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ciaAlle porte della raccolta, non c'è ancora il contratto quadro e l'accordo sembra lontano
Gli agricoltori sono in un limbo con il rischio di ritrovarsi nella giungla del libero mercato

"Ad oggi la parte agricola e la parte industriale non hanno ancora raggiunto un accordo sul prezzo del pomodoro nel Centro-Sud Italia. La trattativa sta diventando estenuante e ormai siamo oltre il tempo limite. Non possiamo permetterci di contrattare nella giungla del libero mercato". Lo afferma il presidente provinciale CIA Capitanata Michele Ferrandino. A ridosso della raccolta, produttori e industriali non hanno ancora trovato un'intesa. "La nostra richiesta è 115 euro a tonnellata per il pomodoro tondo e 125 euro a tonnellata per il pomodoro pelato - spiega il presidente Ferrandino - Il prezzo proposto dalle industrie è di 100 euro a tonnellata per il tondo e 105 per il pomodoro lungo".
CIA Capitanata ha partecipato alle riunioni dell'Organismo Interprofessionale del pomodoro da industria in videoconferenza durante il lockdown e in presenza il 15 giugno ad Angri (Salerno) e l'1 luglio per la costituzione del comitato di controllo. Nel bacino del Nord il prezzo è stato fissato già a febbraio. Di norma il contratto quadro al Centro Sud, che ha caratteristiche diverse, si chiude sempre al fotofinish, ma questa volta la trattativa appare particolarmente complicata e gli agricoltori si trovano in un pericoloso limbo. I tentativi finora esperiti non hanno prodotto gli effetti sperati. Peraltro, il boom delle vendite di trasformati del pomodoro durante il lockdown è un fattore che non può essere ignorato.
"È il momento della responsabilità. Possiamo raggiungere un accordo che soddisfi tutti gli attori della filiera - aggiunge il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba - Come per il grano, che pur in presenza di un calo delle rese determinato dalle calamità naturali vanta una qualità che non possiamo svendere, così per il pomodoro abbiamo il dovere di restituire valore a un prodotto simbolo del made in Italy e della Puglia e di ricompensare adeguatamente il lavoro dei nostri agricoltori con un prezzo di riferimento congruo e una redistribuzione equa di quel valore all'interno della filiera".