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polizia-municipaleIl problema legalità a Foggia è argomento quotidiano, come del resto in ogni altro luogo. Non passa giorno che le cronache parlino di qualche azione che ha violato la legge. Spesso, anzi sempre, noi cittadini ci lamentiamo di qualcosa che vorremmo fosse fatto, pur sapendo che i primi a farsi un’autocritica dovremmo essere noi. Come pure non passa giorno senza un commento negativo su ciò che accade e sulle persone che ne sono protagoniste. Come ben sapete, almeno credo, a Foggia si è costituita la Consulta per la Legalità. Un insieme di persone e soggetti giuridici con l’obiettivo di promuovere legalità. E’ un bene che ci sia questa Consulta, anche se non mancano le solite e scontate critiche, spesso di natura politica. Voci e cori ai quali, per me, bisogna dar poco peso e, se permettete, risposte con fatti. Ora, a prescindere dalla Consulta che è uno strumento che aiuterà Foggia, ricordata nella premessa poiché i cittadini devono sapere che esiste, il perché di questo mio pensiero scritto è strettamente legato a qualcosa che è accaduto in città circa tre settimane fa e che potrebbe ripetersi con scenari più violenti. Il 13 gennaio (era lunedì), come faccio abitualmente, sempre che non abbia impegni improrogabili, prima di recarmi al lavoro, mi son concesso una passeggiata nella zona pedonale di Foggia. Un’abitudine volta principalmente per ascoltare i cittadini, per osservare parte della città. Io considero questo mio modo di trascorrere alcuni momenti della vita come termometro del viver quotidiano, giacché l’unità di misura è data proprio dai cittadini. Il mio impegno in tal senso non è sporadico e molti lo sanno. Un impegno da cittadino che ama la sua città, che la racconta da giornalista, un impegno che è diventato politico poiché la scelta di impegnarmi a 360° è la risultante di numerosi inviti fatti da altrettanti foggiani.
Veniamo ai fatti. Erano le 19:45 circa e passando vicino la sede centrale del Banco di Napoli mi son trovato innanzi ad una folla che accerchiava 4 agenti della Polizia Municipale e le rispettive auto. Nulla di preoccupante poiché la folla era li per capire, per sapere, ma non per sostenere. Difatti, poco più di 5 minuti prima gli agenti erano intervenuti per far rispettare la legge, chiedendo dapprima i documenti e poi i permessi ad alcuni venditori ambulanti. L’esito è stato negativo. Da ciò, la Polizia Municipale ha applicato la legge, sequestrando la merce, che a dir degli agenti, era contraffatta (presumibilmente senza marchio UE). Da li è nato un diverbio acceso tra agenti e ambulanti che ha attirato l’attenzione dei passanti. Un diverbio che poteva, come già accaduto, diventare colluttazione.
Ora, molti di voi diranno che la Polizia Municipale interviene solo in alcuni casi, che son li pronti a multare, che non sono presenti laddove noi vorremmo che fossero a tutte le ore. Io per primo faccio mea culpa, che spesso chiede ai vigili più presenza sul territorio cittadino, in particolare quando fotografo denunciando palesi infrazioni che perdurano. Ma i vigili son persone come noi, perché dentro quella divisa c’è un cittadino, una persona umana. Persone in divisa che ricevendo ordini e compiti precise sono preposte al rispetto del codice della strada, all’ordine pubblico che limitatamente, poiché non sono armate, intervengono in casi rischiosi per la loro incolumità e quella degli altri. Non sto facendo il difensore d’ufficio agli agenti della Polizia Municipale, ma credo che bisognerebbe ben scindere responsabilità e compiti cui questi agenti son chiamati. Io per primo mi sentirei infastidito se uno di loro mi multasse per un’infrazione. Ma se ho violato le legge è giusto che paghi l’infrazione, sempre che tutti noi siamo d’accordo che vivere in democrazia sia un bene per tutti, un bene comune in nome di una scelta che ci rende liberi e responsabili. La libertà e perciò la democrazia che ha come sua massima espressione la legalità oltre che viverla si deve rispettare. Mi spiace dirlo ma l’agente di Polizia Municipale è rimasto, agli occhi di molti, quel Vigile Urbano che fa la multa per il divieto di sosta e la doppia fila, quello raccontato nei film come il “pizzardone” spesso spavaldo e che noi sottovalutiamo, incorrendo incautamente nel rispondergli sgarbatamente o intimidendolo con minacce. Cosa che non facciamo se innanzi a noi ci ritroviamo agenti delle Forze dell’Ordine, che sono persone addestrate e armate, temute per il compito che assolvono.
E’ inutile nasconderci dietro quel dito che nasconde la luna: se un poliziotto, o un carabiniere, o un finanziere ci controlla, noi lo temiamo e, perciò, lo rispettiamo. Ragion per cui che alcune azioni di rispetto delle leggi, come quello accaduto per il sequestro della merce presumibilmente contraffatta, a mio avviso dovrebbero esser svolte congiuntamente con altri agenti delle forze di polizia. E se proprio la devo dire tutta, credo che nel caso doveva essere la Guardia di Finanza a svolgere questo compito. Non si può, sempre secondo il mio modesto parere, demandare questo tipo di azione ad agenti non adeguatamente addestrati e non armati.
Anche se credo che un’arma non risolve il problema, a volte lo crea, rimane pur sempre un deterrente e con essa un comportamento adeguato al fatto, ovvero un addestramento specifico alla repressione, che purtroppo ogni tanto ci vuole. Non sono uno di quelli che vorrebbero una città controllata da agenti armati, ma lo status in cui viviamo impone regole e mezzi finalizzate alla sicurezza urbana. E per cortesia non fatene uno spot politico per attaccare chi vorrebbe più sicurezza urbana; tutti voi sapete bene che per garantire sicurezza non servono solo educazione civica, convegni, presenza di agenti. La legalità va sostenuta in primis da noi cittadini, con i nostri comportamenti, con le denunce, aiutando le forze dell’ordine e il vicino di casa, innanzitutto. Io credo che tutte le forze di polizia, congiuntamente con quella municipale, con il Prefetto, il Sindaco, l’Assessore al ramo, dovrebbero sedersi a un tavolo e trovare soluzioni. So che vi sono stati tavoli a tal fine. Come so anche che alcuni di questi son stati disertati da alcune istituzioni. Dobbiamo metterci ben in testa che la legalità, e lo ripeto, è parte integrante del cittadino e con lui va promossa e pensata. Una forma mentis che dovrebbe essere ben impostata, insegnata, promossa e praticata fin dai primi anni di formazione dei più piccoli, proprio nei luoghi preposti, nelle scuole. L’ora di educazione civica, seppur rimasta e cambiata di nome in tanti casi, oggi è sempre meno considerata. E’ uno sbaglio voluto e dovuto da chi dovrebbe finanziarla prim’ancora di accusare chi la dovrebbe insegnare. Foggia ha bisogno di un tavolo permanente di concertazione propositivo e fattivo dove la Consulta per la Legalità dovrebbe ospitare anche il libero cittadino, oltre che giuridico. Un tavolo che deve aver voce, responsabilità e contribuire al bene pubblico. Evitiamo altre incresciose situazioni come quelle di giorno 13, dove la folla curiosa ha solo assistito e non sostenuto i nostri agenti della Polizia Municipale. È un segnale negativo che deve diventare positivo e propositivo.

Ad Maiora!
NICO BARATTA