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fastconfsalOMC FOGGIA, 45 POSTI DI LAVORO DAL MEZZOGIORNO AL CENTRO-NORD
Un incontro insoddisfacente quello del 28.03 tra Trenitalia DT e le sigle sindacali pugliesi svoltosi nell’O.M.C. di Foggia

“Come FAST-CONFSAL abbiamo espresso ai rappresentanti aziendali, a margine della riunione durata oltre 8 ore, come inaccettabile la riduzione di circa 68.000 ore precedentemente assegnate per lo stabilimento foggiano, che corrispondono all’attività annuale di 45 addetti, con lo spostamento di alcune lavorazioni finora svolte a Foggia unitamente ad investimenti e assunzioni , con nuovi bandi indetti in questi giorni, in altri impianti con contraddizioni palesi -afferma Pasquale Cataneo segretario regionale di Puglia e Basilicata- come la presenza per l’OMC di Foggia di un bacino di risorse già selezionate, quindi senza necessità di bandi o di percorsi formativi da effettuare, come invece si sta facendo a Foggia per lavoratori degli impianti a cui saranno trasferite le lavorazioni. Per queste ed altre motivazioni come OO.SS. abbiamo dichiarato anche lo sciopero a livello locale. Abbiamo inviato una comunicazione al sig. Prefetto di Foggia per spostare in tale ambito la vertenza e, in tempi brevissimi, effettueremo un’assemblea con il personale per concordare altre azioni al riguardo al fine di non farsi sottrarre lavoro, occupazione e investimenti per lo stabilimento foggiano”.
Divari Nord-Sud crescono anziché diminuire anche in Trenitalia Spa di proprietà pubblica
Il Piano d’attività, contestato anche ieri in riunione, prevede che alcune lavorazioni svolte a Foggia vadano rispettivamente in Umbria, Emilia Romagna e Lombardia senza che, contemporaneamente, ve ne siano altre per garantire il target assegnato allo stabilimento foggiano. Eppure Foggia, insieme con Napoli, sono gli unici 2 impianti di manutenzione ciclica nel sud. Il resto, cioè ben 7 stabilimenti, sono nel centro-nord ai quali si aggiunge anche la sede della DT a Firenze. Ciò fa peggiorare ulteriormente la ripartizione dell’occupazione e degli investimenti di DT Trenitalia Spa nel Mezzogiorno, già molto al di sotto dei parametri della popolazione (34%) e del territorio (41%) meridionale.
Autonomia differenziata in salsa ferroviaria, in barba ai riequilibri del Next Generation EU!
La Capitanata è una delle province d’Italia che ha registrato in Italia, nel 2021, tra i più alti tassi di disoccupazione generale superando il 22% e giovanile (15-34 anni) con oltre il 38% (in Puglia è la provincia che ha i dati peggiori) alimentando l’emorragia dal Sud con valori sono incrementati nel 2022. Nonostante ciò l’Azienda pubblica ha previsto di spostare produzione e occupazione in territori in cui il tasso di disoccupazione è inferiore di oltre 3 volte rispetto a Foggia come Foligno (Perugia) al 6,6%, Voghera (Pavia) al 7,1% e Rimini con il 7,5%. Tutti territori con dati inferiori, nel 2021, alla media nazionale che è 9,7%.
I Sindacati nazionali e locali alzano la voce
L’iniquo attuale indirizzo di DT Trenitalia Spa, additato anche dalle segreterie nazionali con le 3 “I” (Investimenti, Internalizzazioni e Immissioni), produce un ulteriore aumento dei divari e delle sperequazioni territoriali e provoca anche altri effetti antieconomici e aumenti degli squilibri esistenti per i dati occupazionali, degli investimenti e delle mancate internalizzazioni, aggravatasi soprattutto negli ultimi 10 anni per la manutenzione dei treni, a svantaggio ulteriore del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese.
Ciò in antitesi alle necessità di riequilibrio dell’occupazione e anche attraverso la clausola del 34% sui programmi ordinari di spesa pubblica in conto capitale per investimenti come previsto dalle leggi di bilancio 145/2018 e 160/2019, nonché sul divario territoriale che è uno dei macrobiettivi del PNRR.
La richiesta di intervento delle rappresentanze parlamentari, regionali e istituzionali daune
“Per i motivi esposti– sottolinea Cataneo – è da sostenere l’iniziativa di sciopero, nazionale e locale, di 8 ore prevista per il 14.04 p.v. Effettueremo un’assemblea con il personale per tutelare occupazione, investimenti e internalizzazioni anche nel territorio dauno. Riteniamo che questo “casus belli”, insieme con le assunzioni “precluse e/o marginali” a seguito dei 2 ultimi bandi nelle Ferrovie del Sud-Est e SA e dell’incompleto reintegro del turn over per macchinisti e capitreno residenti nelle province di Foggia e Bat, - chiosa l’esperto sindacalista e di sviluppo territoriale– debbano registrare celeri, coesi e mirati interventi, sia dei rappresentanti politici parlamentari (interrogazioni, interpellanze, question time, ecc. anche per la verifica della clausola del 34% prevista dalle leggi succitate), che dei regionali, nonchè degli Enti Locali per contrastare efficacemente questi iniqui indirizzi aziendali (di proprietà pubblica) che anziché diminuire, i divari territoriali, economici e sociali, li fanno aumentare frammentando ancor di più il Paese.”

Ufficio Stampa Fast -Confsal Puglia e Basilicata