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Stato:

Italia

Regione:

Puglia

Provincia:

Foggia

Coordinate:

41°42′0″N 15°44′0″E / 41.7°N 15.73333°E

Altitudine:

566 m s.l.m.

Superficie:

259,62 km²

Abitanti:

27.269

 

Densità:

101 ab./km²

Frazioni:

Matine

Comuni contigui:

Cagnano Varano, Foggia, Manfredonia, Monte Sant'Angelo, San Marco in Lamis

CAP:

71013

Pref. telefonico:

0882

Nome abitanti:

Sangiovannesi, Sangiovannari (dialetto)

Santo patrono:

San Giovanni Battista

Giorno festivo:

24 giugno

San Giovanni Rotondo è un comune italiano di 27.269 abitanti della provincia di Foggia in Puglia, famoso al mondo per ospitare le spoglie di san Pio da Pietrelcina, frate cappuccino vissuto a lungo nella cittadina. Il nome si riferisce alla presenza di una chiesetta dedicata a San Giovanni chiamata "della Rotonda" per la sua forma circolare.


TERRITORIO

Il comune fa parte del Parco Nazionale del Gargano e della Comunità Montana del Gargano. Il territorio comunale confina a nord e ad ovest con San Marco in Lamis, ad est con Monte Sant'Angelo e a sud con Manfredonia e Foggia; esso è il 62º comune in Italia per estensione territoriale e va dalle pendici del Gargano, fino alla pianura del Tavoliere. Il dislivello altimetrico oscilla da 1065 m a 8,5 m. Il suo clima è caratterizzato da inverni freddi che si aggirano intorno a 0° C e da estati abbastanza calde di 25° C: sono frequenti le nevicate Il comune è esposto prevalentemente a venti settentrionali, le nebbie non sono abituali, ma a volte sono intense. La flora presente sul territorio è di grande interesse paesaggistico e scientifico: gli arbusti più presenti sono il perastro, l'olivastro, l'euforbia, il lentisco, il terebinto. Inoltre sono presenti 40 specie diverse di orchidee, alcune delle quali sono protette dall'Unione Europea. I boschi sono composti da: faggi, lecci, cerri e roverelle. In oltre in alcune zone a ridosso del centro abitato, ci sono stati dei rimboscamenti artificiali, e quindi si possono trovare specie non autoctone, come il pino d'Aleppo, il pino domestico, il pino nero, il cipresso, e il cedro. La fauna è molto vasta, la specie più diffusa sono gli uccelli, in particolare il picchio verde, il picchio rosso, il torcicollo, la poiana, lo sparviere, l'upupa, il gufo, il frosone ecc. Fra i mammiferi, le specie più diffuse su tutto il territorio vi sono la volpe, la faina, il riccio e la donnola. Nei boschi sono presenti: il tasso, la lepre, la puzzola, il topo selvatico e diverse specie di pipistrelli. Tra i serpenti, quasi tutti innocui, ci sono il cervone, il biacco, il saettone, la coronella e la vipera.


STORIA

La città di San Giovanni Rotondo fu fondata nel 1095 sulle rovine di un preesistente villaggio del IV secolo a.C. di cui restano segni visibili, come alcune tombe ed un battistero circolare che anticamente era destinato al culto di Giano, Dio bifronte, e in seguito fu consacrato a San Giovanni Battista. Durante il basso Medioevo ha sempre ricoperto incarichi importanti nell'organizzazione economica del Meridione; sotto il Regno delle Due Sicilie ad esempio, ha ricoperto l'incarico di stabilire i prezzi della mercanzia commercializzata nel regno.
Della storia di San Giovanni Rotondo è interessante ricordare una vicenda che ha caratterizzato il Risorgimento di questo paese in cui 24 patrioti sono stati assassinati per mano dei loro stessi concittadini aizzati dai Borboni nell'ottobre 1860. Il 14 ottobre 1920 San Giovanni Rotondo fu teatro di un grave fatto di sangue. Era il giorno dell'insediamento in municipio dei socialisti che avevano vinto contro una coalizione popolare-fascista, denominata Arditi di Cristo (1069 voti contro 850) e per paura di sommosse furono fatti confluire in paese 40 carabinieri e 82 soldati: la forte tensione nacque a causa della volontà di esporre la bandiera rossa dal balcone del municipio cui si contrapposero fascisti e popolari. Si svilupparono degli scontri e le forze armate fecero fuoco, dopo l'uccisione del carabiniere Vito Imbriani, ed il bilancio finale fu di 14 morti.
Proprio in questa città, dal 4 settembre 1916 al 23 settembre 1968, visse e morì padre Pio da Pietrelcina.

GONFALONE

Scudo sormontato dalla corona ducale. Il campo dello scudo è a fondo azzurro, nella parte alta sono disegnate tre torri merlate alla guelfa su base curva argentata, con al centro la maggiore. Nella parte centrale si erge sul fondato la rotonda del tempio, a cinque colonne, dedicato a San Giovanni Battista, tra il fianco destro e il cantone sinistro della punta è posta una bandiera bianca con croce rossa. Nella punta, su fondato verde e giallo tenue, si adagia un agnello con testa eretta. La corona ducale rappresenta il titolo del feudatario di questo territorio, mentre le tre torri indicano i tre borghi: il Castel Pirgiano, Sant'Egidio e Le Perni, i cui abitanti concorsero a costituire l'abitato di San Giovanni Rotondo. L'agnello con una bandiera è un simbolo che accompagna l'immagine del Santo Patrono, il quale soleva annunziare il messia dicendo alle genti: "ecco l'agnello di Dio", ed Il vessillo bianco è il simbolo della vittoria del Redentore sulle forze del male. Drappo bianco rettangolare frangiato alla base, di un metro per due, con fregi laterali verticali in oro in cui campeggia lo stemma comunale con la scritta centrata in oro "Comune di San Giovanni Rotondo".  I simboli sono Agnello, Torre  Argento, I colori sono Azzurro, Rosso, Verde.

