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La stretta creditizia attuata dal sistema bancario nei confronti delle famiglie, commercianti ed imprese ha raggiunto livelli inaccettabili e non più sopportabili. Sono ormai parecchi mesi che il numero di famiglie, in crisi di liquidità e che non riescono più a soddisfare esigenze primarie, è in crescente aumento. Ancora più preoccupante è il fenomeno, sempre più ricorrente, dei ritardi nel pagamento delle rate di mutuo, a seguito dei quali il numero delle procedure esecutive ha subito, nell'ultimo anno, un incremento del 20% circa. E facile immaginare come, davanti al rischio di perdere il bene casa o di chiudere un'attività e di veder vanificati anni di sacrifici e di duro lavoro, sia facile cedere all'illusione di risolvere (solo momentaneamente) il problema, ricorrendo al mercato illecito del denaro, indebitandosi con gli usurai e finendo in un vortice che, molto spesso, conduce al tracollo finanziario ed alla perdita del bene casa. Lo stesso discorso vale per imprese e commercianti, ai quali, in un momento di profonda crisi economica, nella migliore delle ipotesi le banche negano aiuti, in altri casi chiedono addirittura il rientro immediato delle esposizioni. Ed anche per loro, purtroppo, il ricorso al mercato illecito del denaro rappresenta l'estrema ratio, favorendo così le condizioni per la più classica delle infiltrazioni della criminalità nel tessuto economico e produttivo del Paese. Per dare un'idea di quanto il sistema bancario stia venendo meno al suo dovere di sostenere l'economia,faccio un esempio.Un istituto di credito ha recentemente rifiutato la concessione di un prestito di 77.000,00 euro assistito dalle seguenti garanzie: reddito annuo del richiedente di oltre 35.000,00 euro, garanzia cash prestata dalla Fondazione di 54.000,00 euro, garanzia personale di un parente del richiedente percepiente una pensione annua di circa 24.000,00 euro,ed infine una garanzia ipotecaria su un'unità abitativa stimata,dallo stesso istituto di credito, ben 300.000,00 euro!!! E tutto questo non è bastato alla banca per assumersi un rischio di soli 23.000,00 euro. Sulla questione in generale auspichiamo un autorevole intervento degli organismi e delle istituzioni preposte. Da non sottovalutare, infine, un altro importante risvolto sul piano sociale: il crescente disagio economico vissuto, a volte con disperazione ed angoscia, da tante famiglie e la conseguente necessità di far fronte ad esigenze vitali per il sostentamento giornaliero, crea purtroppo terreno fertile per l'arruolamento di manovalanza da parte della criminalità.
Pippo Cavaliere
Presidente Fondazione Antiusura Buon Samaritano.



comunicato stampa