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Stato:

Italia

Regione:

Puglia

Provincia:

Foggia

Coordinate:

41°7′0″N 15°17′0″E / 41.11667°N 15.28333°E

Altitudine:

760 m s.l.m.

Superficie:

11,12 km²

Abitanti:

1.885


Densità:

177,3 ab./km²

Frazioni:

Carifano, Lo Russo, Losciarpo, Mastralessio, Morra, Nocelle

Comuni contigui:

Monteleone di Puglia, San Sossio Baronia (AV), Sant'Agata di Puglia, Scampitella (AV), Vallesaccarda (AV), Zungoli (AV)

CAP:

71020

Pref. telefonico:

0881

Nome abitanti:

Anzanesi

Santo patrono:

Madonna di Anzano

Giorno festivo:

lunedi dopo la Pentecoste

Anzano di Puglia (fino al 1931 Anzano degli Irpini) è un comune italiano di 1.885 abitanti della provincia di Foggia e fa parte della Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali. Il suo nome deriva dal nome di persona latino Antius con l'aggiunta del suffisso -anus che indica appartenenza. La specifica è identificativa della zona.

TERRITORIO

Anzano di Puglia è situato nel Subappennino Dauno: confina con Monteleone di Puglia, San Sossio Baronia (AV), Sant'Agata di Puglia, Scampitella (AV), Vallesaccarda (AV), Zungoli (AV). Non sono presenti corsi d’acqua, fiumi, torrenti o altro. Il comune presenta un clima tipico dei comuni che si trovano sul Subappenino ovvero, un clima abbastanza rigido d’inverno e un piacevole refrigerio in estate: le temperature vanno da un minimo di 3° C invernali ad un massimo di 20° C estivi. Il Comune di Anzano ha l’estensione territoriale più piccola della provincia di Foggia. E’ un paese autonomo da Trevico (AV) dal 1810. Si sviluppa sulle pendici di una vallata, ben inserendosi con il verde paesaggio collinare che le circonda.
Posto  a 760 mt. s.l.m. ai confini con la Campania, il suo territorio è adagiato in parti uguali sul versante appenninico pugliese per 500 ettari, e campano  per 600 ettari: la linea dello spartiacque corre sui monti di Scampitella, della Gessara, di Piana dell’Aia, di Piana delle Mandrie. Per questa sua posizione è appartenuto alternativamente alla provincia di Avellino e alla provincia di Foggia.