MONUMENTI

Il centro storico è una zona quasi esclusivamente residenziale. Le attività a carattere commerciale-turistico si accentrano quasi esclusivamente intorno alla zona del Convento. Passeggiando per le sue vie si incontrano la chiesa di San Giuseppe Artigiano, la Chiesa di San Nicola, caratterizzata da un prezioso portale in rame raffigurante alcuni momenti della vita di San Nicola, la Chiesa di Santa Caterina (la più antica del paese), la Chiesa Matrice di San Leonardo (la chiesa principale di San Giovanni Rotondo, che sul portale d'ingresso presenta una preziosa statua di San Michele Arcangelo), la chiesa di Sant'Orsola, la Chiesa della Madonna di Loreto (che riproduce le dimensioni reali del sacro luogo natio del Signore a Betlemme), la Chiesa di Sant'Onofrio ed infine l'antica Chiesa di San Giovanni Battista del III-II secolo a.C. Alle chiese, per il loro innegabile interesse storico, vanno aggiunti i reperti archeologici dell'antico Borgo Sant'Egidio e di La Curvara.
San Giovanni Rotondo, nel Medioevo, era circondato da mura possenti, con 15 Torri e 4 porte, edificate tra XII e XIV secolo, ma oggi restano ben poche tracce della fortificazione e delle torri.

Porta Maggiore

Edificata da Federico II di Svevia, era una delle quattro porte della Città, la più grande, munita di un ponte levatoio.

Porta dei Comuni

Edificata tra il 1150 e il 1234, è detta anche "Portami Suso - portami in alto". Era la porta più importante e rappresentava il Comune-Università, è Inserita nella maestosa torre quadrangolare.

Porta del Lago

Edificata tra il 1150 e il 1234. La porta è detta "del Lago" perché prospiciente una vasta zona lacustre che si stendeva ad ovest delle fortificazioni. Era composta da archi semicircolari e con volta a forma gotica munita. Venne demolita nel 1876.

Portella

Era la più piccola delle quattro porte delle fortificazioni di San Giovanni Rotondo.

Torri e tracce murarie

Torre quadrangolare

Era una delle 15 torri edificate fra il 1150 ed il 1194, completate e consolidate verso il 1234 dall'imperatore svevo Federico II.

 

Torre Cilindrica

Era una delle 15 torri edificate tra il 1150 e il 1234, un tempo merlate. Ora è sede del Museo delle Arti Popolari.

Tracce Murarie

Di età normanno-sveva, facevano parte delle antiche fortificazioni di San Giovanni Rotondo. Oggi sono inglobate negli edifici del centro storico della città e, quelle che restano, sono visibili in alcune strade.

Palazzo Cavaniglia

Situato in Corso Regina Margherita, fu edificato tra il 1615 e il 1630. Fu sede del barone don Michele Cavaniglia, feudatario di San Giovanni Rotondo.

Palazzo San Francesco

Edificato nel 1470, fu in principio convento dei francescani fino al 1815, quando venne adibito a Palazzo di Città. Il palazzo, sede del comune, si trova in Piazza dei Martiri.

Palazzo del Capitano della Piazza d'Armi

Edificato nel Seicento, fu sede del gran Capitano Consalvo ferrante di Cordova "utile Signore della Terra di San Giovanni Rotondo".

Palazzo Verna

Risale al XVII-XVIII secolo e fu sede di una delle famiglie della Borghesia di San Giovanni Rotondo. I suoi componenti furono sindaci ed ecclesiastici, contribuirono con donazioni alla costruzione di chiese ed edifici pubblici, fra cui il Palazzo di Città.

Casa dell'Università

In età angioina e aragonese (XIV-XV secolo), era la sede dell'Università e delle assemblee popolari di San Giovanni Rotondo. La facciata del palazzo è arricchita da un portale con un arco a sesto acuto, e due bifore.

Casa natale di Celestino Galiani

In questa casa, risalente al XVII secolo, nacque Celestino Galiani, arcivescovo di Taranto, Tessalonica, Cappellano maggiore del Regno di Napoli e Ministro dei regi studi e Riformatore della regia Università degli studi di Napoli, definito "uomo dottissimo in tutte le scienze".

Palazzo Bramante-Giuliani (XVIII secolo)

Situato in via Galiani, fu edificato nel XVIII secolo, è uno dei palazzi simboli della città. Vi abitarono nei secoli Decurioni, Mastrogiurati, Sindaci, Podestà, Arcipreti.

Palazzo Lecce

È situato in Corso Giacomo Matteotti, fu edificato tra il 1930-1935 ed è sede di una delle famiglie benestanti della città. 

Ex Palazzo Cavalli-Massa

Edificato tra il 1930-1935, il palazzo presenta interessanti rilievi architettonici e fregi sulla facciata principale.

