Condividi con

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinPinterest

Chi c'è online

Abbiamo 3444 visitatori e nessun utente online

Economia e finanza

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

Luce e gas sono due servizi essenziali di cui ogni utente deve poter disporre sempre in libertà e serenità. Scegliere il fornitore a cui affidarsi diviene allora un punto estremamente strategico e di rilievo nell’economia personale o familiare. Ecco perché è importante raccogliere tutte le informazioni necessarie, confrontare le offerte e il tipo di servizio erogato al fine di individuare il più giusto. Le situazioni e i contesti in cui ci si trova  a muoversi possono infatti essere molto diversi gli uni dagli altri.

energia 002

Ogni giorno le persone utilizzano la luce e il gas per le più diverse attività o incombenze. Cucinare, lavare, utilizzare gli elettrodomestici e molte altre sono solo alcune delle possibilità quotidiane che costellano la vita degli utenti. Le routine personali o familiari possono differire enormemente da caso a caso. Quello che però rimane presente e costante in tutte le eventualità è l’aspetto collegato alle necessità da gestire e assecondare.

Proprio per questi motivi è prioritario rintracciare in tempi rapidi il fornitore di luce e gas che possa rispondere in maniera puntuale alle richieste individuali o collettive. Un partner sicuro, affidabile e professionale che possa accompagnare in ogni momento di bisogno con un supporto mirato. Ecco perché diviene strategico raccogliere le informazioni e comparare le proposte disponibili.

Nel panorama italiano alcune delle opzioni più interessanti riguardano Sorgenia, E-ON ed Edison Energia. In quest’ultimo caso, quindi può essere utile visionare le opinioni su Sorgenia presenti sul portale Chescelta.it, così da comprendere se sia la soluzione più adatta alle proprie necessità.

Offerte luce e gas: come procedere con l’analisi dei servizi.

La prima domanda che appare in questi casi è come si può procedere nella selezione dei dati da tenere presenti. Il passo iniziale essenziale è partire dal chiarire qual è il contesto in cui l’utente si muove e soprattutto quali sono le sue esigenze primarie. L’analisi infatti per rivelarsi efficace ed efficiente deve prendere in esame tutti quegli elementi che possono influire sull’esito dell’offerta commerciale. È dalla conoscenza della routine abituale e delle attività più comuni o frequenti che vengono condotte che si può derivare una serie di informazioni chiave sui consumi.

Una volta stabilita la griglia di partenza, l’operazione deve espandersi per ricomprendere al suo interno i tasselli comparativi delle aziende fornitrici. In questo senso allora torna utile approfondire anche altri punti di vista differenti dall’iniziale. Un esempio è perciò leggere le opinini su Edison Energia  al fine di capire le caratteristiche e le peculiarità di questo fornitore ed individuare l’offerta di proprio interesse. Seguire anche questa parte di valutazione si rivela un metodo prezioso per poter disporre di tutte le nozioni rilevanti nella quotidianità. Motivo per cui è un’attività che deve essere di certo curata e approfondita dedicandole il giusto tempo.

Le caratteristiche da valutare con cura.

Quando si procede con l’analisi ci sono diversi elementi che occorre considerare. La fornitura di luce e gas difatti è una parte essenziale nella gestione quotidiana delle attività di ciascuno. Questa sua particolarità chiarisce anche la necessità di informarsi attentamente oltre che sulle opinioni dei clienti in merito ai servizi anche su altri fatti.

Ad esempio, per quanto riguarda l’offerta di e-on, è bene conoscere nel dettaglio cosa viene proposto, per capire se viene garantita l’erogazione dell’energia elettrica e/o del gas, a che condizioni e verso quali utenti.

Un aspetto utile è il target della clientela perché è essenziale assicurarsi che i servizi siano erogati sia alle aziende che ai privati. In aggiunta anche il discorso convenienza e tutela risorse energetiche merita un’attenzione speciale. Per ottimizzare il budget nel rispetto della natura è di conseguenza importante che il fornitore possa installare e occuparsi degli impianti fotovoltaici.