STORIA

Manca di un vero e proprio centro storico, perché distrutto da vari terremoti: il più tremendo fu quello del 1930, che provocò la caduta della chiesa in stile romanico a tre navate e la distruzione di gran parte del centro storico. Dopo le relative ricostruzioni il paese ha assunto un aspetto moderno, tanto che il territorio non presenta caratteristiche di degrado ambientale; le poche case più vecchie ancora presenti, risalgono agli inizi del novecento e gli unici beni architettonici rimasti sono da considerarsi i Portali di alcune abitazioni di proprietà private, concentrati in quel poco che resta del centro storico.
Dal sottosuolo di Anzano di Puglia sono emerse tracce appartenenti al neolitico inferiore, del bronzo finale, resti di vasi sanniti, romani e medioevali.
Nel corso della storia, si sono alternati diversi nomi del paese da: Anxanum a Avezani fino a Antianus Anzanus. E’ posizionata su un nodo viario romano e precisamente all'incrocio della via Herculea con la via Aurelia Haeclanensis (braccio della via Appia che seguiva pressappoco l’attuale tracciato del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela che l’ambisce proprio il Comune di Anzano), che porta a Herdonia (Ordona).
Per questa sua posizione, si ritiene che sia il luogo in cui effettivamente si trovava la famosa villa vicino Trevici (casa di campagna nelle vicinanze di Trevico), in cui soggiornò Orazio nel suo viaggio da Roma a Brindisi: probabilmente per questo motivo sul suo stemma è raffigurato un tempio romano attraversato da una strada.
Dal I al V sec d. C. la colonia di Eclano comprende nel suo agro Anzano, Accadia, la Roggia (Santa Maria di Olivola). Durante la seconda e la terza guerra sannita, i Romani cambiarono i nomi a tutte le città sannite, così anche Anzano dovette subire questo cambiamento, perdendo così il nome irpino e assumendo quello latino: Ad Matrem Magnam. Il suo nome, di origine romana, risale al 841 e si presenta come parte di feudo dell’immenso territorio che l’imperatore di Germania Lotario I donò al monastero di Farfa,  anche se la sua storia si sviluppa per lo più nel Medioevo.
Il 10 novembre 1131 è nominata come S. Maria di Anzano nel Diploma di Riccardo e da questo momento la storia della Chiesa di S. Maria di Anzano, in passato chiamata S.Maria in Silice, è legata all’esistenza di un Casale, facente parte fino al XIV secolo della Diocesi di Monte Corbino, nel Principato Citra: è a questa Diocesi che fino al 1310 vengono pagate le decime.
Nel 1343 diventa Casale della Baronia di Vico e di Flumeri, federazione di Casali in cui gli abitanti circolavano liberamente ed i beni erano comunitari su tutto il territorio, tra il feudatario e l’Università, tra Università e Università, per cui i cittadini avevano il diritto di legnare, di prelevare acqua e pascolare.
Nella metà del XV secolo la guerra tra Aragonesi ed Angioini determina la crisi della Baronia e la conseguente distruzione di Accadia, Casaleandra e probabilmente anche di Anzano. Infatti, nel 1462, Ferrante D’Aragona, durante i 19 giorni di assedio ad Accadia distrusse, quasi certamente, anche Anzano.
Nel 1487 risulta un territorio ufficialmente disabitato e quindi fu accorpato al comune di Trevico (AV): i motivi dello spopolamento sono ignoti, ma sicuramente sono legati sia alle calamità naturali, come terremoti e peste, sia alle azioni dell’uomo, quali guerre e saccheggi.
Agli inizi del 1700 riprendono vita i ricoveri per animali: le pagliaia e le mandre, ma anche costruzioni in pietra di masserie, abitate poi fino alla metà del 1900.
Nel 1799, durante la Rivoluzione Napoletana, il casale di Anzano chiede l’autonomia da Trevico sia per la lontananza, circa 9 Km, sia per la mancanza di collegamenti; l’amministrazione di Trevico risponde che ci sono tre strade di cui una carrozzabile e che se anche volessero concedere l’autonomia, in Anzano non si troverebbero uomini atti ad amministrare perché tutti poco acculturati.
In una relazione dell’Intendente di Avellino del 1813 si afferma che Anzano fu creato Comune dall’esercito francese.
Si ritiene che Anzano divenne autonoma con un decreto ministeriale emesso nel 1809, e il primo gennaio 1810, diventa ufficialmente Comune autonomo da Trevico.

IL GONFALONE

 

 

Il gonfalone di Anzano di Puglia è di colore azzurro, all’interno vi è un tempio di architettura greca, visto frontalmente, con quattro colonne doriche, fondate sul crepidona di tre scalini, le colonne cimate dell'architrave sostenute in fregio scanalato cimato dal frontone ornato da tre acroteri, il tutto d'argento e attraversante la banda effigiante la strada consolare romana con i basoli di grigio naturale più scuro

 