La Vittoria Alata-Monumento ai Caduti di Guerra

Situato in Piazza Europa, il monumento fu edificato nel 1924. Esso rappresenta la memoria e il ricordo della Città ai caduti delle due guerre. mondiali.

Monumento a Padre Pio

Realizzato dallo scultore Pericle Fazzini, raffigura in sei scene i tratti più salienti della vita del santo, che culminano con Padre Pio che alza un ostensorio. Il monumento e stato inaugurato il 28 luglio 1987 in Piazza Padre Pio ed è meta di molti pellegrini che raggiungono la città.

Monumento ai Caduti in Miniera

Edificato nel 1986, il monumento ricorda i 27 minatori caduti sul lavoro nella Miniera della Montecatini. Si trova nella piccola villa comunale antistante la Chiesa di Sant'Onofrio, in piazza del Carmine.

Via Crucis monumentale

Realizzata dallo scultore Francesco Messina, fu inaugurata il 25 maggio 1971. Si snoda su un viale che sale le pendici del Monte Castellana, e si interseca con una scalinata principale che conduce al Piazzale della Resurrezione, dove è collocata la statua del Cristo Risorto. La via Crucis è formata da 16 statue in bronzo, che rappresentano le 14 stazioni, il Cristo Risorto e la Statua di San Pio, e una in marmo di Carrara, raffigurante la Madonna con Bambino.

LUOGHI DI CULTO

La Chiesa di Sant'Orsola

E' una delle più antiche chiese di San Giovanni Rotondo, edificata alla fine del Cinquecento e quasi del tutto riedificata tra Seicento e Settecento. Sorse per volontà del sacerdote don Giovanni Donato Verna che voleva affiancarvi anche un monastero per suore. Situata nel centro storico di San Giovanni Rotondo, è l'edificio sacro più ricco di arte e di storia. Sorta come Chiesa del Purgatorio, dal 8 dicembre 1638 la chiesa è sede dell'Arciconfraternita dei Morti. All'esterno, la facciata curvilinea in stile barocco rococò è impreziosita dal portale di breccia e da finestre e nicchie, dove trovano posto due statue in pietra raffiguranti San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio da Padova. L'interno, totalmente restaurato, custodisce diverse tele di pregio di scuola napoletana, quella dei Santi Vescovi, quella della Madonna col Bambino, San Gaetano da Thiene e Anime del Purgatorio. La tela del purgatorio, posta al centro del Coro, è opera del Pittore Nunzio De Nunzi ed è datata 1707. Al Cinquecento risale la tela della Deposizione, di scuola veneta posta a sinistra dell'ingresso. Pregevoli gli apparati lignei, l'organo cinquecentesco, i pulpiti di legno dorato e il Coro. Nel 1928 il pittore milanese Natale Penati realizzò i dipinti del soffitto e dei cornicioni, raffiguranti il Martirio di Sant'Orsola e Episodi della vita di Sant'Antonio da Padova.

Chiesa di Sant'Onofrio Anacoreta

La chiesa di Sant'Onofrio ha origini medievali,per cui risente della severa essenzialità degli Ordini Mendicanti in capitanata a cavallo tra i secoli XIII e XIV. Fu edificata come "opera regia" da Federico II di Svevia che già aveva proclamato la città di S. Giovanni Rotondo "luogo regio" affrancandola nei confronti dell'Abazia di San Giovanni in Lamis. La facciata è a capanna in stile romanico-gotico, ed è arricchita da un portale ogivale, da un doppio oculo e da un coronamento ad archetti pensili. All'esterno, sul portale, si legge un epigrafe in caratteri tardo gotici che chiarisce la genesi dell'edificio, e cioè che risale agli anni attorno la metà del Duecento, precisamente è databile al 1231. L'interno conserva resti di affreschi trecenteschi.
Da tempo immemorabile la piazza di S. Giovanni Rotondo ebbe enorme importanza per i commercianti di cereali di tutta la Puglia, poiché vi si svolgeva una fiera fiorentissima i cui prezzi erano presi a riferimento per la vendita in altri luoghi. Questa consuetudine spinse i sovrani del Regno delle due Sicilie a emanare disposizioni che resero obbligatori tali prezzi in tutte le terre del regno. Il prezzo dei cereali veniva proclamato proprio nella chiesa di Sant'Onofrio, alla presenza di moltissimi sindaci. La "voce" del prezzo veniva resa pubblica da un banditore, che nel giorno dedicato a S. Onofrio (11 giugno) emetteva le sue "grida" in tutte le strade della città. Nell'anno 1575 una pragmatica del viceré spostava la fiera di Sant'Onofrio e la data delle "grida" al giorno 19 giugno, festa di S. Pietro e Paolo, poiché a mese inoltrato si aveva più certezza della qualità e della quantità del raccolto.
Nella chiesa è venerata la Madonna del Monte Carmelo ed il 16 luglio vi è anche una festa in suo onore.

Chiesa di San Giovanni Battista o della Rotonda

La Chiesa di San Giovanni Battista, nota anche con il nome di "Rotonda", risale al VI-VII secolo, ed è l'edificio religioso più antico e ricco di storia, da cui prese il nome la città. La tradizione vuole che la chiesa sia sorta sulle rovine di un antichissimo tempio dedicato al dio Giano. La chiesa era tappa obbligatoria dei Longobardi perché sita lungo il percorso della Via Sacra Longobardorum, che conduceva alla grotta di San Michele. Si pensa, inoltre, sia stata per un lungo periodo un Battistero, dato i ritrovamenti di un fonte battesimale. La chiesa è situata nella zona est della città, in prossimità della chiesa di sant'Onofrio. A tutt'oggi è sconsacrata.