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)
5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)

Nel decennio 2010-2019 il mercato immobiliare italiano ha avuto un incremento medio di volumi di circa l’11,5% anno, secondo quanto riporta un recente articolo pubblicato su ilSole24ore. Le ragioni per cui gli investimenti si sono triplicati sono varie e molteplici. Innanzitutto, bisogna considerare il valore culturale della casa che per gli italiani rappresenta il proprio nido, la propria culla familiare, un elemento di sicurezza e stabilità per cui il 73% della popolazione oggi possiede almeno una proprietà. Il dato interessante è che però, i cittadini non si sono fermati al primo “mattone”, ma sono alla ricerca di nuovi immobili, in quanto secondo le statistiche, gli investimenti in questo settore sono considerati sicuri.

comprare casaNel 2020 è bene valutare l’immobile come un mezzo per investire i propri risparmi, come qualsiasi asset finanziario piuttosto che come uno status speciale, in quanto bisogna considerare diversi fattori significativi che influenzano l’acquisto di una casa, che non è solo il traguardo di una vita di cui conta solo l’estetica. In primo luogo, bisogna considerare il valore reale della casa che è soggetto all’inflazione. In 25 anni ha subito un calo di circa il 15%. Condizione determinata, sicuramente, dall’ ubicazione geografica della casa, infatti l’inflazione non è risultata un problema per le città di Roma e Milano, dunque centri nevralgici, ma invece il dato si sovverte se ci si allontana dal centro e ci si avvicina alle periferie. Coi tempi che corrono c’è da tenere d’occhio anche l’aspetto tasse. Se si vuole investire in case, o in immobili inutilizzati il fattore fiscale va sempre tenuto presente. L’IMU è stata abolita, sulla gran parte delle prime case, ma grava ancora sulle seconde, a cui vanno aggiunte tutte le tasse locali. E proprio per l’elevato tasso di proprietà immobiliare, in Italia si è innalzato clamorosamente anche il mercato degli affitti nostrani. Un mercato che, per giunta, non è reattivo, se non in alcune e comunque isolate aree geografiche. In aumento anche il tasso di morosità per gli inquilini: dati elevati e con strumenti a disposizione dei proprietari assai limitati.

Il discorso è assai complesso. Dal punto di vista della liquidità, c’è molto poco da dire: il tutto perché si parla di un mercato, quello immobiliare, da questo punto di vista assai poco liquido. Vendere la propria abitazione richiede tempo e i costi di intermediazione possono, spesse volte, essere molto, molto onerosi. Va tenuto a mente, per chi è già in possesso di un immobile, è probabilmente più legato ed esposto ai rischi del settore. Nel lungo periodo è necessario, in un investimento del genere, diversificare i propri asset tra diverse asset class, per evitare di correre il rischio di esporsi a crisi di settore specifiche come già ce ne sono state, in passato, e in tempi recenti. Nel 2020 è quantomai importante investire in immobili, soprattutto se si decide di puntare su case in grandi città o in una località turistica o in un luogo di montagna. Nel valutare tutte queste prospettive, però, è necessaria una attenta e oculata considerazione dei fattori sopra esposti: le alternative esistono, l’importante è saperle leggere (e cogliere).

5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)
5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)

conto-corrente-matrimonioQuando grazie al matrimonio si passa dallo stato giuridicamente non contemplato di fidanzati a quello normativamente regolato di sposati, tra le varie considerazioni che i neo sposi si trovano a fare nella fase di “start up” della loro neonata famiglia, ci sono anche quelle relative al conto corrente attraverso il quale gestire i vari rapporti economici e finanziari come la ricezione dello stipendio, il pagamento delle spese legate alle utenze o del mutuo.

La regolamentazione che stabilisce diritti e doveri dei due coniugi rispetto all’apertura di un conto corrente, in comune o separato, è in parte legata al regime di condivisione o non condivisione dei beni scelto in fase di stipula delle nozze, ed in parte dipende dalla scelta di aderire a forme di risparmio condivise come il conto corrente cointestato. La definizione di cosa rientra nella condivisione dei beni e cosa no è un qualcosa di piuttosto articolato che non può essere risolto nella trattazione di un solo paragrafo perché tocca temi complicati che richiederebbero una più ampia trattazione. Più semplice, invece, è la discriminazione tra conto corrente cointestato o separato.

Innanzitutto bisogna precisare che esistono due forme di conto corrente cointestato: quello a firma congiunta e quello a firma disgiunta. La differenza tra i due casi è che nel primo ogni singolo pagamento deve essere autorizzato, tramite firma, da ognuno dei due titolari (nel nostro caso da ognuno dei due coniugi). Nel caso del conto corrente a firma disgiunta invece ognuno dei titolari è libero di agire liberamente sul conto, e quindi anche autorizzando pagamenti, senza dover ricevere la controfirma dell’altro titolare per ogni singola operazione.

