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La Fondazione Banca del Monte di Foggia ha finanziato l’acquisto


Oggi riapre le porte la Cattedrale di Foggia: un evento che tutta la comunità cittadina attende ormai da anni, per poter entrare di nuovo nel tempio religioso più importante del capoluogo, ma anche per tornare ad ammirare i tesori artistici in esso contenuti.

Tra gli interventi di recupero che sono stati effettuati in questi anni, sia sulla struttura che sulle opere d’arte della Cattedrale, è da considerare la sostituzione del monumentale organo, che avverrà fra circa un anno grazie all’impegno economico della Fondazione Banca del Monte “Domenico Siniscalco Ceci” di Foggia.

Uno strumento non troppo “datato”, ma che già mostrava gravi segni di degrado causati dal trascorrere del tempo. Qualcuno, pare, si è allarmato per il presunto pericolo di eliminazione di un elemento storico della cattedrale, ma le assicurazioni in senso contrario giungono sia dalla Curia Arcivescovile di Foggia che dalla Fondazione Banca del Monte.

Prima di intervenire sullo strumento, infatti, è stata chiesta una relazione sulla sua storia e sulle condizioni attuali al Direttore (nonché docente di organo) del Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, il Maestro Francesco Di Lernia, Concertista di rilievo internazionale.

Come riporta la relazione del Maestro Di Lernia, l’organo della Cattedrale di Foggia è stato costruito nel 1957 dalla ditta “Fratelli Ruffatti” di Padova. Si tratta di uno strumento “a trasmissione elettrica” che è stato collocato sulla balconata che si affaccia sull’Altare Maggiore. Consta di due tastiere e di 28 registri reali.

Per realizzarlo, vennero impiegati “materiali industriali di scarsa qualità”: il periodo non era ideale per gli approvvigionamenti, essendo finita da pochi anni la Seconda Guerra Mondiale. “Questa caratteristica”, scrive il Maestro Di Lernia, “lo rende uno strumento privo di valore storico-artistico e, pertanto, risulta difficile giustificarne la conservazione”.

Se non bastasse, le manutenzioni effettuate nei decenni sono state sporadiche e comunque operate da “maestranze diverse, che, mano a mano e per vari motivi, hanno evidentemente trascurato importanti interventi, con la conseguenza che la funzionalità dello stesso risulta essere molto compromessa”.

“Anche la consolle”, prosegue il Maestro, “che è di funzionalità elettromeccanica (concetto costruttivo ormai obsoleto, molto delicato e sensibile alla polvere in quanto non a tenuta stagna), oltre ai numerosi problemi generali, risulta essere intaccata fortemente dal tarlo”.

In considerazione delle condizioni in cui versava, le opere di restauro da effettuare sull’organo per rimetterlo in funzione sarebbero risultate molto più costose del valore reale dello strumento,

La collocazione stessa dello strumento, poi, appare “infelice”. Il Maestro Di Lernia rileva, infatti, come, secondo i dettami della riforma liturgica, «L’altare sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della Croce è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’eucaristia». Per questo, “risulta chiara ed evidente la centralità simbolica dell’Altare e inopportuna la posizione dello strumento che “mortifica l’Altare e l’Abside”.

L’organo, inoltre, aveva da sempre presentato un problema di natura squisitamente musicale, poiché dava “luogo al problema del ‘ritardo del suono’, determinato dalla distanza del corpo sonoro dalla consolle, che ha reso difficoltoso il suo utilizzo durante le cerimonie religiose come accompagnamento al coro”.

Per tutti questi problemi, lo stesso Maestro Di Lernia ha consigliato la costruzione di un nuovo organo, a trasmissione meccanica, “da collocarsi su pedana mobile nel transetto laterale, ovvero di fronte alla Cappella del Crocifisso”.

Fugate le preoccupazioni di quanti –evidentemente male informati- attribuivano un valore storico allo strumento, resta ora solo da attendere la messa in opera del nuovo organo.

“La ditta cui ci siamo affidati”, ha detto il Presidente della Fondazione Banca del Monte, avv. Francesco Andretta, “ci ha preventivato un’attesa di circa 30 mesi, al termine dei quali, però, il nostro Duomo sarà dotato di un organo nuovo, per di più costruito con materiali di pregio e secondo dettami tecnici più moderni. Contiamo, entro quel termine, di poter di nuovo assistere ad importanti concerti nella nostra Cattedrale, oltre ad ascoltare il suo suono almeno durante le celebrazioni più importanti”.

Il Responsabile per la Comunicazione


Loris Castriota Skanderbegh

COMUNICATO STAMPA