Chiesa di San Leonardo Abate

La Chiesa di San Leonardo Abate è la chiesa matrice di San Giovanni Rotondo. Ha origini medioevali, ma restano ben poche tracce dal momento che nella seconda metà del Seicento l'arcivescovo di Manfredonia Vincenzo Maria Orsini, futuro papa Benedetto XIII, ne decise l'abbattimento e invitò il popolo sangiovannese a riedificare la chiesa a proprie spese, cessando di praticare usi e costumi superstiziosi: il popolo ignora l'interdetto e l'arcivescovo scomunica tutti. In questo frangente si sviluppa un morbo misterioso che attacca i sangiovannesi e provoca circa 500 vittime su una popolazione di 2690 persone. La popolazione pensa subito ad un castigo di Dio, e l'Arcivescovo Orsini, decide di revocare la scomunica. Il 26 ottobre 1678 viene posta la prima pietra della nuova chiesa di San Leonardo: la Chiesa oggi si presenta a due navate. La Facciata principale presenta due scalinate laterali e un portale in legno sul quale è incastonata, in una nicchia, la statua di San Michele arcangelo. In alto, sul cornicione, sono poste ai lati due statue della Beata Vergine Maria, e, al centro, si erge una lastra sulla quale c'è scritto: D.O.M "Deo Optimo Maximo" che significa "A Dio, Il piu buono, il più grande", e sulla quale posa una croce. Sulla Facciata della navata laterale si erge una scalinata monumentale con un portale in legno. All'interno della chiesa e possibile ammirare la volta a capriate della navata centrale e sui lati 6 altari votivi dedicati a: San Giovanni Battista (Santo patrono di San Giovanni Rotondo), San Giuseppe, San Lonardo abate, San Michele Arcangelo, Cuore di Gesù, e alla madonna del Rosario. La navata laterale è dedicata a San Giovanni Battista e vi è posto il fonte battesimale.
La chiesa è oggi sede dell'omonima parrocchia.

Chiesa di San Giuseppe Artigiano

La Chiesa di San Giuseppe Artigiano è situata nel centro della città, in Piazza Europa presso la Villa Comunale, e vi ha sede l'omonima parrocchia. La posa della prima pietra risale al 1 maggio 1958, ed avvenne in presenza di Padre Pio, il quale firmo anche una pergamena ricordo, che fu chiusa nelle fondamenta. La chiesa si presenta come un edificio moderno a pianta centrale; l'interno è formato da una grande aula liturgica, due navate laterali e la cappella del Santissimo Sacramento. L'aula liturgica è arricchita da stupende decorazioni tra cui lo stupendo mosaico raffigurante la Deesis con Cristo Pantogratore al centro, e la madre di Dio e San Giuseppe ai lati in atteggiamento orante, l'ambone con le icone dei quattro Evangelisti, l'altare marmoreo, il ciborio nella cappella del Santissimo Sacramento e le stupende vetrate istoriate che rappresentano il ciclo cristologico.
La parrocchia di San Giuseppe Artigiano rappresenta una delle parrocchie più popolate della città, dato la sua estensione territoriale.

Parrocchia della Trasfigurazione del Signore

La Parrocchia della Trasfigurazione del Signore è di recentissima costruzione, in quanto risale al 2001. La Parrocchia è sita in una chiesa provvisoria situata in Piazza Madre Teresa di Calcutta. La Parrocchia nasce per motivi legati allo sviluppo territoriale e abitativo della città. Il territorio parrocchiale si è avuto sottraendo del territorio alle parrocchie di San Leonardo Abate, San Giuseppe Artigiano e San Francesco d'Assisi. Il 5 aprile 2008, è stata posta la prima pietra per il nuovo complesso parrocchiale e per la nuova chiesa.

Chiesa di San Francesco d'Assisi

La Parrocchia di San Francesco d'Assisi è una parrocchia situata nel quartiere Santa Croce di San Giovanni Rotondo.

Chiesa di San Donato

Situata nel centro storico, la chiesa di San Donato risale al 1292, quando fu fatta erigere dalla famiglia dei "Germani", in espiazione delle proprie colpe. Anticamente si accedeva alla chiesa da Corso Regina Margherita, mentre oggi il portale si trova in via San Donato. Il restauro più consistente fu eseguito nel 1878, quando il soffitto fu sostituito da una volta con mattoni. Negli anni trenta viene fatto un altro restauro ad opera del pittore milanese Natale Penati.

Chiesa di San Nicola

La chiesa di San Nicola fu edificata nel XVI secolo. Al suo interno si può ammirare, in particolare, la statua della "Madonna dei Sette Dolori", fatta venire da Napoli nel 1726, la cui rara e celestiale bellezza si fonde con la toccante espressione di dolore per la morte di Gesù.

Chiesa di Santa Caterina

La chiesa, anticamente detta di Santa Maria Maggiore, risale al 1176. Solo nel XVII secolo fu dedicata a santa Caterina. Pur essendo la chiesa più antica, non conserva il suo aspetto originale.

