Condividi con

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinPinterest

Chi c'è online

Abbiamo 197 visitatori e nessun utente online

Stato:

Italia

Regione:

Puglia

Provincia:

Foggia

Coordinate:

41°41′0″N 15°35′0″E/ 41.68333°N 15.58333°E

Altitudine:

590m s.l.m.

Superficie:

88,94 km²

Abitanti:

2.209

 

Densità:

25,4 ab./km²

Comuni contigui:

Apricena, Foggia, San Marco in Lamis, San Severo, San Giovanni Rotondo

CAP:

71010

Pref. telefonico:

0882

Nome abitanti:

Rignanesi

Santo patrono:

San Rocco

Giorno festivo:

16 agosto

Rignano Garganico è un comune italiano di 2.209 abitanti della provincia di Foggia in Puglia. La prima parte deriva dal nome latino di persona Rinnius o Ran(n)ius con l'aggiunta del suffisso -anus. La specifica è identificativa della zona.

TERRITORIO

Entrato a far parte nel 2004 del Parco Nazionale del Gargano, è in assoluto il più piccolo comune del promontorio. Sorge sulla cima di una collina, dalle cui alture si gode un'ampia veduta del Tavoliere delle Puglie: motivo per cui questo comune è soprannominato il "Balcone delle Puglie". Fa parte della Comunità Montana del Gargano. Confina con Apricena, Foggia, San Marco in Lamis, San Severo. Il clima, a causa dell'altura (590m) e della posizione interna, risente meno dell'influsso marino rispetto ad altri paesi del Gargano, pur essendo esso di tipo mediterraneo-continentalizzato con inverni a volte rigidi, in cui non mancano le nevicate, ed estati asciutte e più fresche rispetto al sottostante Tavoliere. Una caratteristica del clima locale è il vento, che soffia per parecchi giorni all'anno: se d'inverno accentua la sensazione di freddo, d'estate è sicuramente gradevole ed attenua la calura soffocante tipica pugliese.


STORIA

« Rignane, rigne quante vue, che ji 'ngoppe nun c'inghiane »

« Rignano, regna quanto vuoi che io non ci salgo lassù »

(Ferdinando IV di Borbone in visita in Capitanata, tradizione )

