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Politica

comunetroiaI Sindaci chiedono spazio per l’importante partita della ridefinizione dei Gruppi di Azione Locale.

L’approvazione dell’avviso pubblico della Sottomisura 19.1 del Programma di Sviluppo Rurale è un’ottima notizia perché avvia, finalmente, il processo della nuova programmazione 2014-2020 lì dove è più necessario che produca i suoi frutti, nei territorio chiamato a raccogliere la sfida della nuova “governance” sulle risorse.
Il programma della nuova Amministrazione regionale ha l’ambizione di finalizzare la ridefinizione dei Gruppi di Azione Locale e dei Gruppi di azione Costiera verso l’assetto più funzionale a raggiungere gli obiettivi 2020: “qualificare la vita nelle aree rurali e incentivare la coesione tra comunità di operatori e luoghi di produzione, allo scopo di rendere i settori agricoltura e pesca più attrattivi per le giovani generazioni”, come si legge nel Programma del Governo regionale approvato il 22 luglio 2015.
Qualificare la vita nelle aree rurali, realizzare gli obiettivi del PSR “in particolar modo per quello che attiene alla multifunzionalità dello spazio agrario regionale” significa anzitutto sollecitare la responsabilità dei sindaci del territorio, che devono mettere a valore i risultati già conseguiti e correggere gli errori del passato.
La centralità dei sindaci è stata, peraltro, bene inquadrata sul piano generale nella stessa scelta del presidente Michele Emiliano di qualificarsi “Sindaco di Puglia”, per sottolineare la funzione di primo cittadino e, quindi, di massimo interprete dell’interesse generale.
“I sindaci dei Monti Dauni” dichiara Leonardo Cavalieri, sindaco di Troia “vogliono ricominciare da se stessi, dalla capacità che hanno dimostrato di trarre grandi benefici dal GAL Meridaunia a vantaggio di una delle aree con più debolezze e più potenziale della Puglia. Auspichiamo che il Governo regionale promuova scelte che non lascino spazi per defezioni e che, anzi, sostengano e attivino tutti gli strumenti per una sfida che è molto più larga delle pur fondamentali politiche settoriali agricole. Parliamo della difesa della cultura, della storia, della bellezza, della salute, dei nostri paesaggi, dell’accesso ai servizi, in generale della qualità della vita, cioè di tutto ciò con cui i sindaci hanno quotidianamente a che fare. È per questo che chiediamo di essere parte attiva in tale processo di definizione, perché in un momento così delicato non è possibile restare supini a fronte di scelte politiche dettate dall’alto”.