Chiesa e Convento di Santa Maria Maddalena

Il convento sorse per volontà dell'arciprete Bernardino Galassi. Fu costruito nel Seicento dopo la sua morte, vendendo tutti i suoi averi per seimila scudi d'oro. La chiesa del monastero, purtroppo, è crollata alcuni decenni fa a causa di un forte terremoto. Il convento ospitava suore appartenenti all'ordine delle Clarisse, che si dedicavano all'educazione delle figlie del ceto civile e accoglievano all'interno del proprio convento, ragazze del basso ceto, sottratte dalla stada. Ogni sabato i poveri della città, si radunavano nel parlatorio del convento e, secondo un'antica tradizione, ricevevano un'elemosina di pane. Dal 1925 al 1938, nei locali del convento, ebbe sede uno dei primi ospedaletti cittadini intitolato a "San Francesco d'Assisi", voluto da Padre Pio per i poveri della città.

Chiesa di San Giacomo Apostolo

La chiesa di San Giacomo Apostolo era di proprietà dell'antico ospedale di San Giovanni Rotondo, e si hanno tracce della sua esistenza sin dal 1304. Nel 1718 essa venne assegnata ai Gesuiti, che provvidero subito ad ingrandire la chiesa, demolendo alcune case di proprietà dell'ospedale. Il 6 novembre 1860 in questa chiesa si insediò un "Consiglio subitaneo di guerra" del nuovo Governo unitario, che vi emise una feroce sentenza di condanna a morte nei confronti di tredici cittadini sangiovannesi, riconosciuti colpevoli di eccitamento alla guerra civile durante la reazione borbonica del mese di ottobre del 1860, culminata con l'uccisione di ventiquattro cittadini liberali. La chiesa è situata in Corso Regina Margherita, a pochi metri dalla Chiesa Matrice.

Chiesa della Madonna di Loreto

La chiesetta, di piccole dimensioni, fu costruita extra moenia nel XV secolo da pellegrini marchigiani in visita al vicino Santuario di San Michele Arcangelo. La chiesetta riproduce le dimensioni reali della casa natia di Gesù ed è situata in Piazza del Carmine, a pochi metri dalla chiesa di Sant'Onofrio.

Complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie

Il complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie è formato dal convento dei cappuccini, da una chiesa antica ed una chiesa nuova entrambe dedicate a Santa Maria delle Grazie.
La chiesa antica fu eretta circa cinque secoli fa un tale di nome Antonio Landi, che donò ai Padri Cappuccini il suo podere situato su un poggio a nord-ovest dalla città di San Giovanni Rotondo. I Cappuccini innalzarono le mura della chiesa nel 1540. Prima di San Pio la chiesa ospitò un altro santo; nella celletta n°5 del convento infatti, dormì San Camillo de Lellis. Fu restaurata negli anni dopo il 1930 da Natale Penati.
La chiesa nuova fu costruita per esplicito desiderio di Padre Pio, con l'intenzione di poter ospitare in modo consono il notevole afflusso di migliaia di pellegrini che affluivano sempre più numerosi a San Giovanni Rotondo. Progettata dall'architetto Giuseppe Gentile, fu iniziata il 2 luglio 1956 e consacrata il 1º luglio 1959. La navata centrale è dominata da uno stupendo mosaico raffigurante La Madonna delle Grazie. Nel piano sottostante, è situata la cripta dove riposa il corpo di San Pio da Pietrelcina, sotto un monolito di 30 quintali. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2008 e stata riaperta la bara che conteneva il corpo di San Pio, per poi essere esposto, in una teca di cristallo, alla venerazione dei fedeli il 24 aprile 2008 fino al 23 settembre 2009.

Monastero e Chiesa della Resurrezione

Fu edificato nel 1975 per volere di Padre Pio e di fra Daniele Natale, su un terreno donato dal dottor Pietro Melillo alle Clarisse Cappuccine. La prima pietra del complesso religioso fu posata il 23 settembre 1975. Al suo interno, sorge la chiesa della Resurrezione, fulcro di preghiera di tutto il Monastero. Custodisce, inoltre, un ampio e capiente auditorium, nel quale hanno luogo seminari e convegni.

EVENTI

La tradizione religiosa di San Giovanni Rotondo si coglie anche in alcune delle feste e dei riti cittadini, come la vestizione delle Madonne, che ha luogo nelle vie del centro storico la sera del 15 agosto.
Altra festa importante è quella di Santa Maria delle Grazie che ricorre nei giorni 8-9-10 settembre: per questa occasione il quadro, di pregiata fattura, della Madonna delle Grazie sito presso l'omonimo Convento dei frati Cappuccini, dove è vissuto Padre Pio, viene portato in paese presso la Chiesa Matrice il 31 agosto e vi rimane fino al 10 settembre.

Ostensione di Padre Pio

Le spoglie del santo sono esposte nella cripta del convento di Santa Maria delle Grazie. Nel primo anno dell'ostensione del corpo, sono state circa cinque milioni e seicentomila le persone che hanno visitato la cripta del santo con le stimmate. Nella cripta del convento di Santa Maria delle Grazie, si può vedere il corpo del santo con il volto, conservato solo nella parte inferiore, ricoperto da una maschera di silicone che ne riproduce le sembianze, la salma poggia su un base di plexiglass forato e rivestito di tessuto. Al di sotto ci sono due contenitori in pvc pieni di gel di silice per la regolazione dell’umidità, mentre nella teca è stato immesso azoto per evitare ulteriori decomposizioni.
La maschera in silicone che copre il volto di S.Pio è stata realizzata da un'azienda specializzata londinese mentre gli indumenti sono in parte quelli originali, i mezzi guanti e le calze sono quelli che Padre Pio custodiva nella sua cella, tra gli indumenti non ancora utilizzati, mentre il saio è stato realizzato dalle suore clarisse di clausura del monastero della Resurrezione a S.Giovanni Rotondo e la stola bianca in broccato è in un tessuto realizzato negli anni Sessanta acquistato dai frati cappuccini.