Perché scegliere un conto corrente cointestato? Al di là di quelle che possono essere le preferenze di ognuno sulla forma a firma congiunta o disgiunta, il vantaggio evidente di un conto corrente cointestato è nella sua economicità e nella comodità di avere uno strumento unico e condiviso per la gestione delle finanze famigliari.

Economico perché attraverso un conto cointestato i due coniugi devono sostenere ogni anno le spese di gestione di un solo conto corrente; comodo perché, anche grazie ai nuovi strumenti di gestione via web come i conti online (per approfondire clicca qui, l’home banking ed il mobile banking, marito e moglie possono avere un controllo completo delle finanze famigliari verificando quelli che sono i movimenti finanziari su un unico conto famigliare su cui afferiscono entrambi i redditi e da cui partono tutte le spese sostenute.

5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)
5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)

Secondo le normative rilasciate da parte dell’Unione Europea e a seguito dell’approvazione del nuovo Decreto Fiscale contenuto nella legge di bilancio 2019, i liberi professionisti e le imprese in possesso di mezzi di trasporto aziendali (che non vengono utilizzati totalmente per fini professionali ma ad uso promiscuo) possono detrarre l’imposta sul valore aggiunto in misura del 40%.

foto001Nel caso invece di mezzi ad uso esclusivamente professionale quali pullman o furgoncini, oppure mezzi per il trasporto di cose come i camion e che siano superiori ai 35 quintali, l’IVA è deducibile al 100%.

Anche nel caso dei veicoli in possesso alle autoscuole, taxi o mezzi utilizzati per leasing o noleggio ricadono nella categoria dei mezzi ad uso esclusivo, quindi possono dedurre al 100%.

Le auto aziendali ricoprono la categoria dei mezzi ad uso promiscuo quindi al detraibilità è al 40%. Ma a che cosa si applica questa detraibilità?

Si può dedurre l’IVA per l’acquisto del veicolo (compresi leasing o noleggio) per le spese di riparazione, manutenzione e per l’acquisto di lubrificanti e carburante.

Dall’entrata in vigore della nuova legge finanziaria, cioè dal primo Gennaio 2019, per poter scaricare l'IVA sul carburante e su tutte le altre spese annesse, è obbligatorio da parte dei distributori emettere una fattura elettronica a seguito di ogni acquisto di benzina e gasolio ad ogni libero professionista o azienda, con l’esclusione dei consumatori privati. La fattura elettronica verrà in seguito trasmessa tramite il Sdl all’agenzia delle Entrate.

Il pagamento, però, dovrà essere effettuato soltanto utilizzando mezzi tracciabili, bancomat, carte di credito/debito, carte prepagate aziendali, assegni o bonifico bancario/postale. In pratica tutti quei mezzi di pagamento collegati ad un conto corrente.

Sono invece escluse le carte fedeltà, anche se utilizzate per il pagamento.

La nuova normativa inoltre, prevede l’abolizione delle vecchie schede carburante cartacee. Da qualche tempo infatti sono state messe in commercio le nuove carte carburante in formato elettronico che andranno a sostituire quelle di vecchio stampo.

Alcune di queste però sono strettamente legate al gestore che le distribuisce e sono chiamate Carte Monomarca.

Quelle invece che si possono utilizzare in più’ distributori sono chiamate Multimarca.

Ogni compagnia petrolifera offre sconti e vantaggi ai possessori di queste carte, ma spesso hanno costi elevati di gestione e per ottenerle bisogna effettuare un iter lungo e complicato.

carte carburante soldo driveUn’altra carta rilasciata di recente è Soldo Drive, una carta prepagata che offre il vantaggio al possessore di potersi rifornire in tutti i distributori che aderiscono al circuito Mastercard, comprese le cosiddette pompe bianche, che spesso hanno prezzi decisamente vantaggiosi rispetto alle marche più famose.

Per le medie e grandi aziende, soprattutto quelle con un vasto parco auto, ciò può rappresentare un grande risparmio di denaro. Inoltre, si possono richiedere più carte da consegnare ai dipendenti associando ad ogni mezzo aziendale la propria carta, rendendo molto più agevole il lavoro dei commercialisti.

