Il Capodanno è trascorso e con esso, come la tradizione vorrebbe secondo antiche leggende, tutte le cose vecchie si buttan via.
La politica dei nostri politici per esempio è da buttar via. E politici compresi innanzitutto, in nome di un rinnovamento che apparentemente i partiti nascondono subdolamente dietro primarie e affini.
Da buttar via anche lo scempio della nostra cara amata città di Foggia, deturpata e vergognosamente sbattuta come “il mostro” che va in prima pagina.
Oppure e principalmente le scelte di un’amministrazione e classe politica locale che ha disatteso le aspettative di una cittadinanza che le ha dato l’ennesima opportunità per redimersi da colpe politiche e imprenditoriali pregresse.
Nel frattempo la città di Foggia giace inerme nella sporcizia. Qualche anno fa, dopo i botti di capodanno, verso le tre del mattino (anche prima a volte), si vedevano all’opera le autocisterne dell’ex azienda Amica che con acqua e spazzole automatiche innacquavano e spazzavano la città colma di botti esplosi e inesplosi, zeppa di proiettili e cartucce, straripante di vetri, immondizia, televisori e radio, piena di carte, cartacce e cartoni, rigurgitante di materassi, lavatrici, mobili e suppellettili, con al seguito i famosi “netturbini” che con scope, paletta e carrello, rendevano un servizio insostituibile.
Quest’anno invece, come da due anni o giù di li, Foggia è rimasta sporca, colma di botti esplosi e inesplosi, zeppa di proiettili e cartucce, straripante di vetri, immondizia, televisori e radio, piena di carte, cartacce e cartoni, rigurgitante di materassi, lavatrici, mobili e suppellettili.
I cittadini al risveglio hanno ammirato lo scempio che hanno deturpato la nostra città, passeggiandovi sopra e finanche commentando e ammonendo l’altro, ma non loro.
Il centro storico, inoltre, era ed è un calvario, dove bottiglie e bicchieri per terra fanno da padroni.
Mi chiedo e vi chiedo, Foggia lo merita?
I foggiani certamente si poiché hanno causato questo scempio, e con loro chi li amministra e chi dall’opposizione sventola bandiere in nome di un senso civico. Un'opposizione, e alcuni della maggioranza, accomunata da chi in piazza sotto mentite spoglie associative culturali si diverte a dare lezioni di educazione civica, cavalcando l’onda del malumore e dell’indignazione, tralasciando chi in piazza denuncia con tanto di faccia e di nuova appartenenza politica che si muove.
La città non lo merita perché è strumento di chi la abita, di chi la vive, di chi la rende operosa. Che colpe ha?
L’1 gennaio 2013 è terminato. Giorno di festa e alba dei 365 di un anno che deve rimanere tale. A noi, cittadini che dobbiamo ritornare sovrani, l’arduo compito di cambiare le regole e ridare dignità al volto sfigurato di una Foggia che merita. Basta poco: saper scegliere senza ricordare ciò che non abbiamo avuto.
Buon 2013
Nico Baratta
Direttore Responsabile