Convento di Santa Marie delle Grazie

Il convento di Santa Maria delle Grazie fu costruito nel 1538 su richiesta e a spese del popolo di San Giovanni Rotondo e con il consenso di papa Giulio II. Nel 1540 i Frati Cappuccini ne presero possesso iniziando a costruire le prime casupole e terminando la costruzione della Chiesa. A causa della rivolta napoleonica e risorgimentale, nel 1811, i cappuccini dovettero abbandonare il convento per poi riaprirlo dopo quattro anni con nuovo e rinnovato impulso. Nel 1866, in seguito alle leggi rivoluzionarie, i frati furono nuovamente costretti all'esilio. Nel frattempo il convento e la chiesa erano diventati un terreno di proprietà di profittatori, infatti per tutelare e custodire la chiesa il sindaco di San Giovanni Rotondo invitò alcuni Frati Cappuccini a riprendere il loro operato nel convento, ma fu tutto inutile. Nel 1909 il sindaco Giuliani propose di riconsegnare il convento ai Frati Cappuccini per una pigione annuale di lire 300. Il futuro del convento cambiò con l'arrivo, nel 1916 a San Giovanni Rotondo, di un giovane frate sacerdote dalla salute malferma che si chiamava Padre Pio da Pietrelcina.

La chiesa di Padre Pio da Pietrelcina

Nel 1959, Padre Pio, con l'inaugurazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie, si rivolse ai suoi confratelli dicendo loro che avevano realizzato una "scatoletta di fiammiferi". La nuova chiesa del pellegrinaggio commissionata a Renzo Piano, è stata la risposta dei frati alle necessità dei fedeli che ogni anno affollavano a milioni la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. La costruzione della Chiesa, iniziata nel 1994, si è conclusa il 1° luglio 2004, dopo circa dieci anni dall’inizio dei lavori, ed è dedicata a San Pio da Pietrelcina. La dedicazione della chiesa è stata celebrata dal vescovo di Mafredonia e San Giovanni Rotondo, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, assistito da 7 diaconi e coadiuvato da circa 150 tra cardinali e vescovi e 500 preti. Uno spettacolo incredibile di gente che, oltre ai chierici, calcolava circa 20.000 persone. L'opera si sviluppa su una superficie di circa 9.200 mq. con una capacità di 7.000 posti a sedere, ma nelle grandi occasioni il grande sagrato può ospitare circa 30.000 fedeli. L'entrata della Chiesa è caratterizzata da una grande croce in pietra che racchiude in se un duplice significato: segno di travaglio, ma anche di vittoria. La Croce, alta 40 metri, è composta da 56 blocchi di pietra, differenti l’uno dall’altro, che costituiscono la parte verticale e da altri 14 utilizzati per i bracci; ha una base quadrata con lato di 2,5 metri ma lo spessore si restringe in altezza fino a 0,40 centimetri per dare un senso di immensità dell'opera. Entrati in chiesa ci si trova al cospetto di 21 arcate in pietra che si estendono a raggio partendo dall’altare e dal presbiterio; esse sono progressivamente decrescenti in luce e altezza dal sagrato verso la cappella dell’Eucaristia. L’altare rovesciato e posto in una posizione più bassa rispetto ai fedeli, denota che questo è il punto che si addice a Dio; alla sommità è presente una grande croce moderna in bronzo dorato illuminata da un cono di luce naturale che filtra da un’apposita apertura della copertura, la quale è realizzata utilizzando bellissime scandole in rame che con il passare del tempo cambiano il loro aspetto.
La firma di Renzo Piano conferisce alla nuova chiesa un grande valore artistico per le scelte architettoniche, innovative ma sempre nel rispetto della simbologia cristiana. Artisti di fama mondiale come Domenico Palladino, Giuliano Vangi e Arnaldo Pomodoro hanno dato il proprio contributo per la realizzazione di sculture e arredi sacri. Palladino ha realizzato il portone in bronzo dell’ingresso liturgico; l’ambone a destra dell’altare porta la firma di Vangi, mentre Pomodoro ha realizzato la croce in bronzo sospesa sull’altare. Piano ha conferito al suo progetto un modo diverso di concepire lo spazio e l’utilizzo della pietra come unica chiave significativa del progetto.

