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L'angolo dello psicologo a cura del dott. Salvatore Panza

Le giornate si allungano, le temperature diventano più miti, i giardini si colorano: sta per arrivare finalmente la tanto attesa Estate. Se per alcuni, però, l’estate è la stagione che scalda il cuore e risolleva l’umore, per molte altre persone (circa due milioni di italiani), invece, la primavera e l’estate rappresentano le stagioni del malessere. Il cambiamento di stagione, infatti, porta con sé alcune modifiche climatiche che influenzano mente e corpo e portano al peggioramento o alla comparsa di sintomi psicologici e fisici quali: stanchezza, irritabilità, sbalzi d’umore, scarsa concentrazione, apatia, eccessivo appetito con forte desiderio di mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati, ipersonnia e letargia. La comparsa di tale sintomatologia ha una duplice spiegazione: una di tipo “organico” e l’altra di tipo “psicologico”.
Per quanto riguarda le motivazioni di tipo organico, possiamo dire che a partire dalla primavera iniziano a modificarsi due parametri fondamentali, luminosità e temperatura, che incidono direttamente sulla biochimica cerebrale e sull’attivazione psicofisiologica di tutte le persone, con effetti altamente soggettivi.  Più specificatamente l’aumento delle ore di luce e della sua intensità porta ad una maggiore produzione di “Cortisolo” (il cosiddetto “ormone dello stress”) che l’organismo secerne per far fronte all’aumentato fabbisogno di energia che segue la fine dell’inverno e l'allungamento del periodo di luce giornaliero. Questa variazione può provocare conseguenze negative in tutte le persone, causando nervosismo e sbalzi d’umore, ma provoca conseguenze peggiori in chi già soffre di un disturbo ansioso (e/o depressivo). Oltre al cortisolo aumenta anche la produzione di “Melatonina” e la quantità di “Serotonina” in circolo, proporzionalmente all’esposizione alla luce solare, determinando variazioni biochimiche anche brusche che possono portare all’aumento dell’attivazione fisiologica che provoca maggiore disagio nei soggetti che già soffrono di ansia.
Dal punto di vista psicologico ciò che incide è l'”interpretazione” dell'insieme dei fattori fisici che si modificano e dei loro effetti diretti sul corpo: l’aumento della luminosità, le variazioni dell’umidità e il caldo, possono spaventare in particolare chi soffre di attacchi di panico e chi presenta sintomi ansiosi di natura respiratoria (fame d’aria, sensazione di respirare male e di non riuscire a riempire e/o a svuotare del tutto i polmoni) o pseudo-neurologici (vertigini, sensazione di testa leggera, paura di svenire per abbassamento della pressione).

Che cosa si può fare per cercare di alleviare questo male di stagione?

A partire dalla primavera, le cosiddette “persone metereopatiche” devono necessariamente adattare le proprie abitudini e gli stili di vita alle modificazioni stagionali: fare un po’ di attività fisica (preferibilmente negli spazi aperti, anche una passeggiata va bene), avere una corretta alimentazione (aumentando il consumo di frutta, verdura e acqua e riducendo quello di proteine, carni, grassi, fritti e caffè), concedersi momenti di relax, cercare di mantenere stabili i ritmi sonno-veglia . Se poi il malessere dovesse persistere allora è auspicabile un consulto medico e psicologico più approfondito per scoprire se tali sintomi sono il segnale di un disturbo latente causato da altri fattori e che il cambio stagionale ha messo in evidenza .

 

P.S.: Se avete dei quesiti da porre a Salvatore Panza, scrivete direttamente alla casella di posta del Dottore: salvatore_panza@virgilio.it. Per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al: 340.2351130.