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sport044Nel mondo del calcio, culmine della visibilità e della celebrità oggigiorno, la strada per arrivare in alto è lunga e tortuosa e inizia spesso da piccoli centri che risultano sconosciuti alla maggior parte degli addetti ai lavori. Nel caso di Mino Raiola, colui che insieme a Jorge Mendes spicca come l'agente di calciatori più quotato del momento, la storia della scalata al successo inizia a Foggia, all'inizio degli anni '90. Nel mercato del 1992, quando Zdenek Zeman sedeva sulla panchina dei Satanelli dando vita al fantastico periodo di Zemanlandia, l'attaccante olandese Bryan Roy arrivava allo stadio Pino Zaccheria proprio ad opera del giovane Raiola, nato in provincia di Salerno e cresciuto ad Haarlem, Olanda, in una famiglia campana che gestiva una pizzeria. Con questa manovra di mercato, Raiola iniziò dunque la propria carriera alla gestione di calciatori di rilievo, dimostrando una grandissima abilità nelle trattative con i presidenti dei club e nella ricerca delle migliori condizioni economiche per lui e i propri assistiti.

Un decennio dopo circa, l'agente olandese di origini italiane si sarebbe dimostrato ancora più maturo e sapiente iniziando ad acquisire la procura di calciatori di livello come ad esempio Maxwell, terzino brasiliano da poco approdato all'Ajax. Fu proprio grazie al sudamericano che Raiola conobbe Zlatan Ibrahimovic: l'attaccante svedese era da poco ad Amsterdam e non riusciva a fare il salto di qualità, soprattutto a livello di immagine. Molto amico di Maxwell, che lo aveva ospitato per un lungo periodo al suo arrivo in Olanda, Ibrahimovic decise di dare una possibilità all'agente dietro consiglio proprio del brasiliano. A quell'epoca l'Ajax era tra i favoriti dai bookmaker nel calcio olandese e il suo bacino d'utenza era importantissimo, ma il giovane Zlatan voleva comunque espandere le sue possibilità di crescita, per questo cercò di incontrare quanto prima Raiola.

Il primo incontro tra l'agente e il calciatore resterà per sempre nella memoria di entrambi. Ibra si presentò in un hotel di Amsterdam ben vestito, quasi come se dovesse andare a un matrimonio, mentre Raiola arrivò in maglietta e pantaloncini corti. Schietto e quasi menefreghista, Raiola fu piuttosto superficiale nel suo approccio con l'attaccante svedese, uno che non le aveva mai mandate a dire a nessuno. Comparando i suoi dati statistici relativi ai goal con quelli di cannonieri europei come Vieri e Trezeguet, Raiola disse a Zlatan che non era al loro livello, causandone l'ira. Lo svedese lasciò l'albergo in malo modo.

Poco dopo, però, Ibra contattò nuovamente Raiola per fargli sapere che intendeva offrirgli un contratto come agente. Evidentemente le parole dure del procuratore furono decisive, perché da quel momento in poi lo svedese non avrebbe più smesso di progredire a suon di goal e giocate funamboliche. Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris Saint Germain e Manchester United sarebbero state le squadre in cui avrebbe giocato in seguito. La riprova dell'ottimo lavoro di Raiola, la cui avventura nel mondo del calcio iniziò proprio a Foggia, con l'arrivo di Bryan Roy.