Foggia, lunedì 02 aprile 2012
Foggia, come ben sappiano tutti, vive momenti difficili. Senza star qui a elencare cui è stata sottoposta, Foggia ha anche aree che meritano si essere ricordate per la loro funzione sociale e di aggregazione. Non sono molte, o meglio, ve ne sono tante ma non godono di particolare attenzione.
I giardini cittadini sono in balia dell’incuria amministrativa per cause economiche, ma anche vittima dell’inciviltà di molti cittadini che, invece di utilizzare quei pochi cestini per le carte e bottiglie, continuano imperterriti ad abbandonare i rifiuti prodotti da notti brave, per terra o, peggio ancora, tra il verde pubblico.
Noi della redazione di newsGargano non siamo nuovi a trattare queste tematiche.
Giovedì 22 marzo, ricorrenza della Festa Patronale di Foggia, della Madonna dei 7 Veli, il socio di questo portale, mentre il sottoscritto ufficializzava la solenne funzione cittadina, ha voluto concedersi una mattinata diversa. Equipaggiato di bicicletta si è unito ad altrettanti concittadini foggiani e ha iniziato a pedalare sulle piste ciclabili della città. E’oramai vano affermare che il 95% delle piste ciclabili, a Foggia, sono inutilizzabili. Chi le utilizza come parcheggio, chi le ha interrotte per costruzioni abusive (nei prossimi giorni pubblicherò foto in materia), chi di queste piste sono ritornate a essere occupate dalla natura e dalle radici di rigogliosi e mai potati alberi decennali, chi le utilizza come discariche a cielo aperto.
Ed è proprio quest’ultimo caso che voglio porvi all’attenzione, un luogo divenuto ormai comune di foggiani incivile e amministrazioni “distratte”. Nella periferia nord di Foggia, zona Macchia Gialla, dove alla fine dei confini cittadini sorge la Regia Masseria Pantano, proprio quella zona oggetto di varie pubblicazioni sia per la stessa Masseria, sia per la costruzione di edifici edili su presunte città neolitiche, sia per l’attuale mancanza di illuminazione pubblica, poco più a nord c’è una pista ciclabile asfaltata.
Ebbene, il 22 marzo molte famiglie foggiane con i loro piccoli si sono divertiti pedalando su questa pista, in compagnia di sporcizia, immondizia, pericoli celati fra le erbacce alte, vetri, lamiere, plastica. E ai suoi lati cumuli di materiali inerti frutto di lavori edili, propri discariche a cielo aperto, indizi palesi che potremmo ricostruire le abitudini della Foggia degli anni trascorsi per i materiali abbandonati. Ogni tanto s’intravedevano muoversi le foglie delle erbacce che lambivano la pista, come se qualche animale scappasse. Forse topi di campagna, forse ratti, volpi e lucertole. Non voglio pensare che erano serpi o peggio ancora vipere, anche se l’area, già interessata negli anni scorsi, col caldo primaverile inizia a convivere con questi pericolosi rettili.
Nelle foto pubblicate è evidente lo stato d’incuria della pista che tra l’altro è asfaltata e non ricoperta di bitume specifico e non rispondente alle caratteristiche tecniche normative.
L’invito è che il Comune di Foggia pensi seriamente a pulire e ristrutturare sia questa pista ciclabile molto utilizzata nei giorni festivi, sia tutte quelle cittadine in modo da rendere ai foggia e chi è ospite, un servizio utilizzato e che favorisce la mobilità senza le auto, favorendo la diminuzione dell’inquinamento e educando il cittadino a vivere a contatto con la natura, rispettandola.
Di seguito, dopo le foto, ho pubblicato un estratto esemplificativo dalla Provincia di Bologna su come dovrebbero essere progettate le Piste Ciclabili. E’ un esempio che potremmo seguire. Ogni tanto non stiamo li a pensare, copiamo da chi ha già ben realizzato, soldi permettendo, ovviamente.
LE PISTE CICLABILI:
Le caratteristiche geometriche e plano-altimetriche delle piste ciclabili sono desumibili dalle norme C.N.R. e dalla summenzionata Legge n. 208/91 la quale distingue innanzitutto tra piste in sede propria - fisicamente separate da quelle per i veicoli a motore ed i pedoni tramite idonei spartitraffico longitudinali rialzati - e piste in sede riservata qualora l’elemento di separazione sia valicabile e costituito da una striscia di demarcazione longitudinale. Nella prima tipologia possono rientrare anche le piste completamente indipendenti dal normale tracciato stradale. Le prime possono essere sia ad unico che a doppio senso di marcia, mentre le seconde possono essere esclusivamente ad unico senso concorde a quello della contigua corsia per i veicoli.
La larghezza standard di una corsia ciclabile è di 1,50 m. per unico senso di marcia (per tenere conto sia degli ingombri di ciclista e bicicletta sia dello spazio per l’equilibrio e di un accettabile franco libero) riducibile a 1,25 m. nel caso di due corsie contigue. Eccezionalmente e per tratti molto limitati la larghezza può essere ridotta a 1,00 m. per le piste in sede propria o per quelle in sede riservata ubicate su strade pedonali o su marciapiedi.
La larghezza dello spartitraffico invalicabile tra una pista in sede propria ed una strada a scorrimento non deve essere inferiore a 70 cm. per consentire anche l’apposizione degli opportuni cartelli stradali. Per le piste su corsia riservata la segnaletica orizzontale di margine, eventualmente maggiorata, assume il significato di spartitraffico invalicabile.
