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antiracket ultimo logodi Nico Baratta
In questo periodo a Foggia e nella sua provincia si è fatto un gran parlare sulla legalità. Usura, estorsioni, intimidazioni di vario genere come atti incendiari e dinamitardi, scippi e rapine, abusivismo, hanno tenuto banco le cronache quotidiane. Come non ricordare le numerose attività commerciali vittima di usura e estorsioni incendiate o fatte saltare in aria. Come pure le pistolettate verso imprenditori e gli arresti di amministratori locali beccati con il “pizzo” in mano. Eclatante, poi, il tentativo di rapina in un caveau “sfondato” da una ruspa dopo che i malviventi hanno bloccato mezza città incendiando auto e camion: per fortuna non vi son stati feriti e la Polizia è riuscita a stanare il commando grazie all’audace intervento di due poliziotti. Sia chiaro, tutto questo è avvenuto in un lasso di tempo al di sotto dei dodici mesi. Ciò è preoccupante. Per tal motivo i foggiani, contestualmente alle varie istituzioni, hanno chiesto a gran voce la presenza dell’Antimafia. Una presenza fortemente voluta anche da associazioni che combattono il fenomeno malavitoso invitando a denunciare chi è vittima di usurai ed estorsori. A Foggia si è riunita la commissione Antimafia e nella provincia la presenza della DIA è un dato di fatto. Ma non è bastato e non basta poiché la malavita continua nella sua attività, come se sfidasse lo Stato. Ecco perché alcune associazioni hanno chiesto di essere presenti al tavolo della commissione e proporre anche la loro idea. Tra queste c’è l’Associazione Antiracket Capitano Ultimo, con sede a Torremaggiore (FG). Fondata da poco, l’associazione si è già messa in prima linea con importanti iniziative e, a mio avviso e quelle di molti cittadini, coraggiose prese di posizioni. Difatti si è costituita parte civile in due processi: quello chiamato “Corona” dove, per opera della DDA e dei ROS, nel luglio 2013 sono stati arrestati i capi della mafia foggiana, la cosiddetta “Società Foggiana” e quello chiamato “Dirty Bomb”, che vede imputati 10 persone per tentata estorsione ai danni di diversi imprenditori locali. Azioni importanti che dovrebbero far riflettere tutti noi e spalancare le porte a chi non glielo ha concesso. Ma non è tutto. Difatti, ad appena sei mesi dalla sua costituzione, l’associazione ha in attivo 135 notizie criminis, tra cui stalking, estrosioni, furti di auto con cavallo di ritorno, segnalazioni di semplici soprusi riguardante tutto il territorio nazionale. Nel particolare 7 sono le notizie criminis cui 4 relazionate al Commissariato di Pubblica Sicurezza di San Severo, 2 al comando della stazione locale dei Carabinieri (Torremaggiore), e 1 direttamente al N.O.E. - Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri-. Mentre con il personale della Questura di Cosenza sono stati parte attiva per risolvere un caso molto articolato di stalking. Grazie alle segnalazioni dell’associazione il Commissariato di San Severo ha potuto catturare un ricercato di nazionalità straniera. In sei mesi ben 135 notizie criminis: questi sono fatti di una battaglia civile in nome della legalità e non parole. Capitano Ultimo disse "Questa battaglia si perde solo se non si fa". L’associazione la sta vincendo. E a proposito di parole, Nicoletta Nico Nina in un suo aforisma dice che «Ci sono uomini di "parole" e uomini di "parola". Una vocale può cambiare il mondo».
