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link copiaLe mense Adisu nella città di Foggia vivono, da mesi, una situazione estremamente complicata, aggravata dalla recente chiusura della mensa in via Galliani.
Questa mensa,infatti,mesi fa è stata chiusa, e non vi sono notizie concrete sulla sua riapertura. Inoltre, passando per la mensa, è ben presente un scritta "Vendesi", segnale chiaro del futuro che dovrà avere lo stabile che era adibito a mensa studentesca.

"Come sindacato universitario siamo molto preoccupati della situazione cittadina in cui versano le mense dell’Adisu Puglia, ente regionale per il diritto allo studio.
Da mesi la mensa in via Galliani è chiusa e da allora non abbiamo avuto nessuna riapertura o notizie certe sul futuro che avrà questa mensa, fondamentale per tanti studenti e studentesse", afferma Francesca Stella, Coordinatrice di Link Foggia.

"Il diritto allo studio di tanti studenti e studentesse risulta negato per colpa di questa chiusura, in quanto non dispongono di un luogo in cui poter consumare i loro pasti, previsti per i vincitori di borsa di studio. La situazione non è limitata alla mensa in via Galliani.
Attualmente le uniche mense disponibili sono il Bar Gam’s, ma riesce a fornire un numero limitato di pasti solo per il pranzo; e le mense presso le residenze di cui solo quella della Marina Mazzei è stata aperta anche a studenti non residenti in alloggi Adisu, fornendo i pasti a pranzo e cena.
Il quadro risulta preoccupante, ed urgono delle soluzioni immediate e precise.
Come Link Foggia chiediamo un tavolo di confronto con la sede territoriale dell’Adisu Foggia per avere risposte e avanzare le nostre richieste, portate già nella seduta del Cda Adisu odierna, tramite i consiglieri presenti in tale organo.
Chiediamo l’apertura di una mensa che riesca a sopperire alla chiusura su Via Galliani, la quale riusciva a coprire anche il Dipartimento di Studi Umanistici che ad oggi, vede quantomeno limitato l’accesso a questo servizio. ” conclude Francesca Stella, Coordinatrice di Link Foggia

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castelluccio valmaggioreINCLUDOUNIA, DA PASSIONE A OPPORTUNITA’ DI LAVORO
IL PROGETTO PER LE DONNE DEI MONTI DAUNI

Comincerà con una lezione aperta, l’11 novembre, dalle 9 alle 12, nella Biblioteca Comunale di Castelluccio Valmaggiore (Fg) il progetto IncluDounia rivolto alle donne dei Monti Dauni disoccupate, inoccupate o in cerca di nuove opportunità lavorative.
L’obiettivo di IncluDounia è quello di trasformare una passione in una forma di reddito. Destinatarie e del progetto sono donne, ma a difesa della parità di genere sono ammessi anche gli uomini, di età compresa tra i 18 e i 50 anni.
Al corso, della durata di sei mesi, ci si iscrive attraverso email o telefono contattando la Biblioteca Comunale di Castelluccio Valmaggiore al numero: 0881972018. Si rivolge a un massimo di 35 persone e prevede una prova finale con attestato di frequenza finale.
Alle iscritte e agli iscritti sarà fornito un tablet per tutta la durata del corso.
Tra gli argomenti trattati: Imprenditoria di genere; Forme di gestione dell’impresa; Accesso al credito bancario; Le strategie di comunicazione nei social network; Come essere una imprenditrice nelle aree rurali; Strategia d'impresa per il turismo rurale; L’arte della vendita: una sfida verso il successo; Comunicare efficacemente; Conoscenze di marketing e comunicazione; La sicurezza: “cura” da seguire giorno per giorno.
IncluDounia è un progetto degli Stati generali delle donne di Bari sostenuto dalla Regione Puglia con un finanziamento di 40mila euro provenienti dalla misura dell’assessorato al Welfare “Puglia Capitale sociale 3.0”.
Partner dell’iniziativa sono il Gal Meridaunia e la Biblioteca Comunale di Castelluccio Valmaggiore.
“Voglio ringraziare gli Stati Generali delle donne di Bari per aver ideato questo progetto, il Gal Meridaunia e la Biblioteca Comunale di Castelluccio Valmaggiore partner dell’iniziativa – dichiara l’assessora regionale al Welfare e alle Politiche di benessere sociale e pari opportunità Rosa Barone - Il progetto Incloudonia è finanziato dal mio assessorato attraverso il bando Puglia Capitale Sociale 3.0 e parte dall’analisi e dallo studio del territorio e dalla volontà di valorizzare i Monti Dauni puntando sulle donne, così da fare della loro capacità creativa un’occasione di impresa. Le attività del progetto riguardano la tradizione culinaria, l’artigianato, il ricamo, il recupero di oggetti, che si tradurranno in attività imprenditoriali, recuperando e valorizzando il territorio. Sono molto soddisfatta che attraverso i nostri bandi, si riescano a realizzare progetti come questo”.
“Il progetto mira a formare le donne dei Mondi Dauni, a includerle nel mondo del lavoro e a farle diventare imprenditrici. Promuoviamo il lavoro e le imprese delle donne considerando che nei Monti Dauni ci sono tante potenzialità soprattutto nell’ambito del turismo lento e sostenibile – spiega il progetto Mirella Giannini presidente degli Stati generali delle donne di Bari – IncluDounia vuole rappresentare una opportunità per frenare lo spopolamento nei paesi del Monti Dauni, l’emarginazione delle donne. Ma credendo nelle pari opportunità il corso è aperto anche agli uomini”.
“Abbiamo scelto i Monti Dauni perché è un territorio pugliese poco conosciuto, ma con un grande potenziale inespresso – afferma il coordinatore del progetto l’ingegnere Luigi Barile - Si ritiene che il volano per il turismo sia caratterizzato dal mare. I Monti Dauni hanno invece la capacità di attrarre i viaggiatori tutto l’anno e in particolare in autunno, inverno e primavera, favorendo la destagionalizzazione”.
“Il progetto IncluDounia, al quale ha aderito la Biblioteca Comunale di Castelluccio Valmaggiore, è in continuità con quanto deciso dall’attuale amministrazione: favorire la scolarizzazione culturale dei suoi cittadini con particolare attenzione ai bambini e alle fasce deboli - spiega il direttore della biblioteca Pasquale Bloise - Un paese, il nostro, in cui le donne hanno un ruolo di primo piano, ma non viene loro riconosciuto in maniera formale. Con il piano formativo di IncluDounia intendiamo fare emergere il valore delle nostre donne, il loro spirito imprenditoriale, rendendole registe e protagoniste del loro futuro lavorativo”.
“L’occupazione femminile è in ripresa, pur se rimangono grossi divari tra Nord, Centro e il Sud e le Isole – sostiene Pasquale De Vita presidente del Gal Meridaunia - Divario che aumenta soprattutto nelle cosiddette aree marginali e interne come i Monti Dauni dove il deficit è ancora più grave. Il Gal Meridaunia, attraverso il progetto IncluDounia, vuole dare un forte apporto. Il futuro passerà dalla presenza femminile, sempre più alta soprattutto in agricoltura con una spinta all’innovazione che nelle aree rurali come la nostra, colma la carenza di servizi alle comunità dei Monti Dauni. Sono convinto che le aziende dirette da donne siano innovative e resilienti, capaci di scommettere su difficili sfide imprenditoriali e di possedere grandi capacità gestionali”.