Via Crucis

Il pellegrinaggio percorre un preciso tratto che sale le pendici del monte Castellano. La realizzazione della prima Via Crucis venne inaugurata nel 1939 lungo il viale dei Cappuccini, ma il passare degli anni e l'aumento crescente del numero dei fedeli ha reso sempre più impercorribile questo tragitto. I Frati Cappuccini, il 25 maggio 1968, decisero di costruire una nuova Via Crucis che venne inaugurata il 25 maggio 1971 e percorre un preciso tratto che sale le pendici del monte Castellano, lungo il quale sono allestite 14 stazioni bronzee realizzate dallo scultore Francesco Messina. Nel quinto pannello è raffigurato Padre Pio che aiuta Cristo a risollevare la Croce. Una lunga scalinata compone il Viale della Madonna, formata da 152 gradini, sui quali sono montate altre opere dello stesso Messina.
Le sculture di Padre Pio, della madonna e di Gesù risorto aumentano il loro valore spirituale e la loro maestosità nel verde della pineta e nel rosso della roccia garganica, mentre fa da sfondo l'azzurro del cielo e la variegata pianura Dauna. I tornanti che vengono percorsi si intersecano più volte con l'ampia scalinata, che volge lo sguardo direttamente al piazzale della Risurrezione, dove è collocata la statua di Gesù risorto.

La Via Sacra dei Longobardi

I pellegrini diretti ai santuari garganici, seguivano un tragitto che conduceva nelle pianure del Tavoliere. La Via Sacra dei Longobardi collegava direttamente la capitale longobarda Benevento al Santuario di S. Michele sul Gargano, ed era scandita da santuari posti in successione e a distanza regolare: Santa Maria di Stignano e di San Matteo in territorio di San Marco in Lamis, la Grotta di San Michele a Monte Sant'Angelo, San Leonardo di Siponto a Manfredonia e, infine, il santuario dell'Incoronata a Foggia. Vi erano due strade che conducevano direttamente al Gargano. La prima passava attraverso la riva meridionale della laguna di Lesina mentre la seconda era quella che conduceva alla valle di S. Marco, la strada che collegava direttamente Roma con le regioni settentrionali e specialmente con la Puglia. Nelle vicinanze di Candelaro la strada si divideva: una proseguiva verso Nord- Est attraverso la valle di Stignano, S. Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo e Monte S. Angelo, l'altra proseguiva verso Sud- Est per collegarsi con Siponto. Lungo questo itinerario i Longobardi costruirono numerose chiese, monasteri, ospizi, posti di guardia, cappelle votive e c’erano anche luoghi di sosta con pozzi che, col tempo, sono diventati abbazie famose, come quelle di San Giovanni in Lamis, oggi convento di San Matteo, e San Leonardo di Siponto; altri sono diventate delle città come San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo. Gli studiosi fanno notare come questa "via sacra" non fosse lastricata, proprio perchè doveva apparire al viandante aspra e faticosa in quanto rappresentava il percorso di conversione che il cristiano era chiamato a compiere. I pellegrini diretti ai santuari garganici seguivano un percorso che, legandosi alla Via Appia e attraversati l'Irpinia e il Vallo di Bovino, sfociava nelle pianure del Tavoliere. Per questa via giungevano al Gargano i pellegrini della Campania, del Lazio, della Toscana, dell'Umbria e delle altre regioni settentrionali. Importante punto di sosta durante il cammino era l'abbazia sorta tra San Giovanni Rotondo e S. Marco, S. Giovanni de Lama (Santuario di San Matteo), situata in un punto strategico della valle che dominava il valico di Monte Celano. Il convento fu un importante centro benedettino per tutto il Medioevo, nel 1311 passò ai Cistercensi e infine ai Francescani che lo custodiscono tuttora. Dopo S. Matteo sorgeva una chiesetta dedicata a S. Giovanni, originariamente battistero con la caratteristica forma rotonda. Era sorta probabilmente in età tardo-antica, come una posta della via sacra. L'omonimo centro abitato di S. Giovanni Rotondo sorse agli inizi del secolo XI e prese la denominazione proprio dalla suddetta chiesa.
Ancora oggi si possono riconoscere le tracce del pellegrinaggio Garganico, ripercorrendo le vie o i tratturi, dai casolari e rustici accampamenti che i pellegrini realizzarono per riposarsi dal faticoso e spirituale cammino verso la salvezza dell'anima.

Il monumento di Pericle Fazzini a Padre Pio

Lo scultore Pericle Fazzini ha realizzato il monumento di Santo Padre Pio in una forma viva, in mezzo alla gente. Il supporto della statua ha la forma di nuvole passeggere che portano verso l’alto Padre Pio in una idea di glorificazione. In questa ascensione, accentuata dal saio mosso dal vento, la figura del Santo è presentata con il saio del religioso e la stola del sacerdote nello sforzo dinamico delle braccia e del viso, di guardare Cristo. Nei vuoti si possono scorgere sei profili di Padre Pio: due profili della testa esprimono la sofferenza e la gioia con la quale si è sforzato di sollevare le pene altrui, negli altri è in una fase di raccoglimento, con il braccio posato sul petto come quando portava la corona del rosario, di spalle mentre torna nella sua cella dopo le confessioni e con le braccia al cielo pregando per la salvezza dei fratelli. Tutti questi vuoti, stanno a significare il fenomeno della bilocazione, quando il Padre era visto in altri luoghi pur non avendo mai lasciato San Giovanni Rotondo. Nel monumento sono rappresentati due episodi a dimensioni umane e due di valore spirituale: Padre Pio mentre insegue con un forcone da fienile un compaesano che gli suggerisce di deporre il saio e sposarsi con una bella donna per guarire dalla sua malattia; le tentazioni e i tormenti che dovette soffrire da parte del diavolo; in atteggiamento di raccoglimento, mentre compie la missione di rimettere i peccati ad un giovane penitente.
In una forma drammatica, Padre Pio è ritratto con le braccia alzate davanti al Crocifisso in atteggiamento di accettazione della volontà del Padre, fino alla morte tanto da avere nelle sue carni le stimmate della crocifissione di Cristo. Il monumento a Padre Pio dello scultore Pericle Fazzini è stato inaugurato il 28 luglio 1897 nella Piazza Padre Pio, nell’anno centenario della sua nascita, nell’anniversario dell’arrivo del giovane Padre Pio al convento Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo (1916).