E’ una giornata mite. L’autunno ha varcato da poco le soglie della Capitanata. Da sud-est lo scirocco ha smesso di soffiare a Torremaggiore che si trova a circa 200m s.l.m. M’incammino nel piccolo centro ai piedi dei Monti Dauni e dopo aver attraversato parte del paese mi soffermo su un lato di una bellissima chiesa ammirando le mura millenarie. Poco più in la mi son ritrovato innanzi una porta. È l’ingresso dell’ Associazione Antiracket Capitano Ultimo. Varcando la soglia, sulla porta d’ingresso, vi è un cartello che è consuetudine degli associati far leggere a chi fa visita alla loro sede: è un inno all’ umiltà che invita chiunque a spogliarsi della propria superbia e di mettere il proprio sapere al servizio del popolo. Un bel e sano “saluto associativo”. Ad accogliermi vi sono 4 uomini, quasi tutti giovani. Gli stringo la mano. Mi sento come se fossi a casa mia e chiedendo loro di darci del “Tu” –del resto pongo l’amicizia alla base di un buon rapporto anche se intervisto sapendo che il “Lei” è un atto formale e deontologico-, dimentico di chiedere loro i nomi e mi siedo su di un divano ove di fronte vi è collocato un quadro: è la foto del Capitano Ultimo, oggi colonnello dell’Arma dei Carabinieri, un’icona o meglio ancora un diamante incastonato tra la Bandiera Italiana e quella Europea. Improvvisamente per un attimo il silenzio prevale. Ero li ad ammirare Ultimo. Tuttavia e contro ogni aspettativa giacché ero io che dovevo rompere gli indugi, l’unico a proferire parola è stato un uomo sulla quarantina, dicendomi «Fa sempre il suo effetto vedere Capitano Ultimo. Nico, cosa vuoi sapere da noi?». E dopo aver ringraziato chi mi ha accolto, comincio l’intervista dandoci del “Tu”.
Come è nata l’idea di un’Associazione Antiracket?
Risposta: L’idea nasce da una necessità incontrovertibile del cittadino, il quale più volte urla il proprio stato di malessere in cui riversa per la sfiducia che le Istituzioni evidenziano nel momento del bisogno.
Quindi la colpa presuppongo sia assoggettabile allo Stato e di chi lo Amministra?
Risposta: Non direi solo dello Stato, ma anche degli stessi Cittadini, i quali solo nel momento in cui si sentono parte lesa si accorgono che tutto non funziona. Basti pensare alle campagne elettorali dove si vede una enorme massa umana prodigarsi per qualcuno e taluni, con la speranza che questo e quelli, con la sua e loro “uscita” elettorale possano favorirli in qualcosa. Finché il concetto di Politica è questo, siamo ben lontani da una visione di aiuto e di fratellanza verso i meno abbienti, perché così ognuno guarda e agisce nel proprio interesse.
Con ciò deduco che non avete preferenze di colori e casacche, così da far tacere chi potrebbe insinuare vostre vicinanze a qualche partito o qualche politico?
Risposta: Dici bene, purtroppo ci siamo dovuti confrontare con la Politica e abbiamo vissuto sulla nostra pelle l’imbarazzo di una vigliaccheria disarmante a discapito del più debole. Noi in questa Politica non crediamo più. Per noi il Politico è quella persona che in Consiglio Comunale o in Parlamento rappresenta il Popolo e non uno stemma di partito e soprattutto deve essere una persona predisposta a saper dire “Rinuncio”. È semplice. Come può un Consigliere, un Sindaco, un Parlamentare figlio di industriali o di una famiglia benestante comprendere i problemi di una famiglia di operai? Non ci riuscirà mai perché il sazio non crederà mai al digiuno. Con questo vogliamo dire che a volte le scelte devono essere equilibrate. Intelligenza non è sinonimo di efficienza, come ignorante non è sinonimo di inefficienza. Abbiamo conosciuto gente umile che avrebbe voluto far scuola a gente cosiddetta Importante.
Il nome dell’Associazione è puramente un omaggio a Ultimo, o lui ne è all’oscuro?
Risposta: E’ una domanda che spesso ci pongono. Evidentemente non conoscono l’Ideale del Colonnello, ovvero quel concetto di unione senza distinzione, di libertà, di uguaglianza, di famiglia. Naturalmente è ovvio che, per portare il suo buon nome, siamo stati autorizzati e appoggiati in toto, precisando per quanti ancora hanno dei dubbi, che questa è casa sua, poi chi vuol capire, capisca.
