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Foggia, mercoledì 18 aprile 2012



Da qualche giorno a Foggia il tema centrale delle discussioni della comunità è la chiusura del corso di laurea in ingegneria. Foggia come ben sappiamo ha altri gravi problemi legati al degrado urbano, alla criminalità organizzata, alla perdurante crisi economica che fa chiudere aziende e perdere posti di lavoro, alla mancanza di contenitori culturali pubblici aperti, alla dismissione di reparti medici ospedalieri, al No per l’Authority e l’aeroporto (questi Si che sono scippi).

Ma il focus su cui voglio incentrare questo mio editoriale è l’importanza di una non crescita nel campo istruttivo universitario.

Su social network e vari blog (da prendere con le pinze…), sui alcuni portali d’informazione locali, circolano voci che la colpa della chiusura del corso di laura predetta sia principalmente di un’amministrazione locale debole, insoddisfacente e non propensa alla crescita della comunità foggiana. C’è chi parla che il comportamento assunto da alcuni nostri amministratori sia quello di favorire più le politiche imprenditoriali che quelle culturali, dove appunto l’istruzione ha un filone ben preciso per la crescita del territorio. C’è chi parla di «scippo perpetrato ai danni della nostra comunità da parte del Senato Accademico dell’Università di Bari che ha deciso univocamente di chiudere la sede staccata di Ingegneria a Foggia». Un balla poiché non è scippo ciò che ci viene tolto senza esserne proprietari, bensì un ritorno alla normalità del corso accademico. Certo, normalità giacché i pochi studenti foggiani (pare 50) seguivano i corsi in aule malandate e sotterranee, senza strumenti adeguati, né risorse per ricerche specifiche: solo lezioni teoriche con lavagne sottodimensionate.

Ora, che sia molto rammaricato, anche incazzato per una scelta che poteva essere migliorativa per l’intera comunità locale, non v’è dubbio. Ma continuare a sottacere a volontà confinanti che ci “facevano un regalo economico” nel mantenere da un decennio e più un corso importante ma mal gestito in toto da noi e mai co-finanziato dagli enti locali, era un fustigarsi addosso quotidianamente. E ciò compiaceva i confinanti, deridendoci con nostra approvazione.

Dice bene il Magnifico Rettore Volpe quando parla che «l’impegno economico dovrebbe essere assunto in buona parte dagli enti locali territoriali. L’ inaspettato parere  del Senato  Accademico, seguito ad una lenta comunicazione tra Ateneo Barese ed enti locali, ha spinto una delegazione del Comitato a velocizzare la risoluzione delle problematiche attraverso incontri straordinari con i referenti dei diversi enti interessati». Comitato per l’istituzione della facoltà di ingegneria di Foggia sorto “notte tempore” per riottenere il corso e, chissà, sedi appropriate che piacciano ai professori baresi. Infatti, la decisione di chiudere per sempre il corso foggiano d’ingegneria (e non la facoltà come molti confondono), a quanto pare, è correlata al “non gradimento” dei locali di chi da Bari insegna a Foggia. Pare essere una cospirazione (potrebbe) ma la parte economica è quella che ha determinato tutto.

Tuttavia le polemiche contro chi ci amministra sono all’ordine del giorno. Sindaco e Presidente della Provincia sott’accusa per non avere contrastata simile scellerata decisione secondo alcuni. Beh un velo di fondatezza ci potrebbe stare in quanto i nostri dovrebbero essere i primi a conoscere i fatti casa propria. Invece e come sempre accade, i corridoi bisbigliano verità latenti che i padroni di casa conoscono a cose fatte. La lettera di Mongelli e Pepe ne è la dimostrazione, e non mi va che si dica “la colpa e solo e tutta loro”.

La politica, d’altro canto, fa la sua parte, spesso in cerca d’alibi, spesso becera e distruttiva per Foggia. Pare che il piangersi addosso sia diventato più virulento dei mesi addietro quando tra Authority e Gino Lisa, Foggia era una valle di lacrime sui visi di eletti dal popolo. Quel popolo che chiedeva e non otteneva risposte, solo accuse all’altra parte politica. Esordire a cose fatte con «Il tempo degli alibi e delle scuse è finito. Se il Rettore Costantino ha deciso di sospendere i corsi della sede di Foggia della Facoltà di Ingegneria lo dica chiaramente e senza infingimenti. Diversamente accetti il confronto con il territorio e le sue rappresentanze istituzionali e si impegni per l’individuazione di una soluzione che consenta di preservare l’operatività di una struttura che rappresenta per la comunità foggiana un importante punto di riferimento nel panorama della formazione e della ricerca, soprattutto per l’elevatissima percentuale dei suoi laureati che trovano lavoro in tempi rapidissimi» è un insulto ai foggiani poiché la politica che parla, e a prescindere dalla casacca, dovrebbe essere consapevole che è, e non dovrebbe essere secondo alcuni eletti, la prima forza propulsiva affinché l’imprenditoria locale investi nell’università.

Altro da dire, invece, è per chi comunica la sua disapprovazione con «Ennesimo schiaffo alla Capitanata» ponendo la questione sul disagio di chi a poco dovrebbe andare a Bari per seguire i corsi d’ingegneria, iniziati a Foggia. Una questione incentrata sull’impoverimento della funzione dello studente rapportato a un numero e un centro di costo. Ora, non è che tale motivazione non sia valida. Ma se la forza politica di soggetti che a Via Capruzzi son stati mandati per il bene della provincia di Foggia si limita a comunicati stampa, e come lui gli altri di altrettanti partiti politici di maggioranza e minoranza, vuol dire che siamo in mani da diffidare in futuro quando l’urna ci chiamerà a decide sulla nostra sorte. Alla Regione Puglia non abbiamo persone che amano il territorio, bensì personaggi che amano i beni del territorio per farli propri. Ciò lo dimostra lo stato attuale di una provincia che oltre a piangersi addosso, è in piena ipossia cerebrale che continua a preferire gente che negli anni ha accumulato tesori sulle nostre terre invece di renderle fruibili a tutti.

Si ritorna alla normalità per il corso d’ingegneria che Bari ci ha prestato a Foggia, mentre il rettore Costantino (che anni addietro ho conosciuto durante alcune lezioni), sfregandosi le mani alla faccia nostra, avrà molti più consensi per un suo futuro “magnificato”.


Nico Baratta