Per informazioni:
Biblioteca Comunale di Castelluccio Valmaggiore: info@bibliotecacastellucciovalmaggiore.it tel. 0881972018
Stati generali delle donne Bari: sgdbari@gmail.com tel. 3516844895
Gal Meridaunia: tel. 0881912007

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cia
Dal campo alla tavola, i prezzi aumentano anche del 500%, ma i profitti vanno tutti alla GDO

Ci saranno anche gli agricoltori pugliesi, giovedì 26 ottobre 2023, alla grande manifestazione nazionale di protesta organizzata da CIA Agricoltori Italiani che si terrà in Piazza Santi Apostoli a Roma. CIA Puglia sta organizzando pullman da ciascuna delle 6 province pugliesi.
“Saremo tantissimi dalla Puglia e da tutta Italia”, annuncia Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione.
I temi al centro della protesta e delle proposte di CIA Agricoltori sono molti, tutti partono dalle enormi difficoltà affrontate dal comparto primario negli ultimi 10 anni, con un quadro economico, reddituale, produttivo e occupazionale in grande sofferenza.
“Una delle questioni su cui da anni è necessario un risveglio della politica e delle istituzioni è lo scandaloso squilibrio nella catena del reddito tra il primo anello di tutte le filiere, vale a dire le aziende agricole, e gli ‘assi pigliatutto’ della GDO e delle industrie di trasformazione”, spiega Sicolo.
Il prezzo del prodotto coltivato e raccolto sul campo è enormemente inferiore a quello imposto sui banchi dei supermercati. L’Ufficio Studi CIA, a questo proposito, ha elaborato un’attenta analisi statistica sulla variazione percentuale tra prezzi all’origine e prezzi al consumo nel bimestre agosto-settembre 2023.
Il grano duro italiano, negli ultimi mesi, è pagato 35 centesimi al chilo, vale a dire il 494% in meno rispetto al prezzo medio di un kg di pasta. I pomodori, nel passaggio dal campo agli scaffali della Grande Distribizione Organizzata, vedono aumentare il loro prezzo del 230%. Agli allevatori e produttori di latte, viene corrisposto un prezzo di quasi 4 volte inferiore rispetto a quanto i consumatori sono costretti a spendere per un litro di latte.
“È una situazione di pesante e generalizzato squilibrio a danno degli agricoltori”, aggiunge Sicolo. “Lo stesso medesimo problema si riscontra per l’uva da tavola, gli agrumi, le angurie, le ciliegie, la frutta in generale, ma anche i prodotti dell’orto. Spesso, a causa dello scarsissimo valore riconosciuto agli agricoltori per il loro eccellente lavoro in termini di qualità e standard di sicurezza alimentare, mette le aziende agricole nelle condizioni di non raccogliere nemmeno, di lasciare il prodotto sulle piante, perché con certi prezzi al ribasso non si riescono a coprire nemmeno i costi di produzione. Per tenere artificiosamente bassi i prezzi da corrispondere agli agricoltori italiani, spesso si usa la clava delle massicce importazioni anche di prodotti per i quali l’Italia potrebbe essere autosufficiente. Così vengono immessi sul mercato tonnellate di prodotti di basso o bassissimo livello qualitativo provenienti da Paesi nei quali gli standard di qualità, di sicurezza alimentare e di rispetto del lavoro sono decisamente inferiori ai nostri. É una situazione grave e inaccettabile che va cambiata, per questo è importante essere a Roma il 26 ottobre. Facciamo sentire a Parlamento e Governo la nostra voce”.