Non voglio invadere il campo comprendendone le ragioni, ma il Capitano Ultimo è spesso li da voi?
Risposta: E’ li di fronte a te. Lo so che ci hai provato, ma il “Capitano” è sempre con noi, cammina nelle nostre gambe, nei nostri cuori e ci scuserai per questo ma la domanda non trova risposta perché strettamente riservata.
So che alcuni di voi non siete della zona, allora perché Torremaggiore come sede?
Risposta: Partiamo dal presupposto che non vi è giurisdizione per un presidio di legalità. La scelta di Torremaggiore è puramente strategica. Il paese si trova ad 8 km da San Severo, 38 km da Foggia e una ventina di km da Lucera, direi perfetto. Nell’apertura eravamo combattuti tra Caserta, Reggio Calabria e Foggia, ma siamo stati attratti dai continui richiami fatti a mezzo stampa. Difatti da molti anni andava è va avanti questa tiritera, quella per l’apertura di un’associazione antiracket sul territorio del foggiano. Noi con l’apertura della “Nostra” Associazione siamo convinti di fare cosa gradita alla comunità e alle Istituzioni presenti sul territorio, ma purtroppo non è stato così.
Prima di chiederti il motivo di quest’ultima affermazione, mi ha colpito il «…direi perfetto.» sulla collocazione della sede. Tutti sappiamo che l’area più calda della malavita è il Gargano con le sue faide, senza tralasciare Foggia. Allora perché collocarsi ai piedi del SubAppennino Dauno?
Risposta: Se vuoi un esempio te lo faccio subito; prendi una meretrice, non sceglierà mai il centro abitato, ma bensì la periferia, lontano da occhi indiscreti; questo a tutela dei suoi clienti. Nello specifico se un individuo è vittima di estorsione non entrerà mai in una struttura dove possa essere visto e riconosciuto da tutti, sapendo questi, di essere oggetto di ritorsione. Quindi, all’atto pratico, Torremaggiore è raggiungibile in poco tempo da Foggia, San Severo e Lucera. Se poi vogliamo dirla tutta, il Gargano a questo punto è più che coperto, c’è l’Antiracket Vieste dal versante opposto al nostro e non credo che siano persone non decise, anzi. Strategicamente occorrerebbe una sede antiracket a Manfredonia e a Margherita di Savoia, così possiamo dire di essere coperti strutturalmente sul territorio. È un sogno, ma noi la vediamo in questo modo: l’Antiracket Vieste coprirebbe da Baia delle Zagare a Sannicandro Garganico, quello di Manfredonia da Monte S’Angelo a San Giovanni Rotondo, quello di Margherita di Savoia da Margherita fino ad Ascoli Satriano (curando, Cerignola, Zapponeta, Trinitapoli e il territorio dei Reali Siti). Noi, quello di Torremaggiore, da Apricena a Lucera. E Foggia mi chiederai? Foggia è un bene di tutti, va contrastato all’unisono con tutti unendo le forze. Ci vuole un coordinamento strutturale, nessuna di queste Associazioni deve essere lasciata sola, devono sentire di poter contare su altre strutture che perseguono i loro stessi intenti.
E ora passiamo all’ultima affermazione: cosa intendi con «…purtroppo non è stato così»?
Risposta: A tutt’oggi, nonostante l’invio di lettere di inviti per un’audizione, siamo ancora in attesa che qualcuno da Corso Garibaldi (la Prefettura di Foggia) ci chiami. Per quanto concerne le Forze dell’Ordine, abbiamo istaurato una collaborazione morale e di supporto che ci porta a dover evidenziare la piena collaborazione con Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
Con la FAI (Federazione Antiracket Italiana) e le altre realtà “pro legalità” i rapporti come sono?
