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 L'itinerario è tutto da scoprire. Un tuffo nella nostra storia culturale e culinaria. Il viaggio è ricco di una connotazione agropastorale che nonostante tutte le trasformazioni ambientali sembra esser rimasto intatto.
Lo scenario dei Monti Dauni, con accanto paesaggi storici della Capitanata e residue mezzane, piccoli boschi di alto fusto di querce (in genere roverella Quercus pubescens) che ci raccontano le grosse foreste intercalate a sconfinati pascoli e acquitrini che un tempo accoglievano le mandrie e i pastori al termine del loro lungo viaggio.

Le distese di grano che ondeggiano sotto il maestrale incise da solchi verdi dei torrenti che scendono dai Monti Dauni: Salsola, Vulgano e Casanova, nascono tutti su questi monti, meglio definirle colline, ammantati ancora da boschi verdissimi e fertili pascoli. Dal crinale della Crocella di Motta ammiriamo il profilo di queste alture, con gli estesi boschi Marano, San Cristoforo, Pozzano, fino ad intravedere, in lontananza il contrafforte di Toppo Pescara con il Monte Cornacchia alto 1151 metri e definito il tetto della Puglia. Seguendo il corso di un altro torrente il La Catola,  si unisce al Fortore ed insieme al Toppino creando il lago di Occhito. Qui è possibile ammirare uccelli d'acqua (anatre, aironi, limicoli ecc.) anfibi rari quali l'ululone appenninico. 

Iniziamo il viaggio e per comodità di indicazioni, partiamo da Foggia dal km 327,400 lungo la S.S.17, dove dobbiamo svoltare seguendo le indicazioni per "traffico locale", arriviamo così alla complanare sinistra direzione Lucera, a 1,9 km. la strada supera un viadotto sulla statale e, piegando a sinistra ci si immette nel tratturo largo 111 metri o così si definivano i 60 passi napoletani.

Da visitare a Lucera: l'anfiteatro, il castello svevo-angioino, la cattedrale, le altre chiese angioine ed il museo. Nei paesi limitrofi è possibile rivedere le "mezzane" i tipici ambienti del Tavoliere, con possibilità di fare escursioni a cavallo o in mountain bike. Per gli amanti della natura e non, non si può non visitare la Diga sul torrente Celone che in inverno durante la migrazione ospita diverse specie di uccelli acquatici.
Da Lucera ci dirigiamo a sud-ovest trovando la S.P. 18 nella frazione di Berardinone, fiancheggiando lievemente il territorio di Biccari, poco prima che la strada asfaltata si diriga verso una discesa in contrada Casanova. Qui si trovano campi coltivati e corre il torrente Salsola seguendo le coste del Bombacino. Da qui hanno inizio i Monti Dauni e la sua scenografia vi appare vedendo la torre diruta di Tertiveri.

Prendendo la S.P. 133 si giunge a Biccari. Da vedere a Biccari la torre medioevale, la chiesa dell'Assunta, la croce viaria, il museo.Intorno vi sono dei boschi, il Toppo Pescara che è l'unico lago d'acqua dolce di origine naturale in Puglia, il Monte Cornacchia dove ci si può fare trekking ed andare a cavallo.
Merita di sicuro una sosta il borgo rurale di Tertiveri, che prende il nome da un'antica torre che testimonia l'esistenza di una città di origini medioevali. Seguiamo ancora la S.P. 18. Dalle coste del Bombacino, il tratturo scende fino al guado sul torrente Salsola, superato il quale si arriva in agro Alberona. Queste aree sono facilmente raggiungibili dalla S.S.17 seguendo lo svincolo per la S.P. 134 che porta al Santuario della Serritella e a Volturino, ad Alberona si arriva direttamente da Tertiveri attraverso la S.P. 130. Da visitare ad Alberona la chiesa Madre detta Priorale, la torre del Gran Priore una vera e propria testimonianza dei Cavalieri Templari e dei Cavalieri di Malta, le tante fontane, intorno vi è un bosco il Marano dove ci si può fare trekking o andare in mountain bike ma, anche a cavallo. Alberona ha la bandiera arancione del Touring Club Italiano.
Dopo l'agro di Alberona il tratturo percorre per un tratto molto breve il tenimento di Volturino. Qui si sostava presso la taverna del Cavallaro (oggi sono presenti solo alcuni ruderi in zona guado sul torrente Radicosa). A Volturino  si può vedere il Santuario della Serritella.
Il tratturo giunge così a Motta Montecorvino ma, tenendosi più a valle lungo la direttrice della S.S. 17, si arriva al trivio della Crocella di Motta, intersecandosi con il tracciato della statale si arriva a Volturara Appula. A differenza di Motta qui il tratturo resta esterno alla zona abitata ma, nel nostro itinerario non possiamo rinunciare ad una tappa presso la città. A Volturara Appula possiamo ammirare il Santuario della Madonna della Sanità, la monumentale cattedrale romanica. Intorno c'è il bosco Sant'Antonio.
Da Volturara Appula ritorniamo sulla S.S. 17 dirigendoci alla volta di San Marco La Catola. Anche se il tratturo arriva direttamente alla vallata del torrente La Catola; da qui risale sulla cresta del Monte Sant'Angelo per poi ridiscendere a valle e guardare il torrente all'altezza del km. 278,500 della statale di fronte alla casa cantoniera. A San Marco La Catola è da vedere il convento dei Padri Cappuccini, la chiesa di Santa Maria di Giosafat, la chiesa Madre dedicata a San Nicola di Mira e ciò che resta del palazzo ducale. Qui c'è il bosco San Cristoforo attrezzatissimo. Si può fare trekking, escursioni e vedere le fioriture dei ciclamini, primule, giglio rosso e orchidee selvatiche.
Prima di abbandonare la Capitanata, il tratturo arriva sino a L'aquila, dopo un viaggio di circa 46 km, il tratturo entrava nel territorio di Celenza Val Fortore. Si arriva dalla S.S. 17 allo svincolo con la S.P.1 seguendo per la "Neviera di Motta" oppure direttamente da San Marco La Catola seguendo la S.P. 2.