Ufficio Stampa Cia Puglia 
Francesco Quitadamo

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logoPDFOGGIA RIPARTE DALLA CULTURA: TORNERÀ IN VITA L’ANFITEATRO DEL MEDITERRANEO, IMPORTANTE FINANZIAMENTO DALLA REGIONE PUGLIA

Un grande intervento di impatto culturale per Foggia è stato comunicato questa mattina dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dal Vicepresidente e Assessore alle Infrastrutture, Raffaele Piemontese: si tratta del finanziamento di 6 milioni di euro selezionato dalla Regione Puglia per far tornare in vita uno dei contenitori culturali più importanti della Città di Foggia, l’Anfiteatro Mediterraneo.

Un anfiteatro di 6.500 metri quadrati complessivi, diventato negli anni un elemento di degrado urbano.
“Non solo finanziamo un intervento forte di una progettazione già esecutiva, elaborata grazie a fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha sottolineato Piemontese – ma diamo una spinta importante al rilancio degli investimenti sulla cultura che, durante i due anni e mezzo di commissariamento per mafia, sono stati da tutti individuati quale fattore indispensabile per fare lievitare l’antimafia sociale”.

“Abbiano la straordinaria occasione di restituire alla città un presidio culturale di grande importanza, un simbolo di rinascita come quella di cui Foggia ha bisogno poiché la cultura rappresenta l’antidoto più importante contro il degrado e contro le mafie”, è il commento del consiglieri comunali eletti nella lista del PD, Alice Amatore, Lia Azzarone, Mario Cagiano, Pasquale Dell'Aquila, Francesco De Vito e Davide Emanuele, che aggiungono: “Foggia insieme alla sindaca Maria Aida Episcopo e a tutto il Campo Largo Progressista riparte dalla cultura per rilanciare l’immagine di una Città importante della Puglia e del Sud affinché possa presto tornare ad essere protagonista della scena regionale e nazionale”.

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CELLE DI SAN VITO Dopo lo stanziamento da parte del Governo, con 4 e milioni e mezzo di euro destinati alle misure attuative del Fondo per i cammini religiosi, anche il comune di Celle di San Vito, con il suo tratto della via Francigena del Sud, spera di essere fra i destinatari dei finanziamenti.
Nei prossimi giorni, infatti, il Ministero del Turismo pubblicherà uno o più avvisi con cui individuare i soggetti beneficiari destinatari del fondo.
Il decreto, firmato dalla ministra del turismo Daniela Santanchè, mira al miglioramento della fruibilità dei percorsi religiosi e alla valorizzazione degli immobili pubblici presenti lungo questi itinerari.
Già a inizio anno il comune cellese è stato fra i beneficiari del finanziamento di 870mila euro stanziato dalla Regione puglia proprio per la valorizzazione della “via Francigena del Sud”.
Il tratto della Via Francigena relativo al comune di Celle di San Vito è particolarmente importante perché è anche tappa della via Micaelica, della via della Seta e di tutte le strade che conducono ad Oriente. Lungo il percorso è possibile ammirare la Taverna e la Posta utilizzati per il riposo dei cavalieri e dei pellegrini insieme alla chiesetta di San Vito Martire.
“Valorizzare il percorso della via Francigena è di fondamentale importanza perché finalizzato alla conoscenza dei territori, della natura e delle tradizioni dei popoli – ha dichiarato la sindaca di Celle di San Vito, Palma Maria Giannini – gli itinerari religiosi, il turismo lento e sostenibile, rappresentano ormai i principali volani per lo sviluppo del nostro territorio.”
La via Francigena è lunga più di tremila chilometri, parte in Inghilterra, da Canterbury e termina in Puglia, a Santa Maria di Leuca. Il tragitto attraversa ben 5 Stati e più di 600 comuni. In Italia, il sentiero passa attraverso 10 regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emila Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia.
Nel tragitto pugliese, la via Francigena è anche detta via Traiana (o Via Appia Traiana) e tocca 69 comuni, fra i quali, in provincia di Foggia, proprio Celle di San Vito impegnato anche nella valorizzazione e conservazione della cultura francoprovenzale.

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