Risposta: Anche in questo contesto abbiamo riscontrato un muro inspiegabile da parte del Presidente Onorario, Tano Grasso, in quanto per ben 2 volte lo abbiamo contattato per far presente l’unione d’intenti, ma niente. Con Libera mai avuti contatti, e con l’Antiracket di Vieste (FAI) vi è stato un approccio prima del nostro insediamento, una sorta di rispetto territoriale. Difatti e per presentarci abbiamo visitato la sede della FAI di Vieste anche per far comprendere sotto quale egemonia si agisce. Abbiamo preferito così, per farci conoscere, e all’antiracket Vieste va tutta la nostra stima per essersi messi in prima linea, anche se speravamo in un qualcosa di più a livello collaborativo.
Hai detto che «Con Libera mai avuti contatti». Perché? Eppure da quanto mi risulta e conoscendola da vicino è un’associazione inclusiva, collaborativa.
Risposta: Il nostro “mai” si riferisce che non abbiamo mai avuto occasione di conoscerci e confrontarci. Credo la colpa sia stata nostra nel non richiedere un incontro, anche se l’invito alla nostra presentazione lo abbiamo mandato a tutti, ma proprio tutti.
Mentre con la Fondazione Antiusura “Buon Samaritano” di Foggia mi pare che vi sono stati contatti. Avete in mente di compiere progetti con la loro collaborazione? In fondo usura e racket, purtroppo, camminano sullo stesso “cattivo” binario, e unirsi diventerebbe proficuo.
Risposta: Noi cerchiamo solo l’unione di intenti a prescindere se questi si chiamino Buon Samaritano, Libera, Fai. Ognuno ha dei progetti che unendoli possono fare la differenza per il bene comune, ma niente proclami propagandistici, non servono.
Da ricerche che ho fatto mi risulta che l’Associazione Antiracket Capitano Ultimo non è associata a nessuno Statuto Nazionale, per quale motivo?
Risposta: Hai detto bene, Nico. Se tu analizzi quasi tutte le Associazioni Antiracket, spesso sono composte da uomini che hanno subito un evento invasivo, quindi spinti da un senso e un’emozione personale. Molto spesso gli appartenenti del Consiglio Direttivo vengono scelti e assemblati da terzi, imponendo il diktat statutario di chi li forma, “Noi” dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo ci differenziamo in questo, siamo uomini spinti dal senso civico perché liberi e autonomi di servire il bisognoso senza fare distinzione su quale processo costituirci, tant’è che nello specifico consideriamo un’estorsione anche un semplice “Cavallo di ritorno” pronti a Costituirci anche solo per questo motivo.
Comprendo, ma sapete bene che essere parte di uno Statuto Nazionale diventa funzionale al fine preposto, specie se, come Voi, vi costituite parte civile in processi importanti dove l’unione fa la forza e, nel caso, la differenza. E unione è anche forza finanziaria sia per sostenere spese legali, sia per aiuti alle vittime. A tal riguardo, anche se il concetto è chiaro, in caso di chiamate da parte delle altre realtà “pro legalità” sareste propensi a sottoscrivere statuti nazionali per il bene del prossimo?
Risposta: la risposta è No perché specie quando si aiuta il prossimo lo si fa con il cuore e non per denaro. È ovvio che se ci sono dei fondi messi a disposizione per queste problematiche noi siamo del parere che, o Nazionali o No, debbono essere messi a disposizione di chi non si rispecchia in questo modo di operare, che è stato a nostro avviso fallimentare senza che abbia giovato in termini pratici a chi realmente contrasta il fenomeno e a chi necessita di reale mero bisogno economico. La gente è stanca, lo si percepisce dai loro sguardi intrisi di rassegnazione.
Cosa pensate di quest’ultimo “escandescente” periodo in cui riversa la Capitanata dove l’escalation delle estorsioni, dell’usura, degli atti intimidatori ha impaurito la comunità tanto da chiedere urgentemente l’intervento dell’Antimafia?
Risposta: Secondo noi il percorso è lungo, ma qualcosa sta cambiando. Basti vedere il Processo Corona dove anche la Camera di Commercio di Foggia si è costituita parte civile. È un passo da non sottovalutare, anzi è un segnale forte che la nuova classe dirigenziale vuole cambiare rotta. Tuttavia lo stesso, a nostro avviso, avrebbe dovuto fare il Comune di Foggia e tutte le Associazioni presenti sul territorio, proprio per dare il segnale che “L’Unione fa la Differenza”.
