Le scelte politiche ed economiche prese dagli esecutivi italiani che hanno governato negli ultimi anni rispondendo primariamente ai parametri europei dell'austerità, della finanziarizzazione dell'economia e dei tagli alle spese sociali sono causa ed effetto della fase di forte impoverimento economico, sociale e culturale, in cui siamo immersi.
I dati Svimez 2015 sono allarmanti rispetto all'aumento delle famiglie assolutamente povere, dal 2011 al 2014, con un incremento del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord . In Italia ed in parallelo anche in Europa, le regioni maggiormente a rischio di povertà assoluta sono proprio quelle meridionali. Tuttavia, è ormai da un po' che in diverse parti dell'Europa e in Italia sempre più assistiamo a rigurgiti fascisti, xenofobi, omofobi, sia in forma occasionale che più strutturata. La rabbia sociale e la disperazione alimento spesso una vera e propria "guerra tra poveri" e non mancano soggetti politici e movimenti sociali che ne cavalcano i sentimenti con la complicità dei principali canali di informazione pubblica. Foggia, capoluogo di una vasta provincia, al centro dei flussi migratori, è una delle città in cui tutto questo è all'ordine del giorno. Foggia, città bombardata, città martoriata dalla crisi economica e da scelte passate sbagliate è recintata da un muro fatto di violenza, illegalità ed emarginazione. L'assenza dello Stato è visibile anche nelle politiche di gestione dei flussi migratori e dell'accoglienza di stranieri. Il tavoliere delle Puglie ogni anno dà lavoro a migliaia di braccianti, italiani e perlopiù immigrati, spesso però in nero e a condizioni pari alla schiavitù, o alle dipendenze di un caporale e se sei donna ed immigrata, subisci anche abusi e ricatti sessuali. A pochi km da Foggia esiste un ghetto di immigrati, che volutamente vengono lasciati ai margini della civilità, rispetto ai quali qualcuno è venuto meno alle proprie responsabilità in quanto amministratore locale o nazionale. Le cronache nere della Puglia degli ultimi mesi hanno raccontato di numerose morti o incidenti sul lavoro aventi come vittime persone sfruttate e senza tutele.
L’ultima tragica vicenda è quella di Mamadou Sare, il bracciante del Burkina Faso ucciso nelle campagne di Lucera. Non ci interessa quale sia la versione ufficiale dei giornali, o quale possa essere una probabile giustificazione di chi ha sparato a tre ragazzi. Non esistono scusanti per l'uccisione di un altro essere umano, fatto perfino intenzionalmente. Ci domandiamo cosa sarebbe successo se i ragazzi in questione avessero avuto un altro colore della pelle.
Oggi più che mai è fondamentale opporsi e far sentire il proprio dissenso nei confronti di questa situazione.
È inaccettabile che ancora oggi esistano forme così becere di razzismo e di sfruttamento.
È inaccettabile che nel 2015 si possa morire per dei meloni.
Oggi più che mai c’è bisogno di momenti come la manifestazione di Mercoledì 30 Settembre che partirà da piazza Cavour alle ora 15.
Una manifestazione per gridare con forza basta, basta al lavoro nero, basta alla sfruttamento, basta al razzismo.
Per questo scegliamo, come Link Foggia, Unione degli Studenti Foggia e Rete della Conoscenza Puglia di aderire a questa manifestazione a sostegno di tutti i migranti e per ricordare Mamadou.
Ma questo è solo l’inizio. Come studenti ci impegneremo a promuovere momenti di discussione e di approfondimento di queste tematiche all’interno dei luoghi di formazione.
Non si può morire in questo modo. Saremo in piazza a gridarlo.
Rete della Conoscenza Puglia