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VialeGiottoViale Giotto: Un Parco Giochi per la Memoria.
Foggia, sabato 09 ottobre 2013
Come si fa a non ricordare questa data, l’11 novembre del 1999. E quell’ora, le 03:12. E gli interminabili 19 secondi, le macerie, i volti dei soccorritori  imbiancati dalla polvere di un palazzo sgretolato nel buio della notte, mentre tutti dormivano. È come trascurare noi stessi. È come ignorare un pezzo importante della nostra storia, quella foggiana. È come far finta che la tragedia non ci riguardi, e con essa la perdita violenta di 67 carni foggiane, i nostri “Angeli di Viale Giotto”.
Ogni anno, da quello, ho ricordato la tragedia di quei terribili 19 secondi. Ogni anno a tutti ho voluto riportare alla memoria l’atroce momento delle ore 03:12. L’ho fatto raccontando le emozioni provate dai foggiani, dai parenti delle vittime, da amici e amiche che hanno perso i loro affetti. L’ho fatto raccontando le mie di emozioni, vissute sul luogo, durante gli scavi e i funerali, nei mesi passati a chiedermi perché tanto dolore. Sentimenti, attimi di vita trascorsi, sogni nel cassetto di quei foggiani che non ci son più, sono stati sempre gli argomenti che ho voluto raccontare per mantenere viva la memoria degli Angeli di Viale Giotto. Certo, non sono mancate le dovute informazioni sugli eventi che hanno ricordato tal funesta vicenda. Come pure le dovute accuse verso chi son stati gli artefici di quella tragedia che il destino, quasi beffardo, ha voluto diventassero parte di quegl’Angeli, pagando con la vita in quei 19 secondi.
Mantenere viva la memoria di quel momento, delle vittime, è un impegno che tutti noi foggiani dobbiamo conservare negli anni. È come ricordare il terribile 1943 dove i bombardamenti anglo-americani rasero al suolo la nostra amata città di Foggia e con essa, purtroppo, circa 22 mila nostri concittadini. Mantenere viva la memoria, appunto! Un impegno, un dovere di tutti noi che dovrebbe entrare a far parte della formazione scolastica dei nostri figli, cosicché da educarli sul buon vivere ricordando il passato, per far meglio in futuro.
Ogni anno si celebra l’anniversario di quel terribile giorno, l’11-11-1999. L’anno scorso fu eretto un grande cuore con i nomi scolpiti di tutte le vittime. Un monumento dovuto, bello, commemorativo, che ricorda la memoria di quel momento in tutta la sua drammaticità. Quest’anno la commemorazione è iniziata in anticipo con eventi culturali, artistici, religiosi e storici, per poi concludersi, come sempre, ritrovandosi l’11 in quel luogo, al Parco della Memoria, e al cimitero nella cappella monumentale. Una piazza con un giardino al posto del palazzo crollato. Un giardino con 67 camelie e due cippi di granito nero Africa che recitano «…per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d’amore…» (di F. De Andrè).
Ma secondo me manca qualcosa in quel triste Parco della Memoria. Manca la vita. Riportarla, seppur senza i nostri cari 67 Angeli, dev’essere quell’impegno che noi tutti foggiani dobbiamo prendere e volere con forza affinché la memoria non sia solo continua, ma viva. I sorrisi e le feste dei bambini potrebbero essere il più bel dono che avrebbero voluto i 67 Angeli di Viale Giotto. Un parco festoso a memoria dei nostri cari concittadini. Un parco dove ogni bambino giocando imparerà ad avere memoria della nostra storia, riportando alla memoria le 67 vite spezzate. Un parco dove i sorrisi dei bambini sono il miglior epilogo di un racconto del genitore, del nonno, semmai con un pizzico di fiabesco per non spaventarli. Un racconto mentre giocano su quel parco, il miglior modo per ricordare e dar loro la possibilità di raccontare ai loro figli la storia vissuta a Foggia, di quel tragico attimo durato 19 secondi.
Realizzarlo quel parco è possibile. Con gli intenti, non solo del Comune di Foggia e il consenso dei familiari delle vittime –poiché il dolore va condiviso e rispettato- , ma con quelli della società civile, con i contributi di quel mondo dell’associazionismo, delle fondazioni, dei consorzi che da “foggiani genuini” non fa mai mancare. E chissà se nel 2015 l’11 novembre sarà la data che inaugurerà quel Parco Giochi della Memoria.
Dobbiamo mantenere viva la memoria, perché ricordare vuol dire non morire due volte chi già lo è stato. Ricordiamoli anche con i sorrisi dei nostri figli e i racconti che loro faranno alla progenie.

Nico Baratta