Nello scorso luglio in Prefettura a Foggia si è tenuto un importante vertice della Commissione Antimafia presieduto dall’on. Rosy Bindi. Come mai a quel tavolo, con l’Antimafia, non c’eravate? A me risulta che non siete stati invitati. Come mai?
Risposta: Questo bisognerebbe chiederlo a Sua Eccellenza Il Prefetto, la dott.ssa Luisa Latella, ma non importa. Le Cerimonie non ci interessano. Avremmo voluto illustrare il nostro concetto di Legalità dinanzi la Commissione Antimafia, ma ci saranno altre occasioni.
A questo punto mi sento di chiedervi se voi c’è l’avete con il Prefetto?
Risposta: No, avercela è una parola grossa. Capiamo la diffidenza che possiamo suscitare, d’altronde il nome che portiamo paradossalmente è un po’ “scomodo” ma avremo tempo e modo per acquisire la dovuta fiducia da parte di Sua Eccellenza. Certo è, che così, vi è solo uno spreco di tempo ed energie in quanto, in questa battaglia, ogni supporto esterno può rivelarsi preziosissimo. Affermiamo questo perché il nostro Modus Operandi non è comune alle altre Associazioni Antiracket.
Scusami, sembrerà sciocca la domanda ma è lecita: non vi siete chiesti se il motivo del non invito al vertice dipenda dalla vostra non appartenenza a uno statuto nazionale e perciò non facenti parte di quell’elenco in possesso dal Ministero? Come a dire che la Bindi non vi conosce. Io so che il vertice era stato organizzato seguendo un protocollo istituzionale che prevedeva livelli di sicurezza: forse la vostra non presenza in uno statuto è causa della non conoscenza al Ministero.
Risposta: Non credo che gli inviti fossero stati mandati direttamente dalla Bindi. “Noi” siamo iscritti nel registro Regionale delle ONLUS, nonché di Volontariato, e sul territorio tutti sanno che c’è l’Antiracket Capitano Ultimo, istituzioni comprese. Non a caso il giorno prima della venuta dell’antimafia, su tutti i quotidiani locali la notizia della nostra costituzione parte civile nel processo Dirty Bomb era di dominio pubblico.
Tuttavia, ed esco fuori dal canone giornalistico, conoscendo il Prefetto Latella so che una vostra collaborazione gli sarebbe preziosa e lei non la rifiuterebbe. Credo che dobbiate insistere, semmai presentandovi inizialmente non quando vi sono incontri istituzionali organizzati da “pezzi da 90” , bensì da soli. Vedrete che la strada poi sarà spianata e sarete parte di vertici importanti. Provateci. Andiamo avanti.
Risposta: Noi accogliamo il tuo invito, e sicuramente lo faremo. Ma ti ribadiamo che far parte dei vertici non ci interessa, la nostra prerogativa è lavorare senza riflettori, senza gloria e senza che qualcuno ci dica grazie perché sono scelte di vita che nessuno ci ha imposto.
Secondo voi la politica centra in tutta questa escalation criminale?
