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Con l’approssimarsi delle festività tutti siamo presi da uno spirito solidale, il clima è quello giusto: fa freddo e questo invita a stare vicini a riscaldarsi.

In questi giorni si cerca di riscaldarsi il cuore come meglio si può, e si taglia a fette la voglia di solidarietà: la parola bontà viene spolverata dalla soffitta della coscienza e viene addobbata come un albero di Natale.

D’altra parte si festeggia una nascita ed è giusto e normale che sia così.

Ci sono altri momenti in cui si svolgono gare di solidarietà e si fa appello a tutta la retorica buonista di cui si è capaci e sono i momenti immediatamente vicini ad un evento luttuoso che colpisce l’immaginario di una collettività.

 

Nel mese di settembre la nostra comunità cittadina ha vissuto l’angoscia di un lutto che è rimasto per qualche giorno nell’immaginario di ognuno di noi, ben rinvigorito da articoli di giornali, immagini televisive ed interviste e dichiarazioni roboanti di vicinanza al dolore e l’impegno istituzionale a non dimenticare.

 

Noi del GADD (gruppo amici della domenica) abbiamo partecipato a quel lutto, abbiamo fatto nostro quel dolore, ci siamo impegnati a non dimenticare.

Ci stiamo riferendo alla morte di DI Gennaro Antonio, il dipendente AMICA deceduto, nel mese di settembre mentre lavorava!

 

Il nostro pensiero va oggi alla famiglia di ANTONIO DI GENNARO.

Vorremmo che insieme al GADD tutta la comunità foggiana esprimesse la propria vicinanza ai figli ed alla moglie del nostro concittadino.

Per non dimenticare!

 

Questa è anche l’occasione che il GADD si dà per mantenere acceso il riflettore su quella vicenda, per ricordare, in questi giorni di bontà e solidarietà, tutti i morti per lavoro e tutte le famiglie che hanno vissuto il dolore profondo della perdita di un proprio caro uscito per lavoro e non più ritornato a casa ed ai propri affetti.

 

Questa lettera aperta serve a noi per ricordare e per chiedere se alle parole dei giorno della tristezza e del dolore chi si era impegnato a fare ha poi fatto, se alle parole dell’emozione hanno fatto seguito gli atti della concretezza.

Si dice che non di solo pane vive l’uomo, ma noi diciamo che è “anche” di pane che questi vive e non solo delle parole e della promesse dettate dal Natale.

 

Questo lo dobbiamo al nostro concittadino, alla sua famiglia ed anche a noi stessi, se vogliamo chiamarci comunità di uomini e di donne, perché una comunità si costruisce sulla fiducia reciproca e sulla capacità di prenderci cura l’uno dell’altro.

Per risalire le classifiche dobbiamo stringerci l’uno all’altro, immaginando che sia sempre Natale con il suo spirito che orienta alla bontà ed alla solidarietà.