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rampa chiesaCristoRe Lucera 03Lucera, sabato 29 marzo 2014

Sono anni che cerco di mantener alta l’attenzione su problemi che incidono la vita di ognuno di noi e spesso m’imbatto in quelli che “altri” vorrebbero che non portassi alla luce, qualche volta mettendo in pericolo la propria incolumità. Fa parte del lavoro del giornalista, della persona impegnata per il bene pubblico e la legalità, anche da politico giacché ho scelto di seguire anche questa via.
Questa volta mi sono imbattuto in qualcosa che apparentemente è di piccola entità, ma di grande difficoltà per chi non può superarla.
Ero a Lucera, motivi famigliari, e entrando nella chiesa di Cristo Re ho notato qualcosa che ha destato la mia attenzione. In verità ha catturata l’attenzione di altri che, chi per noncuranza, chi per altro, ha lasciato perdere.
La rampa di accesso per disabili in carrozzella, utilizzata anche da anziani e da chi ha difficoltà motorie, non è del tutto sicura. Un gradino, piccolo, di circa 4 centimetri di altezza e di circa 2 di larghezza è quel grande problema riconducibile a una piccola barriera architettonica. Un dislivello che mina l’incolumità di chi lo attraversa, anzi che cerca di attraversarlo. Una barriera che potrebbe far catapultare le carrozzelle per disabili e far inciampare chi lo attraversa. V’immaginate un disabile che cade dalla carrozzella? O una persona anziana o con difficoltà motorie che inciampa o che rimane con il bastone di sostegno bloccato in quel dislivello?
Le foto sono eloquenti e lo dimostrano.
Naturalmente la mia segnalazione è svolta affinché la chiesa di Cristo Re provveda a sistemare quella “piccola barriera”. Contestualmente invito sia la Curia d’appartenenza a essere più solerte sugli edifici che ha sotto la sua potestà, sia il Comune di Lucera a maggior attenzione.
Da cattolico, da cristiano so bene che la chiesa e la curia interverranno quanto prima per ripristinare questo problema. È cosa da niente, un intervento di pochi euro. Forse un’anima gentile offrirà le sue maestrie per il bene di tanti. Ma dev’essere fatto. Da giornalista, laico nelle funzioni professionali cui svolgo, e persona con un forte senso civico e di legalità ho il dovere di porre in evidenza ciò che mina l’incolumità dei cittadini. Non me ne voglia la chiesa. Andava fatto.

NICO BARATTA