Risposta: Tu vuoi farmi arrestare, vero? Il discorso è lungo. Hai tempo? Ahimè, bisogna partire a ritroso, e parliamo a livello Nazionale anche dalla semplice candidatura di un Consigliere Comunale nella propria sede territoriale. Tra questi consiglieri si cela gente onesta che spesso va all’opposizione e gente meno onesta che spesso è sponsorizzata dalla criminalità locale che, molte volte mette in condizione di far vincere le elezioni al “proprio” candidato. Quindi la nuova Amministrazione Comunale che si forma si ritrova degli Amministratori molto spesso incapaci e per giunta tra questi, qualcuno corrotto. Ora, cosa succede?, Dapprima che gli appalti importanti, in virtù dell’appoggio elettorale esercitato, se li aggiudicano aziende prestanome di individui criminali, in seguito lo stesso Amministratore si candida alle Regionali magari “uscendo” pure. Con ciò quindi ci ritroviamo un consigliere o un Assessore Regionale “corrotto”, il quale, sempre in virtù di favori elettorali, favorirà in primis il criminale. Dopo le Regionali, se il “politico”, come in gergo si dice è “forte” o, sconvolgendo detti secolari, “è papabile”, viene candidato al Governo nazionale e qui la frittata è fatta. Quindi, chiedo a tutti voi, la colpa di chi è? Dello Stato? Non crediamo proprio. La colpa è dei cittadini che hanno messo al potere questi politicanti in cambio di un qualcosa, e non crediamo di dire eresie perché è un dato di fatto che la Criminalità Organizzata cresce sempre più e il potere del cittadino è relegato a subire azioni e decisioni da uomini che loro stessi hanno messo al potere. Insomma, un circolo intrinseco che ha dell’autolesionismo, ma che puntualmente in fase elettorale ognuno guarda a cosa possa ottenere dal candidato.
A tal riguardo tu, a nome dell’associazione, hai un messaggio da lanciare ai cittadini?
Risposta: Certo, ne sentiamo il bisogno. Ognuno si faccia un mea culpa. Ognuno si guardi intorno e aiuti chi non ha un becco di euro. Ognuno si sensibilizzi affinché provveda ai problemi degli altri poiché sono problemi comuni, un problema, specie di legalità, è di tutti. Ognuno di “Voi”, e ci riferiamo ai cittadini delle piccole realtà dove ancora vige il conoscersi tutti, conosce chi è la gente onesta. Con ciò noi dell’associazione nei periodi elettorali vi esortiamo di proporre la gente onesta come candidati. Dovete essere “Voi” a cercarli e vedrete che qualcosa potrà cambiare. È difficile eleggerli in questo contesto “appestato” da un cancro che ha diversi nomi (mafia, camorra, ndrangheta, faida, etc..) ma un unico obiettivo, malevolo, criminale, omicida, distruttivo. Per le elezioni non chiedete di dare per avere. Il voto è una potenza al servizio del Popolo, è un diritto che tutti dobbiamo esercitare in piena libertà e legalità. Lo abbiamo ottenuto col sangue dei nostri avi e di chi crede ancora nella legalità. Il voto non è un contratto dal quale reclamare un beneficio personale o, ancor più disonorevole, una promessa a chi si prenota per primo. Noi vi esortiamo a riprendervi i “Vostri” Comuni, “liberandoli” dal malaffare, scegliendo la persona onesta e fatelo consapevoli che nulla di personale vi potrà dare in cambio, solo Bene Comune. Allora si che avremo una politica sana al servizio della comunità.
Bene. Credo che per il momento ci siam detti tutto, o quasi… Per concludere cosa vi aspettate?
Un richiamo al senso Civico e Costituzionale e soprattutto alla gloriosa Bandiera Italiana, che poi è quella che ci fa essere orgogliosi di essere Italiani, un Popolo Fantastico. Vorremmo concludere dicendo che le nostre affermazioni sono mere opinioni e come tali opinabili, che non siamo depositari della verità e le esternazioni che in alcuni passi potrebbero sembrare “Negative” non sono dirette a tutti, ma ovviamente a chi sa di agire in modo incoerente o contro gli interessi della collettività. Questa precisazione va fatta nella consapevolezza che tanta brava gente italiana nel suo piccolo ed in ogni contesto sociale fa quotidianamente la propria parte in modo onesto e dignitoso. Possiamo dire di conoscere altre realtà in cui, grazie a Dio, vi è ancora gente che fa anche di più del proprio dovere, contrapponendosi nettamente ai vari schieramenti di ogni contesto che agiscono contro il bene comune, per ragioni di “Giustizia” …, un valore di cui ormai si sente parlare molto poco.

Associazione Antiracket Capitano Ultimo