Per chi invece non vuole affidarsi ad un commercialista ma vuole comunque un servizio a norma di legge Soldo offre il servizio aggiuntivo di riconciliazione delle fatture elettroniche.

Inoltre, Soldo non richiede garanzie o una grande quantità di documentazione, per poter averla basta effettuare una richiesta online, e nel giro di pochi giorni si riceve la carta direttamente all’indirizzo indicato.

Insomma, Soldo Drive offre una serie di vantaggi che ad oggi la portano ad essere una delle carte più vantaggiose in circolazione, a disposizione di tutti coloro che possiedono un mezzo aziendale.

5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)
5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)

Il decreto che cancella quasi del tutto la seconda rata dell’Imu sulla prima casa continua a far discutere.

Il decreto legge 30 novembre 2013 n. 133, firmato mercoledì, contenente Disposizioni urgenti concernenti l’IMU  è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.281 del 3o novembre), rendendo noto a tutti il testo integrale: l’Art. 1 stabilisce l’abolizione della seconda rata ma solo nei Comuni in cui nel 2013 le aliquote non superano quelle standard: ergo, si deve pagare la differenza. In che misura? Lo stesso art. 1, al comma 5 ha decretato:

“L'eventuale differenza tra l'ammontare dell'imposta municipale propria risultante dall'applicazione dell'aliquota e della detrazione per ciascuna tipologia di immobile di cui al comma 1 deliberate o confermate dal comune per l'anno 2013 e, se inferiore, quello risultante dall'applicazione dell'aliquota e della detrazione di base previste dalle norme statali per ciascuna tipologia di immobile di cui al medesimo comma 1 è versata dal contribuente, in misura pari al 40 per cento, entro il 16 gennaio 2014”. (N.B. Il termine ultimo per il pagamento della mini Imu sulla prima casa slitta dal 16 al 24 gennaio 2014).

Di questa differernza, al contribuente toccherà quindi versare il 40% entro il 24 gennaio 2014, mentre lo Stato coprirà il resto.

Sono 2375 i comuni italiani che hanno alzato l'aliquota Imu sulle prime case. In questi Comuni i cittadini sono chiamati alla cassa per pagare la quota residua dell'imposta, cioè una mini-Imu calcolata in base all'aliquota aumentata.

I centri di assistenza fiscale denunciano il rischio di confusioni ed errori sul calcolo della “minirata” che si dovrà versare entro il prossimo 16 gennaio e i sindaci contestano la decisione del governo di imporre comunque ai contribuenti il pagamento di una parte dell’imposta, anche se piccola.

Quota IMU da pagare

In pratica, i proprietari di prime case dovranno versare il 40% della differenza tra l’IMU calcolata con aliquota al 4 per mille e quella calcolata con le aliquote deliberate dal proprio Comune nel 2012 (2013, nel caso in cui l’avessero elevata).

Al momento non è, quindi, annullata la seconda rata dell'IMU se non per i proprietari di prima abitazione residenti in particolari comuni.

I comuni della Provincia di Foggia interessati con relative aliquote sono quelli indicati nella lista che segue:
Carapelle 5,00
Carlantino 5,00
Casalnuovo Monterotaro 4,60
Cerignola 5,50
Foggia 6,00
Motta Montecorvino 6,00
Orta Nova 6,00
Panni 6,00
Rodi Garganico 5,50
San Marco in Lamis 6,00
San Marco la Catola 6,00
San Nicandro Garganico 6,00
San Paolo di Civitate 4,90
San Severo 5,00
Stornara 6,00
Stornarella 5,50
Torremaggiore 5,50
Zapponeta 6,00

Il Governo è ancora alla ricerca di una soluzione per togliere definitivamente la rata, ma al momento le notizie non sono positive. Si attende il passaggio delle festività per vedere se effettivamente sarà possibile fare qualcosa di concreto.


Rivolgetevi alle seguenti strutture per tutti i calcoli dei pagamenti dovuti:


CAF MCL – PATRONATO SIAS

CAF-firma

                              

FOGGIAUfficio di Zona: Via Concetto Marchesi n.25

RESPONSABILE: SCRIMA NICOLA 

TEL. +39 0881 772512

CEL. +39 328 6345139

 

 

LUCERACentro di Raccolta: Via Vittorio Veneto n.61

RESPONSABILE: SERRICHIO MICHELE 

CEL. +39 380 3082775

5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 5.00 (1 Voto)