Il Parco Nazionale del Gargano

San Giovanni Rotondo è una meravigliosa sezione del Parco dove la natura si fonde con la spiritualità. Il Gargano è un imponente promontorio situato in provincia di Foggia; corrisponde a un massiccio montuoso chiamato lo sperone d'Italia che si protende per circa 70 km nell'Adriatico, creando il Golfo di Manfredonia. A est va sino alla cosiddetta Testa del Gargano, mentre a ovest si unisce con il Tavoliere delle Puglie. Il Gargano, l'unica montagna interamente pugliese, era in origine un'isola, poi unita alla terraferma dall'accumulo di depositi alluvionali, soprattutto del torrente Candelaro; la fascia settentrionale litoranea, bassa e sabbiosa, ha al suo interno il lago costiero di Varano e il lago di Lesina. Il massiccio, costituito per lo più da rocce calcaree, ha il suo apice col Monte Calvo (1056 m); presenta una morfologia carsica, evidenziata delle numerose grotte, abitate sin dalla preistoria. In alcune di esse sono stati rinvenuti manufatti risalenti al Paleolitico, anche se vi sono delle tombe riconducibili all'età del Ferro. Gli altri monti presenti sono lo Spigno, Giovannicchio e Monte Nero. Le grotte più famose sono quelle di Paglicci e Montenero, ma il Gargano è famoso anche per i trabucchi, costruzioni da pesca in legno e azionati da sistemi di argani. L'area più interna della regione è ricoperta da foreste tra cui la foresta Umbra. Una strada panoramica si sviluppa lungo quasi tutto il perimetro del Gargano, passando per molti dei centri principali, come San Nicandro Garganico, Carpino, Rodi Garganico, Peschici, Vieste, Mattinata e Manfredonia. Tra le località del retroterra si ricordano dei centri con santuari molto frequentati, come Monte Sant'Angelo, San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis, che evidenziano come il Gargano sia sempre stato, sin dall'epoca medievale, luogo di grande fervore religioso.
San Giovanni Rotondo è uno dei 18 comuni del Parco Nazionale del Gargano, area di più di 120.000 ettari che accoglie al suo interno innumerevoli habitat e aree protette, dove la natura si fonde con la spiritualità dei caratteristici reperti di tombe e battisteri presenti nel territorio. La natura, incantevole ed incontaminata, che avvolge San Giovanni Rotondo scende a strapiombo lungo la verdeggiante piana di Manfredonia, i colori e gli odori permettono di riscoprire le innumerevoli bellezze che la circondano, dalla morfologia del territorio alle diverse specie botaniche ed animali. Molte le possibilità di esplorare il Parco del Gargano attraverso itinerari percorribili a piedi o in bicicletta. Durante le passeggiate è possibile scoprire la diversità degli ambienti naturali: dagli imponenti faggi, agli agrifogli, è possibile incontrare il daino, il tasso, la volpe o altri rappresentanti delle centinaia di specie animali e di uccelli censite. La variabilità degli habitat, alternati con le distese dei campi coltivati dall'uomo, la presenza di oliveti e vigneti assicurano un paesaggio sempre vario e un percorso ricco di viste e panorami indimenticabili. Il Comune di San Giovanni Rotondo organizza molte attività mirate alla diffusione della conoscenza di un'area tra le più belle e ricche di storia, arte e cultura del Mediterraneo, tra cui itinerari ed escursioni di tipo sportivo, naturalistico, eno-gastronomico, storico-artistico e religioso.

L'Ospedale di San Giovanni Rotondo

L'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza è l'opera materiale che Padre Pio da Pietrelcina volle realizzare per dare sollievo a tutti quei fedeli che ogni giorno, personalmente o tramite lettere, si rivolgevano a lui per un conforto dai mali. Nel 1925, San Giovanni Rotondo lamentava la mancanza di un ospedale, e Padre Pio ebbe la gioia di vedere inaugurato il piccolo "Ospedale civile San Francesco", sorto nel vecchio convento delle Clarisse, composto da due corsie, con sette letti ciascuna e due camere riservate con cure gratuite ai poveri. Dopo tredici anni, il piccolo ospedale chiuse a causa del terremoto del 1938 che lo ridusse in macerie; restaurato e trasformato, il locale divenne poi asilo infantile. La sera del 9 gennaio 1940, nella cella del frate, nasceva l'idea della "Casa Sollievo della Sofferenza", che avrebbe dato sollievo e ospitalità ai bisognosi di cure, così un gruppo di figli spirituali realizzarono il suo desiderio: alleviare le sofferenze dei malati. Il 26 luglio 1954 si aprirono gli ambulatori con il successivo utilizzo della Banca del sangue. Il 5 maggio 1956, fu Padre Pio in persona a celebrare la messa di inaugurazione e da quel sanatorio, iniziato con 250 letti e con pochi reparti, oggi si è trasformato nell'ospedale più attrezzato del Mezzogiorno con 1.200 letti e reparti di ogni tipo.