Le prime notizie documentate del paese risalgono al 1029, anche se le sue origini sono molto più antiche e risalgono fino alla preistoria, come testimoniano i reperti rinvenuti negli insediamenti archeologici che sorgono nei suoi dintorni: Grotta Paglicci, Grotta Spagnoli e i dolmen di Lamasecca e della Piana della Madonna di Cristo. All'interno di Grotta Paglicci sono state ritrovate alcune pitture parietali che hanno permesso di risalire all'esatta collocazione storica dei reperti, e cioè al Paleolitico superiore, anche se ci sono stati numerosi ritrovamenti risalenti al Paleolitico Medio ed Inferiore.
Nelle vicinanze di Paglicci è stato anche rinvenuto un dolmen, un esemplare di struttura megalitica, la prima, di tale genere, che sia mai apparsa in Capitanata. L'origine del nome è incerta, prevale l'ipotesi che derivi da Ara Iani ovvero altare di Giano, divinità venerata sul Gargano; un'altra ipotesi vuole che il toponimo Rignano derivi dal nome dell'antica Argos Hippium, evolutosi poi in Arpinianum, Arrinianum e quindi Rinianum, da cui l'attuale nome.
Ricostruire e raccontare la storia di Rignano non è facile, per cui si possono formulare solo delle ipotesi, almeno per la sua posizione geografica, quale rifugio per sfuggire a eccidi, devastazioni, scorrerie varie e guerre fra Longobardi, Greci, Saraceni e Bizantini, che distrussero intere città della Puglia intorno al 846/915 D.C. Con il ripetersi di saccheggi e barbarie, i primi abitanti dovettero fortificare Rignano cingendolo di torri e mura maestose, di cui ne restano tracce solo nella parte ovest della cittadina. Come fonte storicamente accertata ed in cui compare per la prima volta il nome " Rignano", vi è un " Diploma", datato Gennaio 1029, dato a Poto, monaco ed abate del Monastero di San Giovanni in Lamis (attuale Convento di San Matteo), da Cristoforo, catapano (magistrato) d'Italia e di Calabria, per conto dell'Imperatore Romano Argiropoli. In questo "Diploma", in cui sono descritti i confini del territorio soggetto alla Badia di San Matteo, passanti proprio per "… A Monte Guardiae Riniani…..". Nei testi antichi troviamo citato Rignano con diversi nomi, come Rinianum, Rigiano, Arignano, Riniani, ed anche Castellum Rigian, ma vi sono anche altre tesi che farebbero risalire Rignano a prima dell'era Cristiana, con riferimento all'etimologia della parola "ARA JANI" , che sta per "ARA di GIANO", cioè "ALTARE di GIANO" , il Dio Giano bifronte che " Regnat ab ara Janus", i cui abitanti di città o villaggi sottostanti le pendici della montagna, eressero qualche sacello votivo o altare in onore proprio del loro Dio Giano e da cui forse deriva proprio la parola che nei secoli si è trasformata nell'attuale "Rignano". In appoggio a tale tesi, e secondo una tradizione popolare, si pensa che siano stati gli abitanti di Villanova (frazione sotto Rignano) a fondare Rignano, dopo che un invasione di formiche l'avrebbe distrutta, e della quale ne restano pochi ruderi, rinvenuti in scavi archeologici.
Nel corso degli anni, Rignano conobbe, come tutti i Paesi della Daunia, diverse dominazioni: da quella Carolingia, Normanna, Angioina, Aragonese, passando per le guerre di predominio tra Spagna e Francia, fino ad arrivare ai moti rivoluzionari del 1800, con la reazione Borbonica, facendosi teatro anche di atti di brigantaggio, e partecipò anche alle Crociate con quattro militi, ognuno dei quali seguito da due scudieri.
Ruggero II, padre di Costanza D'Altavilla e nonno di Federico II, si era recato in Puglia, accompagnato dal duca Sergio. Lì Rainulfo, deciso a difendere il suo nuovo Ducato, aveva allestito un esercito con gli ottocento cavalieri germanici fornitigli da Lotario I e con un numero quasi pari di armati raccolti dalle milizie locali. Ruggero avrebbe forse fatto meglio a non sfidarlo a uno scontro frontale, ma i successi riportati in Campania lo avevano reso caparbio e ostinato, pertanto decise di sferrare l'attacco, e il luogo prescelto si trovava nei pressi delle mura del villaggio di Rignano, sul versante sud occidentale del Gargano: di Ruggero fu anche la responsabilità della sconfitta che ne seguì. Suo figlio, il giovane Ruggero, che dal padre era stato investito del titolo del Duca di Puglia due anni prima, si trovava qui impegnato nel suo primo importante combattimento per riconquistarlo, pur dimostrando d'essere un degno erede degli Altavilla, mentre il re aveva deciso di mettersi a capo di una seconda carica.
Quello che avvenne non lo sapremo mai con certezza, ma il risultato fu la più completa disfatta per le truppe di Ruggero, che fu il primo a fuggire e si diresse subito a Salerno, lasciando Sergio, trentanovesimo ed ultimo duca di Napoli, morto sul campo. Era il 30 ottobre 1137,quando avvenne il disastro di Rignano, e l'imperatore Lotario sarebbe morto di lì a cinque settimane. Eppure, per quanto possa sembrare strano, nemmeno la sconfitta di Rignano causò un danno duraturo a Ruggero, qualche città della Campania riuscì ad ottenere alcune concessioni che altrimenti le sarebbero state negate, e tutte gli rimasero fedeli. In linea di massima Ruggero non poteva ritenersi insoddisfatto: lo scotto pagato in denaro e in vite umane, ad eccezione delle perdite subite a Rignano, era minimo. Non si può del resto negare che il prestigio goduto da Ruggero aveva subito un grosso smacco. Molti dei suoi sostenitori dalle vedute meno larghe, erano scandalizzati dalla passività da lui dimostrata e l'avevano attribuita a codardia: quello che era accaduto a Rignano, dove in realtà Ruggero aveva sperato di riconquistare la sua reputazione, era servito solo a confermare i loro sospetti. Anche San Bernardo di Chiaravalle fu mandato a Rignanoper convincere Ruggero a venire a patti.

Durante il periodo del Brigantaggio, Rignano come tutti i paesi del Gargano, fu scosso da cruente battaglie e atti vandalici, come quella che contrappose nei pressi del fiume Candelabro, in un imboscata, i Lancieri di Montebello, a diverse bande di Briganti, guidati dai capibanda Angelo Maria del Sanbro di San Marco in Lamis e Gabriele Galardo, detto “Jalarde” di Rignano, che ebbero la meglio, lasciando sul campo diverse centinaia di lancieri e pochi briganti uccisi e feriti. Una lapide commemorativa, posta nei pressi del ponte di “ Ciccalento”, ricorda questo tragico evento avvenuto il 31 dicembre 1861: la leggenda vuole che il brigante “Jalardo” , avesse nascosto i bottini delle sue razzie, nella grotta di Paglicci, sita alle pendici di Rignano, tanto che gli abitanti del luogo chiamano la cavita “la grotta di jalarde”.
Ai primi del 900 Rignano viene colpito, anch’esso, dalla prima e dalla seconda guerra mondiale, con un tributo elevato di vite, e anche in questo caso si narra che, in occasione di una processione della statua di San Rocco, per le vie del Paese, diversi bombardieri sorvolarono Rignano, per bombardarlo, ma il Santo apparve ai piloti, che risparmiarono Rignano e la sua gente: da allora il 16 Agosto si festeggia San Rocco, il Santo Patrono. Gli avvenimenti degli ultimi anni, sono storie, che possono essere raccontate a voce per chiunque volesse recarsi a Rignano e scoprire le sue bellezze.


