine di un pericolo imminente».
Per l’Università di Foggia la ricerca è stata coordinata da Donatella Curtotti, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e ordinario di Diritto processuale penale, e condotta da Angela Procaccino (associato in Diritto processuale penale) e Grazia Terrone (ricercatore in Psicologia dinamica). «Siamo orgogliosi che quattro università del Sud, in cui includo anche la Sardegna, siano state incaricate di un compito così ambizioso – aggiunge Donatella Curtotti –. L’inquadramento giuridico e psicologico, a noi richiesto, rappresenterà la base di partenza e il confine entro cui la tecnologia potrà e dovrà muoversi: i bulli saranno delineati nei loro comportamenti dagli psicologi, le azioni da intraprendere nei loro confronti individuate grazie ai giuristi. Inoltre BullyBuster sarà realizzato implementando il lavoro dei tecnologi in questa cornice, così da realizzare uno strumento davvero completo e soprattutto al passo coi tempi».
I responsabili scientifici delle Università di Bari e Cagliari (relativamente al progetto AcchiappaBulli) sono rispettivamente Donato Impedovo e Gian Luca Marcialis. Grazie al lavoro di questa squadra tra breve sarà disponibile il primo strumento informatico per combattere il bullismo, una piattaforma pensata per famiglie, studenti, scuole e forze dell’ordine. Tutti i gruppi di ricerca hanno ottenuto il massimo finanziamento ammissibile dal MIUR, a conferma della validità delle tesi sostenute nella presentazione della piattaforma e delle elevate finalità sociali dell’App. Una volta sviluppata, ad aggiungere concretezza all’App BullyBuster concorrerà la Polizia Postale, che attraverso formale adesione al progetto (rilasciata all’Università di Foggia) metterà mezzi ed esperienza a disposizione degli informatici che codificheranno temi e sensibilità della piattaforma: una collaborazione finalizzata a individuare, quindi a combattere, più da vicino il cyberbullismo, fenomeno che sta prendendo piede soprattutto attraverso le chat dei vari social media, su cui, purtroppo è realtà nota, viene rovesciata una violenza verbale fuori dal comune (soprattutto tra i ragazzi di età compresa tra 13 e 20 anni).

Portavoce rettore Università di Foggia