La velocità di progetto, a cui correlare in particolare le distanze di arresto e quindi le lunghezze libere di visuale, va definita tronco per tronco tenendo conto che i ciclisti in pianura marciano ad una velocità media di 20-25 km/h e che in discesa con pendenza del 5% possono raggiungere i 40 km/h.
La pendenza longitudinale è in genere quella della strada contigua. Nel caso di piste con percorsi indipendenti da altre strade, tale pendenza non deve in genere superare il 5% (ad eccezione delle rampe per gli attraversamenti ciclabili che possono raggiungere il 10%) con una pendenza media dell’intera pista che non deve superare il 2%. Tali indicazioni servono anche a verificare la fattibilità di piste adiacenti a percorsi viari esistenti.
La L. 208/91 fornisce inoltre indicazioni sui raggi di curvatura orizzontale di piste da realizzare ex novo ed indipendenti da altre strade.
Per gli attraversamenti delle carreggiate stradali in genere i ciclisti devono uniformarsi al comportamento dei pedoni. Per gli attraversamenti a raso su intersezioni ad uso promiscuo con i veicoli a motore ed i pedoni, le piste ciclabili su corsia riservata debbono in genere affiancarsi al lato interno degli attraversamenti pedonali, in modo tale da istituire per i ciclisti la circolazione a rotatoria con senso unico antiorario. Per gli attraversamenti a livelli sfalsati riservati ai ciclisti va in genere preferita la soluzione in sottopasso con le pendenze massime già indicate.
Segnaletica
Fondamentale risulta l’apposizione della segnaletica sia orizzontale sia verticale prevista dal vigente Codice della Strada, posta in condizioni di buona visibilità senza che essa costituisca pericolo per gli utenti. Ad ogni inizio e fine del percorso ciclabile e ad ogni incrocio con altre strade si devono installare i segnali verticali di identificazione della pista, integrati da linee di demarcazione e da eventuali simboli ripetuti sulla pavimentazione.
Nel caso di piste in sede riservata, occorre apporre, di fianco alla striscia bianca di bordo che delimita la carreggiata stradale, una striscia continua gialla di larghezza maggiorata pari a 30 cm. con il simbolo della bicicletta anch’esso in giallo ripetuto periodicamente lungo la pista.
Nei tratti ove il traffico automobilistico è molto intenso e non è possibile realizzare piste in sede propria, oltre alla succitata segnaletica è possibile ricorrere a dissuasori di tipo meccanico, quali "occhi di gatto", cordoli in gomma, etc.
In corrispondenza degli incroci inoltre è sempre bene apporre sulla pavimentazione il simbolo di "dare la precedenza" lasciando sempre questa ai veicoli per evitare pericoli nel caso contrario. In corrispondenza di incroci con semaforo sarebbe opportuno installare lanterne semaforiche per biciclette per evitare confusioni con quelle per i pedoni.
Pavimentazioni: tipologie e materiali
Per quanto riguarda la tipologia della pavimentazione, questa deve innanzitutto garantire condizioni di agevole transito ai ciclisti evitando l’uso di griglie per la raccolta di acque meteoriche con elementi tali da rendere difficoltoso il transito delle biciclette.
Tipologicamente, nel caso di piste in sede riservata si ricorrerà generalmente a pavimentazioni bituminose analoghe a quelle delle strade adiacenti eventualmente con l’aggiunta di additivi colorati per rendere ulteriormente visibile la pista stessa.
Nel caso invece di piste in sede propria, la scelta può essere molto ampia e varia da caso a caso. Per esempio per piste su tratturi di campagna preesistenti, si può ricorrere a trattamenti bituminosi a penetrazione, oppure a trattamenti "in bianco": stesa di bitume e successiva stesa di ghiaietto anche colorato (porfidi, basalti, graniglie). Nel caso di percorsi in centri abitati, si può ricorrere invece a pavimentazioni in elementi cementizi autobloccanti, oppure in porfido o ancora in cls con trattamenti superficiali di irruvidimento.
La condotta di guida
E’ bene accennare brevemente anche a quella che deve essere la condotta di guida che i ciclisti devono tenere perché, se lo sforzo dell’Amministrazione Provinciale è quello di individuare spazi riservati e protetti per la circolazione delle biciclette , d’altra parte il Nuovo Codice della Strada individua in modo molto dettagliato quale deve essere il comportamento su strada dei velocipedi, per cui il raggiungimento di adeguati livelli di sicurezza deve necessariamente passare anche attraverso un intenso lavoro di educazione stradale.
Innanzitutto una bicicletta deve rispettare tutti gli obblighi degli altri soggetti che normalmente transitano sulle strade, rispettando così tutti i limiti alla circolazione che vengono fissati dalle autorità competenti. Inoltre l’art. 182 impone altri limiti specifici per i velocipedi, obbligando i ciclisti all’uso delle piste ciclabili nei tratti esistenti e solo in caso contrario questi possono utilizzare la normale sede stradale. In tal caso devono procedere su unica fila quando lo richiedano le condizioni della circolazione e comunque mai affiancati in numero superiore a due. Fuori dei centri abitati devono sempre procedere su unica fila salvo in presenza di un minore di dieci anni che deve porsi sulla destra di uno di età maggiore.
Nel caso i ciclisti siano di intralcio o pericolo per i pedoni, devono condurre il veicolo a mano, e sono così completamente assimilati a pedoni di cui devono rispettare le normali regole di condotta diligente e prudente.
Nico Baratta