GONFALONE

 

 

 

 



"D'azzurro, alla lettera maiuscola R d'oro, accompagnata da due gigli dello stesso, uno a destra l'altro a sinistra, sormontata dalla stella di sei raggi, d'argento, accompagnata in punta dal monte alla tedesca di tre vette, di argento, uscente dalla punta. Ornamenti esteriori da Comune"

 

 

 

 

MONUMENTI

Grotta Paglicci

Sito di rilevanza archeologica nazionale. Quarant'anni di scavi e ricerche hanno infatti portato alla luce oltre 40.000 reperti, tra cui alcune pitture parietali neolitiche - raffiguranti impronte di mani - due cavalli di colore rosso intenso, numerosi graffiti eseguiti su ossa, pietre che testimoniano la conoscenza di una rudimentale forma di scrittura e un dolmen, di struttura megalitica, riconducibile ai primi insediamenti umani in Capitanata. Nell'era neolitica la grotta aveva una sorgente d'acqua. Quest'ultima porto ha vivere questo posto diverse civiltà. La grotta dista circa 6 km. da Rignano Garganico.

 

 

Dolina Cento Pozzi

 

 

Splendida dolina carsica con diversi "pozzi" e animali domestici vaganti, immersa nel Parco Nazionale del Gargano da cui si dipartono diversi sentieri che rendono possibili magnifici itinerari nell'area di Bosco Jancuglia.

 

 


Grotta Spagnoli  (Paleolitico)


 

 

Dolmen della piana della Madonna di Cristo - Età del bronzo


 

 

Suggestive nonché antiche costruzioni in pietra nell'area Lama Secca - Madonna di Cristo.





GROTTA TRAPPEDO - Varie Età dei metalli

GROTTA DEI MIRACOLI - Neolitico ed Età dei metalli

VALLONI DI PALOMBARA - Paleolitico, Neolitico, Età dei metalli, Età storiche.


Il centro storico

E' abbarbicato su un cucuzzolo con i suoi vicoli e vicoletti.

Il Palazzo Baronale

Col suo giardino sorto sulle basi di un castello di epoca medievale, di cui (più importante) resta una torre (delle ipotetiche 5) e piccole tracce delle vecchie mura di cinta;

Il Belvedere

Circonda la gran parte del centro storico e si scorge un magnifico panorama.

La Croce

E' anch'esso luogo per ammirare il fantastico panorama che si estende sotto la montagna di Rignano col Tavoliere delle Puglie e tutti i suoi variopinti colori: dal Golfo di Manfredonia fino alla Terra di Bari, al Monte Vulture e l'appennino Dauno fino a scorgere, col bel tempo, le vette della Maiella in Abruzzo. Qui alla Croce è ancora presente la vecchia pista di volo libero con il deltaplano, ormai in disuso, ma sfruttata dagli appassionati del settore che ogni tanto continuano a lanciarsi col deltaplano o parapendio.


LUOGHI DI CULTO

La Chiesa Madre "Maria Santissima Assunta"

 

 

 

Situata nel centro storico, di origine paleocristiana e con dipinti di Natale Penati.

 

 

 

 


La Madonna di Cristo

 



E' santuario risalente al primo medioevo e situato a 6 km da Rignano, immerso negli ulivi. E' frequentato dalla gente del posto ma anche da turisti, per lo più il martedi dopo Pasqua, quando si venera la Madonna con Bambino con una bella festa e ci si ferma nei dintorni della chiesetta per picnic e scampagnate.

CULTURA

Museo Grotta Paglicci

Al suo interno è possibile ammirare alcuni dei 45.000 reperti ritrovati nella grotta abitata dall'uomo preistorico tra 200.000 e 10.000 anni fa, in epoca Paleolitica. Nella mostra-museo sono presenti calchi, tra cui quello della sepoltura della donna di Paglicci, ed è possibile partecipare ad interessanti laboratori didattici.

EVENTI

- 16 luglio, festa della Madonna del Carmine.

- 13 agosto, Rignano Città Aperta - La Notte Bianca, con premio ai rignanesi nel mondo.

- 15 e 16 agosto, festa patronale in onore di Maria Ss.ma Assunta (titolare della parrocchia ed omonima Chiesa Madre) e di San Rocco (titolare dell'omonima chiesa all'ingresso del paese).

- Prima settimana di agosto: sagre dei vari prodotti tipici della zona, da segnalare la sagra della carne di capra cucinata secondo le usanze del luogo che attira ogni anno turisti da tutta la Capitanata;

- Primo martedì dopo Pasqua: Festa della Madre di Cristo, nell'antica cappella (X sec.) sito nella località omonima a 8 km da Rignano: S. Messa,fuochi d'artificio e pic nic familiari all'aperto tra olivi e prati fioriti;

- Festa dei Piccoli Comuni, di solito la prima domenica di maggio

- Presepe vivente in quattro date definite di anno in anno (tra fine dicembre ed inizi gennaio). Tale presepe, giunto nel 2008 alla sua undicesima edizione è ormai divenuto uno dei più caratteristici dell'intero meridione. Lo stesso "Parco nazionale del Gargano" ha edito sul presepe un recente film promozionale mediante il quale il presepe vivente sarà promosso nell'intera Europa.