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Politica

nuzzielloIl Governo sta perdendo troppo tempo e non è ben chiaro, mentre l'Italia è già sull'orlo del baratro. E' vero che l'ultimissimo decreto del Consiglio dei Ministri dispone il pagamento di quaranta miliardi di euro di crediti arretrati delle imprese fornitrici,ma si tratta solo di una goccia nell'oceano, anche perchè se i crediti a bilancio scaduti sono innumerevoli, quelli fuori bilancio diventano sempre meno identificabili. L'Abi parla di una cifra complessiva intorno ai cento miliardi di euro e l'effetto Grecia non è poi un incubo e basta, ma potrebbe avverarsi quando si capirà che i debiti dello Stato sono davvero molto maggiori di quelli previsti. E sarà troppo tardi. Mi chiedo, allora, come verrà materialmente attuato il decreto? Pare che verranno favorite le imprese, poi le banche: entro il 15 settembre, l'Abi dovrà fornire l'elenco completo delle fatture scontate da istituti di credito ed intermediari finanziari, le amministrazioni pubbliche l'elenco certificato di tutti i debiti ancora da onorare. Ma il tempo passa e il rimborso dei primi 40 miliardi è una manovra molto complessa. Il decreto autorizza l'emissione di titoli di Stato per un importo fino a 20.000 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014. Gli enti territoriali sprovvisti di risorse proprie dovrebbero ricevere i soldi dallo Stato centrale a cui dovranno rimborsarli entro 30 anni. In pratica questa copertura finanziaria prevede l'emissione di un nuovo debito pubblico. Comuni e Province, secondo il Ministro dell'Economia Vittorio Grilli, dovrebbero poter liquidare fino a 2,3 miliardi in tempi brevi, subito dopo l'entrata in vigore del decreto. Un articolato processo amministrativo garantirà alle imprese ulteriori pagamenti dalla seconda metà di maggio. Il problema è che accadrà materialmente che i cittadini s'impegneranno per 40 miliardi di debito pubblico, di cui una parte NON BEN DEFINITA andrà direttamente alle banche. Gli italiani si aspettano che gli istituti di credito subito erogheranno prestiti e finanziamenti alle PMI italiane, ma questo non è scritto da nessuna parte e l'Abi farebbe bene a chiarirlo. Inoltre, se l'80% dei debiti pregressi della pubblica amministrazione verso le imprese può essere erogato perchè contabilizzato, il 20% restante non è ancora nè contabilizzato nè pagato e quindi ricade sul deficit.
Secondo me il Governo italiano, insieme all'Abi dovrebbero fornire con maggior chiarezza una guida concreta per il recupero dei propri crediti ai piccoli e medi imprenditori, che altrimenti resteranno tagliati fuori da tutto e nessuno impedirà loro una caduta verticale quantomai annunciata. Ben vengano, infine, le dichiarazioni dell'Assessore Regionale al Bilancio, Leo Di Gioia, che evidenzia l'anomalia della Puglia, che ha in cassa i fondi necessari e non li può spendere. E' necessario un coordinamento tra Governo centrale ed Enti locali affinchè il debito venga smobilizzato e le imprese possano veramente essere tutelate.
Anna Nuzziello

comunicato stampa