LUOGHI DI CULTO


SANTUARIO SANTA MARIA DI ANZANO


La leggenda narra che dove oggi si trova Anzano vi era un  bosco folto, con qualche piccola casetta qua e là , dove i pastori pascolavano il loro gregge. Un giorno, entrati nel bosco,videro una statua della Madonna ricoperta da un manto azzurro trapuntata di stelle, maestosamente seduta su di una sedia regale con braccioli, con  un bambino sul ginocchio sinistro, che sostiene, a sua volta, con la mano destra un piccolo mappamondo sormontato dalla croce.
I cittadini si rivolsero subito al vescovo di Trevico, che, recatosi sul posto con tutto il clero, cercò di far trasportare la maestosa statua a Trevico, su di un carro agricolo trainato da buoi. Il carro si mosse, ma dopo un breve tratto di strada, il carro si arrestò e fu impossibile, col pungolo, con la voce, con l’aiuto delle robuste braccia dei mandriani, costringere buoi e carro a muoversi ancora. Si tentò, allora, di immettersi sulla via Erculea, facilmente praticabile coi carri e coi cocchi, e di portare la statua della Madonna a Zungoli, ma anche questo tentativo risultò vano, perché a cento metri dall’immissione sulla via Erculea, in località Casino, buoi e carro non si mossero più. Il terzo ed ultimo tentativo, quello di recarsi verso Scampata o Scampitella, ebbe lo stesso effetto: carro e buoi non si mossero dal luogo ora detto Masserie.
Fu chiaro, allora, che la Madonna voleva restare lì dov’era stata avvistata la prima volta: per cui fu ricondotta nel luogo originario del ritrovamento. In quel posto fu costruita subito una chiesetta che divenne un punto di accoglienza per tutti i villani circostanti: uomini, donne e bambini si raccoglievano, la sera, ai piedi della Madonna che fu chiamata S.Maria in Silice, dalla via lastricata a selce, o selciato, a cantare lodi e benedizioni; là accorrevano, con gli altri, i cittadini della vicina Anxanum-Anzano, si raccoglievano ogni anno, nel giorno anniversario del rinvenimento della statua, il lunedì di Pentecoste, portando con se i sacerdoti, tutti gli abitanti di Trevico, di Zungoli, di Scampitella e della vicinissima Anzano. Intorno a quella prima chiesetta i contadini abbatterono gli alberi, dissodarono la terra, costruirono le loro abitazioni, che crebbero nel tempo, specialmente con l’immigrazione massiccia dei restanti cittadini dell’Anzano distrutta ed abbandonata, formando un villaggio.
Questa leggenda si confonde con la storia del paese, si ripete da padre a figlio, e indica nel posto attuale del battistero parrocchiale il luogo del rinvenimento della statua della Madonna e che è in parte suffragata dal fatto che ancor oggi, a distanza di anni e di secoli, gli abitanti. di Trevico, di Zungoli e di Scampitella, guidati dai loro sacerdoti, nel giorno dedicato alla festa della Madonna di Anzano, o S. Maria di Anzano, il lunedì di Pentecoste, come si è detto, muovono in numeroso pellegrinaggio verso Anzano e vengono ricevuti dalla Statua che, in processione, va loro incontro nei tre posti indicati dalla tradizione ove il carro si sarebbe fermato per non più muoversi verso i rispettivi paesi.
Nell’attuale chiesa, c’è una lapide con la seguente scritta:

SS. D. N. PIUS PP VII OMNIBUS CHRISTIS FIDELIBUS VERE POENITENTIBUS AC SACRA COMMUNIONE REFECTIS ANZANI ECCLESIAM HANC IN FESTO PURIFICATIONIS BM VIRGINIS VISITANTIBUS ET IUXTA MENTEM SANCTITATIS SUAE ORANTIBUS INDULGENTIAM PLENARIAM FIDELIBUS ETIAM DEFUNCTIS APPLICABILEM A PRIMIS VESPERIS AD TOTAM EIUSDEM FESTIVITATIS OCTAVAM LUCRANDAM CYRIACO ARCHIPRESBYTERO ROSSI HUMILITER ORANTE SUB DIE XXI NOVEMBRIS MDCCCXX R S ANNO BENIGNE IN PERPETUUM

Traduzione:

SS. D.N. PAPA PIO VII A TUTTI I FEDELI IN CRISTO VERAMENTE PENTITI E CONFORTATI DALLA SANTA COMUNIONE CHE VISITANO QUESTA CHIESA DI ANZANO NELLA FESTA DELLA PURIFICAZIONE DELLA B M VERGINE E CHE PREGANO SECONDO LE INTENZIONI DI SUA SANTITA’ E’ CONCESSA L’INDULGENZA PLENARIA AI FEDELI APPLICABILE ANCHE AI DEFUNTI DAI PRIMI VESPRI A TUTTA L’OTTAVA DELLA STESSA FESTIVITA’ CIRIACO ARCIPRETE ROSSI UMILMENTE PREGANTE NEL GIORNO 21 NOVEMBRE NELL’ANNO R S 1820.

Il 21 novembre 1820, il Papa Pio VII, riconosce la chiesa di Anzano come Santuario di Santa Maria, per cui, ai fedeli che visitano la chiesa nel giorno della festa della purificazione della Beata Vergine Maria, il 2 febbraio, è concessa l’indulgenza.