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NATURA

Il Lago Pescara

A nord-est di Monte Cornacchia, alle pendici del Toppo Pescara, vi è un piccolo bacino naturale chiamato Lago Pescara.
Il laghetto si estende per circa tre ettari con una profondità che, al centro del lago, raggiunge anche i quattro metri. Privo d'emissari naturali, le sue acque sono alimentate da sorgenti sottolacustri e da ruscelli formatisi dopo le precipitazioni e dopo lo scioglimento delle nevi. Dall'alto della sua posizione si domina la pianura circostante, interrotta all'orizzonte dalla collina fortificata di Lucera, al centro del tavoliere, e dal promontorio del Gargano.
Il termine "Pescara" del laghetto deriva, probabilmente, da un errore di trascrizione sulle carte toponomastiche, in quanto la gente del posto gli assegnava il nome di "Peschiera", attribuendo al laghetto una certa immagine di positività per la pesca. Il clima della zona presenta un'estate mite ed un inverno piuttosto rigido con abbondanti nevicate.
Nel lago si ha una presenza dominante d'Alghe verdi Clorificee e Crisoficee. Tra gli organismi che vivono a contatto con la superficie dell'acqua sono presenti, nel periodo primavera-estate, gerridi e coleotteri ed in primavera, lungo le rive del lago si possono vedere rane esculente, salamandre e bisce d'acqua. Lo specchio d'acqua mostra una ricca vegetazione igrofila. Dalla primavera si ha un rigoglioso affioramento di vegetazione, che arriva a coprire quasi i 2/3 della superficie del lago, nel periodo estivo. In prossimità della riva si trovano abbondanti macrofite, quali giunchi che affondano nel substrato del lago, mentre la superficie dell'acqua appare quasi uniformemente coperta dalle galleggianti foglie delle cosiddette Lingue d'acqua, qua e là accompagnato da bianchi fiori del Ranuncolo acquatico.
Il Lago Pescara costituisce anche un ecosistema ottimale per la vita e la riproduzione anche di varie specie ittiche quali carpe, barbi e alborelle. Il lago rappresenta un biotipo unico e raro.

I Boschi

Il Bosco della Cerasa e il Boschetto sono i due complessi boschivi del territorio di Biccari.
Il Boschetto copre una superficie di circa 107 ettari sul versante nord orientale di Monte Sidone. La copertura vegetale, è rappresentata da un ceduo matriciato a prevalenza di Cerro, con Acero campestre, Olmo Campestre, Roverella, Acero opalo, Melastro e Perastro.
Il Bosco della Cerasa, ceduo matriciato a prevalenza di Cerro con Faggio, si estende per circa 94 ettari sul versante settentrionale del Toppo Pescara. In questo bosco sono presenti il Cerro, L'Acero campestre, il Nocciolo ed il Carpino bianco, ma lungo i corsi d'acqua s'incontra anche il Salice maggiore.
L'area naturale, nelle contrade Toppo Pescara, Monte Sidone e Triccari, è stata interessata dal rimboschimento forestale con l'utilizzo di specie esotiche quali il pino nero, l'abete greco, il cedro atlantico ed altre conifere. Nel sottobosco troviamo Dafne laureola, Biancospino, Rosa canina, Agrifoglio, Rovo, Pungitopo, Corniolo e Prugnolo e nel piano erbaceo tappeti di Non ti scordar di me, in primavera vistose fioriture di Primula e di Ciclamino in autunno ed ancora Aglio orsino, Ranunculo , Veronica comune, Bucaneve, Mughetto Asparago.
Spesso si trovano nel sottobosco Orchidee come l'Orchis purpurea e rare colonie di un Giglio selvatico dalla vistosa fioritura arancione e Cardi di vario tipo nelle zone aperte, che costituiscono un'importante risorsa per numerosi insetti che si nutrono di nettare.

La Raccolta del Tartufo

I boschi del Sub Appennino Dauno, nel territorio agro-forestale del comune di Biccari, costituiscono una delle cinque aree tartufigene naturali del territorio pugliese, insieme alle cerrete ed alle faggete della Foresta Umbra, alle pinete costiere di Isola Varano, alle pinete dell'arco ionico ed alla zona costiera dei laghi Alimini, in provincia di Lecce.
L'habitat in cui cresce il tartufo è caratterizzato prevalentemente da latifoglie decidue, con una dominanza di querce, in particolare roverella e cerro.
La raccolta viene effettuata in modo tradizionale con l'ausilio del cane o del maiale, e ciò per limitare lo scavo al punto in cui si trova il tartufo ed evitare di mettere allo scoperto le radici dove possono trovarsi carpofori in formazione. La raccolta va condotta, in genere, in qualunque periodo dell'anno, ad esclusione delle ore più calde del giorno, poichè, per la diminuita emanazione di aroma da parte del fungo, essa potrebbe rivelarsi infruttuosa. Gli attrezzi impiegati per lo scavo sono i seguenti: una zappetta a manico corto, se il tartufo è localizzato in superficie, un vanghetto nel caso in cui invece si trovi in profondità e, infine, una borsa o tascapane per riporre i carpofori raccolti.
Una specie di tartufo tipico dell'agro di Biccari è il Tuber aestivum, comunemente chiamato Scorzone o tartufo d'estate. I corpi fruttiferi di questa specie hanno forma rotondeggiante generalmente regolare. Sono di dimensioni variabili e raggiungono anche il diametro di 10-12 cm. Matura da giugno a novembre. Si tratta di un tartufo commestibile di discrete qualità, anche se non è ritenuto di alto pregio come il tartufo nero di Norcia.

CULTURA

Il Museo Etnografico della Civiltà Contadina

Il museo si sviluppa in due sale: nella prima vengono illustrati il contesto sociale relativo al paese, dando particolare rilevanza al folklore nella cultura di una comunità, la casa contadina, con la presentazione di oggetti ed utensili della quotidianità familiare, immagini della devozione e della fede popolare. Nella seconda sala sono esposti oggetti relativi all'agricoltura ed alla pastorizia che rappresentano la continua evoluzione della "tecnologia contadina" e strumenti di lavoro artigianale.
Ogni oggetto esposto è identificato da un numero di archivio che è di riferimento ad una didascalia che ne rende chiaro l'uso ed il significato. La sezione didattica è fornita di una sala per lo studio e la documentazione.