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È abbastanza recente la dichiarazione della Corte di Giustizia Europea, secondo la quale il cannabidiolo è una sostanza sicura e priva di effetti psicotropi.

Il che, si intende, non può non avere delle ripercussioni sugli altri Paesi europei che, in un modo o nell’altro, devono tenerne conto. Ecco, lo stesso vale per il Belpaese.

Infatti, non è strano che ad oggi sempre più persone decidano di effettuare i loro acquisti presso questo shop di canapa light, che negli anni si è convertito in un vero e proprio punto di riferimento per i più del settore.

cdbAd ogni modo, in questo articolo cercheremo di fornire una panoramica generale in merito allo status legale del CBD in Italia.

News CBD: tutto quello che c’è da sapere sulla normativa italiana del cannabidiolo

Queste le potenzialità del CBD che (probabilmente) molti non conoscono

Non c’è da sorprendersi che le persone siano confuse in merito al CBD, proprio perché ci sono state tante variazioni sul livello normativo.

Ma prima di affrontare questo aspetto, apriamo una parentesi in merito a ciò che crea più confusione di tutto.

Spesso e volentieri si pensa che CBD e THC siano in grado di scatenare gli stessi effetti in chi li assume. Ma la verità è che tra i due vige una piccola ma sostanziale differenza: il THC è psicoattivo, il CBD no.

Cosa significa?

Vuol dire che dei due solo il tetraidrocannabinolo è capace di provocare uno stato di dipendenza al livello psicologico e fisico (se assunto in grandi quantità).

Il cannabinolo, d’altro canto, è un cannabinoide che si è rivelato un prezioso alleato in campo medico. Infatti, sono stati condotti innumerevoli studi su come questo componente possa essere impiegato per il dolore cronico, l’ansia, la depressione e addirittura gli attacchi epilettici nei pazienti.

Bene, chiusa questa parentesi, vediamo di scendere nei dettagli e comprendere il quadro normativo.

Status legale del CBD: cosa ne pensa l’UE?

Non molto tempo fa la Corte di Giustizia Europea ha lasciato una dichiarazione che ha ribaltato completamente la situazione.

Per farla breve, due imprenditori avevano una società che vendeva liquidi per sigarette elettroniche contenenti CBD. Il cannabidiolo utilizzato veniva prodotto in Repubblica Ceca e importato in Francia.

Ad ogni modo, “è stato avviato un procedimento penale poiché, in virtù della normativa francese, soltanto le fibre e i semi della canapa possono essere utilizzati a fini commerciali”.

I due amministratori, di fatto, sarebbero stati condannati a pena sospesa e pesantemente sanzionati, se non fosse che il caso è passato nelle mani della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE).

La CGUE ha fatto i dovuti controlli ed è giunta a una conclusione sorprendente: basandosi su quanto riportato nei trattati delle Nazioni Unite sul controllo delle sostanze stupefacenti, il CBD non rientrerebbe in questo elenco.

La conclusione?

È stato dichiarato che “Uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi”, scagionando i due imprenditori francesi.

Come se non bastasse, proprio nel dicembre del 2022 il Consiglio di Stato francese ha consentito il commercio di fiori di CBD, purché abbiano un quantitativo di THC non superiore allo 0,3%.

E in Italia?

News CBD in Italia: qual è la posizione dello Stato italiano?

La questione del CBD è da sempre oggetto di discussione per svariati motivi. Uno tra tutti, lo ribadiamo, la tendenza a confonderlo con il THC, psicotropo della cannabis.

A tal proposito, nell’ottobre del 2020 è accaduto un fatto particolare: il Ministero della Salute aveva firmato un decreto dove si affermava che il CBD era una sostanza pericolosa capace di provocare dipendenza in chi la assume.

In altre parole, questo avrebbe significato apportare una modifica nel D.P.R. 309/1990, in particolare nella Tabella dei Medicinali: stiamo parlando di quella sezione che classifica tutti i farmaci che possono essere richiesti solo dietro ricetta medica non ripetibile.

Questa manovra avrebbe, ovviamente, messo in grossa difficoltà i rivenditori di cannabis light ma, per loro fortuna, il Ministero ha pubblicato un altro decreto dove si faceva marcia indietro.

Ad ogni modo, lo stesso Ministero fece un passo indietro nemmeno un mese dopo.

Quindi, per fare il punto, oggi in Italia è consentito acquistare prodotti a base di CBD, come l’olio di cannabidiolo presso i negozi fisici e online.

Ad ogni modo, vigono alcune restrizioni per i prodotti alimentari con CBD, per i quali è richiesta un'autorizzazione da parte della Commissione Europea, ai sensi del Regolamento UE 2015/2283.

Per ciò che concerne i cosmetici, infine, è necessario rispettare i requisiti del Regolamento (CE) n. 1223/2009.

Conclusioni

Questo articolo aveva il proposito di fornire una panoramica generale in merito allo status legale del cannabidiolo in Italia.

Per farlo, abbiamo dato un’occhiata alla posizione dell’Unione Europea, concentrandoci su un caso avvenuto in Francia. Oggi è proprio questo Paese ad aprire un nuovo varco verso la legalizzazione dei prodotti a base di cannabis light, dimostrando un atteggiamento più indulgente.

L’Italia prenderà esempio?

Per il momento, sappiamo che è possibile acquistare olio di CBD, cannabis light e altri prodotti su Justbob, e-commerce di punta del settore.